Nella tempesta commerciale che si profila fra Stati Uniti ed Europa, le voci italiane si dividono nettamente. Da una parte Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, che predica la via del dialogo e della moderazione. Dall'altra Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde, che accusa il governo di immobilismo e subalternità, invocando una risposta ferma e strategica contro "l'estorsione economica" di Donald Trump.
Al centro dello scontro ci sono le nuove tariffe statunitensi contro l'Europa, con l'imposizione di dazi su alluminio, acciaio e dal 2 aprile anche su alcune eccellenze agroalimentari. Quest'ultimo punto è quello che sembra più preoccupare Confindustria e associazioni di settore, che hanno chiesto al governo italiano di non pagare uno scotto troppo pesante nella contrapposizione UE-USA (una preoccupazione condivisa anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella).
#DaziTrump, #Tajani parla di come agirà il #governo: "Puntiamo all'#export"#7aprile pic.twitter.com/w8qYhEoAmO
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L'Unione Europea al momento ha scelto una risposta in due parti: la prima scatterà il 15 aprile, la seconda il 15 maggio. Tra le priorità di Roma, la tutela del vino italiano, minacciato indirettamente da controdazi statunitensi. Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, in un evento a Roma, ha chiesto una reazione ferma, da "schiena dritta", ma che non porti a una guerra commerciale giudicata stupida e controproducente.
La lista dei controdazi europei quindi è quasi pronta, ma Tajani avrebbe chiesto che il whisky americano sia escluso, in modo da non suscitare una reazione opposta e contraria da parte degli Stati Uniti verso i prodotti vinicoli italiani. Secondo il vicepremier, l'Italia darà il massimo sostegno al commissario europeo al Commercio Maros Sefcovic e al progetto di un mercato unico transatlantico a tasso zero.
Per Angelo Bonelli le parole di Tajani e le cautele del governo nascondono una grave mancanza di visione: "Sono stupito che la presidente Meloni continui a dire che il problema sia il Green Deal, quando la vera emergenza è l’assenza di una strategia sull’innovazione". Per il deputato di AVS, la risposta ai dazi americani non può essere lasciata alle buone intenzioni: servono decisioni chiare e strutturate.
#Bonelli replica a #Tajani: "Il governo vuole comprare dagli #USA più armi, e con i controdazi non si sacrifichi la salute pubblica"#7aprile pic.twitter.com/DwT1hqWSpy
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Bonelli denuncia quindi l'impreparazione dell'esecutivo, trovatosi impreparato nonostante gli annunci noti e roboanti fatti da Trump: "Il 2 aprile era stato annunciato da tempo. Ma in due giorni sono evaporati oltre 2.000 miliardi di dollari. Altro che calma, è un’emergenza nazionale". Il rischio, secondo il deputato, è che l'Italia si trovi poi in una situazione di subalternità rispetto a Cina e Stati Uniti, che intanto investono massicciamente in innovazione e automotive.
Il leader verde rilancia quindi la necessità di un'Europa “autonoma sul piano energetico, fondata sulle rinnovabili” e capace di resistere alle estorsioni commerciali del presidente statunitense: "Trump vuole che compriamo armi e gas da lui. Noi dobbiamo rispondere investendo nella transizione ecologica e in un’industria moderna e sostenibile".
Lo scontro tra Tajani e Bonelli fotografa due visioni contrapposte su come affrontare la crisi: una diplomatica e graduale, l'altra decisa e strutturale. Entrambe si muovono all'interno di una cornice europea che tenta faticosamente di tenere insieme compattezza, interessi nazionali e proiezione internazionale.
A rendere ancora più fragile la posizione europea è l'atteggiamento di Trump, che soffia da mesi sul fuoco del protezionismo e indica l'Unione come principale nemico commerciale. Una postura che - per Bonelli - rappresenta "il volto del trumpismo economico", già responsabile, a suo dire, del disastro argentino. E che, in assenza di una risposta forte, rischia di contagiare anche l'Europa.
Tariffe zero sui beni industriali.
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Ma pensa.
Vino con i dazi, macchina tedesca esente.
E qualcuno ha davvero il coraggio di dire che ci conviene farci rappresentare dalla VON DER LEYEN invece di trattare bilateralmente? pic.twitter.com/jC4KJiGOdK
Roma si muove con cautela nel gioco di equilibri tra Bruxelles e Washington. Tajani scommette sulla diplomazia e sui rapporti a livello comunitario. Bonelli chiede una svolta radicale e accusa il governo di tentennamenti. Ma con l'entrata in vigore delle prime contromisure ormai imminente, sarà il tempo a dire se la strategia attendista dell'Italia porterà a qualche risultato o se rischierà di evidenziare ulteriormente le sue già note fragilità.