Il D-day delle correnti del Partito Democratico, il battesimo del federatore del centro o, addirittura, l'apertura del cantiere di un nuovo soggetto politico? Alla vigilia dei due appuntamenti di Liberta' Eguale e Comunita' Democratica crescono le aspettative di chi, dentro e fuori il Pd, chiede spazio e orecchie disposte ad ascoltare. I programmi dei due appuntamenti sono fitti almeno quanto le liste degli invitati. A Orvieto hanno confermato la loro presenza molti esponenti dem di primo piano: Alessandro Alfieri, Simona Bonafe', Vincenzo e Piero De Luca, Piero Fassino, Giorgio Gori, Lorenzo Guerini. Insomma, le prime linee dei riformisti dem. Ai quali si aggiungono i nomi di esponenti della maggioranza interna, come il tesoriere Michele Fina o il senatore Walter Verini.
Questo a dimostrazione che non ci sono intenti bellicisti nei confronti del quartier generale. D'altra parte l'appuntamento di Orvieto ha una tradizione anche piu' antica dello stesso Pd. A questi esponenti si aggiungono, poi, quelli dei partiti alleati del Pd, come Benedetto Della Vedova e Riccardo Magi (Piu' Europa) o Raffaella Paita e Ivan Scalfarotto (Italia Viva). Il programma di due giorni, d'altra parte, offre ampi margini di intervento agli ospiti, con attenzione particolare all'intervento di Paolo Gentiloni, uno dei nomi finiti nel calderone del 'toto-federatore' del centrosinistra. Il profilo di Gentiloni, viene spiegato in ambienti dem, potrebbe cavare le castagne dal fuoco alla segretaria, facendo da ponte fra Matteo Renzi e Giuseppe Conte. Un ragionamento fondato sul fatto che l'ex commissario europeo e' stato braccio destro di Renzi prima, per poi succedergli a Palazzo Chigi.