Il sasso è stato lanciato. A farlo il presidente M5S Giuseppe Conte: "siamo pronti ad una grande mobilitazione di piazza" contro il governo Meloni e la Commissione europea che "mettono il cappio al collo a famiglie e imprese, mentre offrono champagne a banche e industrie delle armi". Una mobilitazione tutta da costruire su cui Conte ha di fatto voluto dare le carte senza dilungarsi in dettagli e che, nel 'campo' dell'area progressista e/o di centrosinistra, ha registrato subito le prime reazioni. Disponibilità a "organizzarla insieme" è arrivata dalla segretaria dem Elly Schlein sul refrain dell'essere 'testardamente unitari' contro l'esecutivo Meloni. "Per manifestare sulla questione sociale, i salari bassi, le pensioni, le bollette noi ci siamo e ci saremo sempre contro la propaganda di questo governo", ha precisato. Avs con Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni hanno accolto l'idea non solo come occasione di "convergenza" delle opposizioni ma pure sui temi, su cui c'è "sintonia".
A mettere il dito su una potenziale piaga Riccardo Magi di +Europa: "se i temi sono bollette, mancanza di lavoro, crisi industriali, sanità, diritti noi ci siamo. Se è invece una piazza per dire no al sostegno a Kiev e quindi sì alla politica imperialista di Putin, noi non ci saremo". Uno scenario che, se si materializzasse, rischierebbe di provocare diversi distinguo nel Pd tra riformisti e 'pacifisti'.