La storia di Elena Maraga, la 29enne maestra d’asilo di un istituto cattolico in provincia di Treviso, è diventata in poche settimane uno dei casi mediatici più discussi d’Italia. Licenziata per aver gestito un profilo su OnlyFans, la piattaforma per adulti che consente la vendita di contenuti esclusivi a pagamento, Elena ha visto la sua popolarità esplodere, con un vero e proprio boom di follower su Instagram e un’impennata di abbonamenti al suo profilo OnlyFans. Una vicenda che ha scatenato polemiche, acceso il dibattito su privacy e diritti dei lavoratori e, paradossalmente, trasformato la protagonista in una celebrità del web.
Tutto ha inizio a marzo 2025, quando alcuni genitori scoprono che la giovane insegnante, appassionata di fitness e body building, gestisce un profilo su OnlyFans, dove pubblica foto e video dal tono sensuale. La notizia si diffonde rapidamente tra le famiglie e arriva alla direzione della scuola materna paritaria cattolica, situata proprio di fronte alla chiesa del paese. L’istituto, dopo una breve sospensione, decide per il licenziamento “per giusta causa”, motivando la scelta con la presunta incompatibilità tra i valori cattolici della scuola e l’attività online dell’insegnante.
Secondo la versione di Elena Maraga, lo scandalo sarebbe nato da un episodio di gelosia: una donna avrebbe scoperto sul cellulare del compagno alcune foto acquistate su OnlyFans e, indignata, avrebbe pubblicato un post su Facebook, innescando la reazione di alcune mamme e la segnalazione al preside. La scuola, dal canto suo, ha contestato non solo la presenza su OnlyFans, ma anche le successive uscite pubbliche e mediatiche della maestra, ritenute lesive del rapporto di fiducia con l’istituto.
Nonostante il clamore e la delusione per il licenziamento, Elena Maraga ha dichiarato di non voler tornare in classe: “In questo momento voglio fare quello che mi piace, cioè la personal trainer. Ho un esame da dare entro l’estate, poi partirò. Tuttavia non è detto che la mia esperienza di insegnamento sia chiusa qui. Ho una laurea che posso far valere quando voglio, anche magari tra dieci anni”.
La maestra, che non aveva firmato clausole specifiche sul comportamento social nel contratto di lavoro, ha deciso di impugnare il licenziamento, non tanto per essere reintegrata, quanto per cambiare la natura della procedura e ottenere almeno il diritto alla Naspi, il sussidio di disoccupazione a cui ora non può accedere.
Se la vicenda ha segnato la fine della carriera di Elena come insegnante in quell’asilo, ha però dato il via a una popolarità senza precedenti sui social. In poche settimane, i follower del suo profilo Instagram sono passati da circa 6.000 a oltre 31.000, con una crescita esponenziale che l’ha portata tra le top 50 ricerche di Google in Italia. Anche il suo profilo privato su Instagram, riservato solo agli uomini, ha registrato un’impennata di richieste, così come il canale Telegram collegato, che ha superato i 2.000 iscritti.
Ma è su OnlyFans che l’effetto “scandalo” si è fatto sentire di più: il profilo è stato letteralmente preso d’assalto, con un aumento di abbonati non solo dall’Italia ma anche dall’estero. La stessa Maraga aveva dichiarato, già prima del licenziamento, che i guadagni sulla piattaforma erano “di molto superiori” rispetto allo stipendio da maestra, che si aggirava intorno ai 1.200 euro mensili. Ora, con la notorietà acquisita, la prospettiva economica appare ancora più rosea.
Il caso ha spaccato l’opinione pubblica e acceso un dibattito nazionale. Da una parte, chi difende la libertà di Elena Maraga di gestire la propria vita privata e di monetizzare la propria immagine fuori dall’orario di lavoro; dall’altra, chi ritiene incompatibile il ruolo di educatrice in una scuola cattolica con l’attività di content creator su una piattaforma per adulti. Non sono mancati i gesti di solidarietà: una trentina di genitori hanno firmato una petizione per chiedere che la maestra restasse in servizio, mentre altri hanno espresso sostegno sui social.
La vicenda è arrivata fino al Ministero dell’Istruzione, che ha annunciato la creazione di una commissione per aggiornare il codice di comportamento dei dipendenti pubblici, con particolare attenzione al personale scolastico e all’uso dei social network. Il caso Maraga, insomma, ha messo in luce un vuoto normativo e la necessità di definire con chiarezza i limiti tra vita privata e professionale.
Oggi Elena Maraga guarda avanti, forte del sostegno di una nuova community online e di una visibilità che, se da un lato le ha causato la perdita del lavoro, dall’altro le ha aperto nuove opportunità. “Mi piaccio, ho fatto della passione per il mio corpo anche una forma di guadagno, non capisco quale sia il problema”, ha dichiarato la giovane, che ora si dedica alla formazione come personal trainer e continua la sua attività su OnlyFans, diventata ormai la sua principale fonte di reddito.
La sua storia resta un simbolo della trasformazione digitale e dei nuovi confini tra pubblico e privato, tra lavoro e vita personale, in un’Italia che ancora fatica a trovare un equilibrio tra tradizione e innovazione. Nel frattempo, i numeri parlano chiaro: il profilo OnlyFans di Elena Maraga è un successo, e la “sexy maestra” è diventata, suo malgrado, un fenomeno di costume nazionale.