Il racconto è straziante, angosciante, ancora intriso di paura, di sofferenza. Quelle mani se le sente ancora addosso. Hanno toccato dappertutto, hanno oltraggiato, violentato. Il quotidiano britannico Daily Mail ha riportato la drammatica testimonianza di una ragazza inglese che in una lunga intervista ha denunciato di essere stata vittima delle violenze sessuali avvenute la notte di Capodanno a Milano, in piazza Duomo, tra il 31 dicembre 2024 e il 1 gennaio 2025.
Imogen è una studentessa universitaria di 19 anni che vive nel nord dell'Inghilterra e come Laura Barbier, la giovane belga che per prima ha raccontato le aggressioni subite, è rimasta schiacciata nella morsa di decine di uomini che senza alcun freno hanno abusato di lei.
"Sono stata afferrata e tirata indietro, hanno tenuto le mie braccia, le mie mani. Non potevo difendermi", ha dichiarato. Imogen verrà presto ascoltata dagli inquirienti che stanno cercando di far luce sul caso. La Procura di Milano intanto ha avviato una rogatoria nel Regno Unito per acquisire la versione della ragazza.
Con minuzia di dettagli Imogen ha descritto i tragici momenti vissuti la notte di Capodanno. Una nottta di baldoria e festeggiamenti si è trasformata nell'esperienza più brutta che una donna possa vivere. La giovane inglese aveva scelto Milano per accogliere il 2025, era con due connazionali e sei ragazzi belgi. Nessuno si sarebbe mai aspettato di finire nel tritacarne delle violenze sessuali.
Al Daily Mail ha raccontato che i palpeggiamenti sono iniziati prima dello scoccare della mezzanotte. Mentre attraversava piazza Duomo con un'amica in cerca di un bagno un uomo ha cercato di toccarla e di tirarle il vestito. "Nel tornare dal bar e ritrovare il gruppo siamo state più caute ma ci siamo riunite rapidamente con gli altri - ha spiegato - E' stato in quel momento che ho iniziato a sentirmi insicura. Ogni uomo che incontravamo ci fissava e mi sentivo intrappolata in mezzo a loro".
"A due minuti dalla mezzanotte anche le altre ragazze hanno cominciato a dire che si sentivano a disagio e che avevano sentito che gli uomini le toccavano - ha continuato la giovane inglese - Non c'era più via di scampo, ci siamo stretti accanto ai nostri amici maschi per sicurezza. Abbiamo aspettato i fuochi d'artificio, è stato il nostro più grande errore".
A questo punto, per Imogen, è cominciato l'inferno. "Quando i ragazzi si sono distratti e hanno tirato fuori i telefoni per registrare il conto alla rovescia sono stata afferrata da dietro e portata via dai miei amici. Mi hanno tenuto le braccia e le mani, non ho potuto reagire. Ero circondata dal gruppo, sembrava un attacco organizzato. Diversi uomini contemporanemanete hanno iniziato a palpeggiarmi, uno ha tentato di alzarmi il vestito".
Sono stati attimi terrificanti e il solo ricordarli ha sicuramente fatto riemergere tutta la sofferenza provata. Sarà impossibile dimenticare quei momenti, ci vorrà del tempo per superare un'esperienza così devastante. Imogen ha raccontato che ha lottato contro quegli uomini e che durante le colluttazioni è rimasta ferita, era sanguinante.
L'azione è stata concitata, più volte la ragazza si è liberata dalla stretta del gruppo e più volte è stata riacciuffata. Una sua amica è stata presa a pugni. "Ogni uomo che ho incontrato, di circa 40 anni, ha tentato di palpeggiarmi, tirarmi su il vestito, separarmi dai miei amici o litigare con me. Siamo state salvate dall'adrenalina e dal coraggio dei miei amici".
Imogen ha spiegato che mentre abusavano di lei era evidente che agli uomini piacesse la sua angoscia e "questo non ha fatto altro altro che eccitare i miei aggressori. Uno degli uomini ha menzionato lo stupro. Questo è il momento in cui la mia lotta si è trasformata in una lotta per la sopravvivenza".
Quando la giovane inglese e i suoi amici sono riusciti a fuggire dalla trappola si sono subito rivolti alla polizia. Ha raccontato che in piazza non c'erano forze dell'ordine e che quando hanno trovato gli agenti questi gli avrebbero risposto che "non c'era niente che potessero fare. Quando ho mostrato loro le ferite sanguinanti che avevo sulle braccia e ho spiegato che io e molte altre donne eravamo state aggredite sessualmente, il loro atteggiamento è cambiato". La polizia avrebbe chiesto rinforzi e avrebbe raccolto una denuncia completa. Un'agente donna la avrebbe consolata, spiegando che si trattava di "un problema noto e che i nostri aggressori erano uomini del Bangladesh".
La ragazza inglese ha specificato di aver deciso di raccontare mediaticamente la sua brutta esperienza per "dissipare parte della disinformazione condivisa online e garantire che la nostra storia venga ascoltata".
"È una menzogna totale e palese affermare che il nostro gruppo sia stato attaccato da uomini che portavano bandiere palestinesi" - ha detto Imogen - "Penso che sia disgustoso che le persone utilizzino la nostra storia traumatica per promuovere un'agenda politica. Molte delle descrizioni che ho letto sono completamente false. Non permetterò che la mia aggressione sessuale diventi un'opportunità per dividere le persone: è un momento per unire le donne, e il popolo italiano, nell'indignazione per il fatto che ciò sia potuto accadere durante una gioiosa celebrazione. Sono veramente sconvolta dopo aver letto molti articoli secondo cui si è trattato di un fatto di religione, indirettamente dando la colpa all'Islam, mentre sostenevano che il nostro attacco fosse Taharrush Gamea. Il male che abbiamo vissuto quella notte era l'assenza totale di religione".