L'ultima radiografia ha segnalato l'esistenza di dieci correnti. Ma il Partito Democratico deve dolersene? Non necessariamente, visto che se vuole continuare a essere, unico caso in Italia, un partito scalabile, è normale che debba contenere al suo interno più linee di pensiero.
E quindi, un brindisi di lunga vita per i Dem's (Andrea Orlando & co.), i Giovani Turchi (Matteo Orfini), Energia Popolare (che da Stefano Bonaccini ora si è affidata ad Alessandro Alfieri), Crea (i neo-ulivisti di Anna Ascani e Marco Meloni), Area Dem (il correntone di Dario Franceschini), Compagno è il mondo (gli ex Articolo Uno di Roberto Peranza e Arturo Scotto), Comunità democratica (i cattolici di Graziano Delrio), i romani fedeli di Goffredo Bettini (Zingaretti, Gualtieri, Claudio Mancini), i gentiloniani (vicini all'ex premier Paolo Gentiloni, come Filippo Sensi) e i fedelissimi di Elly Schlein, la segretaria (Sandro Ruotolo, Francesco Boccia, Cecilia Strada, Annalisa Corrado, Marco Furfaro).
E quindi: quando Elly Schlein, nel 2022, candidandosi a leader del Pd, andava ripetendo che avrebbe distrutto le correnti, evidentemente, dava sfogo solo al suo lato populista.
D'altronde, che significa azzerare le correnti? Impedire la circolazione delle idee? Il confronto? Dio sa quanto, invece, proprio di questo si ha bisogno per generare nuove proposte di governo, oggi più che mai.
Nessuno scandalo, quindi. Anche perché se Elly Schlein nei suoi due anni di segreteria è riuscita a ottenere una cosa è che il dibattito interno al partito non ha minimamente scalfito la sua linea politica. Nel senso: il Pd, sotto la sua direzione, non è apparso affatto un partito litigioso come ci aveva abituato ad essere fin dalla sua nascita, il 14 ottobre 2007.
Quindi, onore al merito. Se poi la linea imposta dalla segretaria riuscirà a risultare convincente presso l'elettorato, beh questo, evidentemente, è un altro discorso, che si riaprirà, presumibilmente, solo nel 2027, quando l'Italia tornerà al voto.
Piaccia o non piaccia, quindi, questo è il Partito Democratico di Elly Schlein. Il partito che nel suo statuto, tra l'altro, contempla la regola secondo la quale il suo segretario automaticamente è il candidato premier. Naturalmente, è proprio questo l'obiettivo di Elly Schlein che, difatti, sta già pensando a come non arrivare bollita al termine della legislatura.
Anche perché, a tal proposito, dall'inizio del 2025, le insidie maggiori la segretaria le ha dovute affrontare proprio a casa sua. I rimbrotti di Romano Prodi, il rinnovato attivismo delle aree riformista e cattolica del partito hanno dimostrato che, per la candidatura a Palazzo Chigi, sotto ai piedi della Schlein non si srotola affatto un tappeto rosso, bensì un sentiero ricco di insidie.
Davanti alla segretaria, prima di tutto, c'è l'ombra del federatore. Il centrosinistra, per contendere Palazzo Chigi alla Meloni, si affiderà a un papa straniero come fece nel 1996 con Romano Prodi?
In realtà, dal giorno dopo la comparsa del suo nome sui giornali, le quotazioni dell'ex direttore dell'Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini sono in costante calo.
Per di più: l'evolversi della situazione internazionale con lo spariglio in atto da parte di Donald Trump, ad oggi, rende difficile finanche immaginare una coalizione larga come finora fatto dalle parti del Nazareno.
Sarà mai possibile continuare ad andare sottobraccio con Giuseppe Conte, trumpiano sempre più convinto, come dimostra questo tweet del giornalista Marco Fattorini?
Giuseppe Conte condivide le parole e la posizione di Trump sull’Ucraina: «Smaschera la propaganda bellicista». Chi l’avrebbe mai detto? pic.twitter.com/g3Lvz5thWh
— Marco Fattorini (@MarcoFattorini) February 19, 2025
Oppure con personaggi come l'eurodeputato Cinque Stelle Gaetano Pedullà che, ospite de L'Aria che tira su La7, ha accusato la vicepresidente del parlamento europeo, la dem Pina Picierno, di essere una fascista solo per aver difeso le ragioni dell'Ucraina e delle democrazie liberali davanti all'aggressione del regime di Putin? Ancora Fattorini ha immortalato il momento
La barzelletta del giorno l’ha raccontata l’europarlamentare Gaetano Pedullà (M5s): «Pina Picierno è un’infiltrata dei fascisti nella sinistra». pic.twitter.com/1eMyhYd0UN
— Marco Fattorini (@MarcoFattorini) February 19, 2025
A ben vedere, mai come oggi sembra difficile il ruolo di guida del Partito Democratico.
Per questo, quindi, ad oggi, le dieci correnti del Pd non rappresentano certo la prima preoccupazione di Elly Schlein. Continueranno ad alimentarsi tutto sommato pacificamente aspettando che passi la nottata.