17 Jan, 2025 - 22:06

Santanchè rinviata a giudizio, dimissioni vicine? Tutti i rischi di un rimpasto di Governo

Santanchè rinviata a giudizio, dimissioni vicine? Tutti i rischi di un rimpasto di Governo


La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, è stata rinviata a giudizio per concorso in falso in bilancio in relazione alle comunicazioni sociali di Visibilia tra il 2016 e il 2022. Il processo avrà inizio il 20 marzo davanti al Tribunale di Milano. A deciderlo oggi – venerdì 17 gennaio – è stata la giudice per le udienze preliminari Anna Magelli, dopo una breve camera di consiglio.

Il rinvio a giudizio della ministra, al di là degli sviluppi processuali, solleva un problema di opportunità politica per l’esecutivo, con possibili implicazioni che potrebbero portare a un rimpasto di Governo. Un’eventualità che, vista la crescente tensione tra gli alleati, potrebbe avere esiti imprevedibili.

Intanto, l’opposizione non ha perso tempo nel chiedere le dimissioni di Daniela Santanchè, minacciando mozioni di sfiducia nel caso in cui la Premier decida di mantenerla al suo posto.

Ecco allora i possibili scenari politici che potrebbero aprirsi in seguito a un'eventuale decisione di dimissioni della ministra di Fratelli d’Italia. Nel frattempo, né dalla premier né dal suo partito sono giunte difese o attestati di vicinanza per questa complessa vicenda giudiziaria oltreché politica.

Perché Daniela Santanchè è stata rinviata a giudizio?

La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, è stata rinviata a giudizio con l'accusa di concorso in falso in bilancio per le presunte irregolarità nelle comunicazioni sociali di Visibilia, società per cui ha ricoperto ruoli di rilievo tra il 2014 e il 2021. L’indagine è nata a seguito di una denuncia da parte di alcuni soci di minoranza di Visibilia, che avevano segnalato presunti illeciti nella gestione.

Santanchè non è l'unica imputata, sono stati rinviati a giudizio anche altri 15 co-imputati, tra cui familiari e collaboratori stretti. Il processo inizierà il 20 marzo davanti al Tribunale di Milano.

Dimissioni e rimpasto, cosa può succedere?

Dopo il rinvio a giudizio, assume concretezza l’ipotesi di un passo indietro della ministra Daniela Santanchè.

Le sue dimissioni arriverebbero in un momento particolarmente critico per gli equilibri della maggioranza, alle prese con le frizioni per il caso Zaia in Veneto, le polemiche per la gestione del Ministero dei Trasporti da parte del leader della Lega Matteo Salvini e con le rivendicazioni di quest’ultimo per la poltrona del Ministero degli Interni, dopo l’assoluzione nel processo Open Arms.

In questo scenario già teso, l’addio al ministero di Daniela Santanchè potrebbe scatenare una reazione a catena. Il rischio è che, una volta avviata la partita del rimpasto per individuare un sostituto, la sua poltrona potrebbe non essere l'unica a vacillare. Un eventuale rimpasto, infatti, potrebbe rappresentare per gli alleati l’occasione per chiedere alla Premier un riequilibrio dei ruoli e, soprattutto, favorire il pressing del leader della Lega per il Viminale.

Le dimissioni, comunque, non rappresentano l’unico scenario possibile, almeno nell’immediato. Tra le ipotesi ci sarebbe anche quella di legare le sorti nel Governo di Daniela Santanchè agli esiti di un’altra inchiesta, ovvero quella che la relativa a una presunta truffa all’Inps per l’utilizzo dei fondi per la cassa Covid.

Giorgia Meloni, infatti, potrebbe rimandare la decisione in attesa degli sviluppi di quest'ultima vicenda. In ogni caso, Daniela Santanchè non sarebbe il primo esponente del Governo ad affrontare un processo da ministro, è già accaduto a Matteo Salvini con il processo Open Arms, conclusosi con la sua assoluzione.

Silenzio di Fratelli d’Italia, solidarietà Lega e FI

Un orientamento che sembrerebbe trovare conferma nelle dichiarazioni di solidarietà degli alleati. Dichiarazioni che sono arrivate solo in serata, dopo diverse ore dalla notizia del rinvio a giudizio.

virgolette
Si è colpevoli dopo tre gradi di giudizio, non prima: ribadiamo la fiducia al ministro Santanchè,

scrive in una nota la Lega. Ribadisce la propria fiducia alla ministra del Turismo anche Forza Italia.

virgolette
Siamo garantisti sempre, non da oggi: si è innocenti fino alla condanna definitiva. Vale per un privato cittadino come per un ministro. Ribadiamo la fiducia di Forza Italia a Daniela Santanchè.

Maurizio Lupi, invece, scrive:

virgolette
“Un rinvio a giudizio non è una sentenza di condanna, men che meno una sentenza di condanna definitiva. Per noi il garantismo vale sempre e per chiunque”.

Nessun commento al momento da Fratelli d’Italia e dalla diretta interessata.

L’opposizione incalza e prova a mettere in difficoltà Meloni

Compatta invece nel chiedere le dimissioni della ministra, l’opposizione fa il proprio lavoro consapevole delle insidie insite per la maggioranza in caso di eventuale rimpasto.
La segretaria del Pd, Elly Schlein, chiama in causa direttamente la premier Giorgia Meloni:

virgolette
“Daniela Santanchè è stata rinviata a giudizio. Appena una settimana fa Giorgia Meloni diceva di voler aspettare la decisione della magistratura: ora è arrivata. Non può più continuare a far finta di niente.

I leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, chiede un ‘sussulto di dignità’ alla Premier:

virgolette
“È assolutamente indecoroso per le istituzioni di governo che la ministra rimanga lì. Meloni, che in passato chiedevi le dimissioni di tutti i ministri per molto meno, oggi che fai, continuerai a fischiettare indifferente? Non avverti neppure adesso un sussulto di dignità che ti spinga finalmente a tutelare l’immagine e l’onore delle istituzioni?”

Il senatore pentastellato Stefano Patuanelli minaccia la presentazione di una seconda mozione di sfiducia in Senato in caso di mancate dimissioni.

Il segretario di +Europa, Riccardo Magi, elenca tutti i motivi per cui la ministra Santanchè avrebbe dovuto dimettersi già in passato, elencando quelli che - a suo avviso - sarebbero i fallimenti nella gestione del Ministero del Turismo.

Compatti nella richiesta di un passo indietro anche i due leader di Avs, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni.

virgolette
Daniela Santanchè si deve dimettere non perché sia stata rinviata a giudizio, perché il rinvio a giudizio non è una condanna, ma perché ha portato al fallimento una società e perché i fatti e i suoi comportamenti non sono compatibili con una carica importante come quella del ministro del Turismo,

dichiara infine il leader di Azione, Carlo Calenda.

La vicenda in sintesi

  1. Rinvio a giudizio per Daniela Santanchè: La ministra del Turismo è stata rinviata a giudizio con l'accusa di concorso in falso in bilancio. Il processo inizierà il 20 marzo a Milano.
  2. Implicazioni politiche: Il rinvio a giudizio solleva una questione di opportunità politica per il Governo, con possibili effetti su un eventuale rimpasto, che potrebbe influire sugli equilibri della maggioranza e sulle richieste di altre forze politiche, come la Lega per il Ministero degli Interni.
  3. Richieste di dimissioni: L’opposizione, compatta, chiede le dimissioni della ministra, sostenendo che la sua permanenza al governo sia incompatibile con le accuse. Anche il Movimento 5 Stelle e il PD criticano la posizione di Meloni, chiedendo un "sussulto di dignità".
  4. Solidarietà dagli alleati: La Lega e Forza Italia esprimono fiducia nella ministra Santanchè, sottolineando il principio del garantismo fino alla condanna definitiva. Fratelli d’Italia, al momento, non commenta.
  5. Altri problemi legali per Santanchè: Oltre al rinvio a giudizio per falso in bilancio, la ministra è anche coinvolta in un'inchiesta su presunte irregolarità nell'utilizzo dei fondi per la cassa Covid, un altro possibile fattore che potrebbe influenzare la sua permanenza al Governo.
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Maria Rita Esposito
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