I funerali di Papa Francesco hanno rappresentato un momento storico di raccoglimento e di unità mondiale. Leader politici, capi di Stato, reali e fedeli si sono ritrovati a Roma per rendere omaggio a un Papa che ha segnato un'epoca, con il suo costante impegno a favore della pace, dei più deboli e del dialogo tra i popoli. Tra le presenze più osservate, quella del presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha suscitato particolare attenzione, in un contesto segnato dalle tensioni internazionali e dal ricordo delle parole del pontefice sulla guerra in Ucraina.
I funerali di Papa Francesco hanno unito numerosi capi di Stato e reali da tutto il mondo. Bergoglio è scomparso il 21 aprile dopo una lunga malattia, all’età di 88 anni. Il pontificato di Francesco verrà ricordato per la sua visione a favore degli ultimi, la sua invocazione per il dialogo e per le sue posizioni a favore della pace.
Con questo spirito, che ha segnato il suo intero pontificato, Papa Francesco ha chiesto spesso la fine dei combattimenti nella Striscia di Gaza e in Ucraina. In particolare, il conflitto tra Kiev e Mosca ha rappresentato una delle sfide più delicate per il pontefice.
Per molti, l'eredità del Papa sulla guerra tra Ucraina e Russia è stata altalenante. Nonostante ciò, Francesco ha ripetutamente chiesto la fine della guerra in Ucraina mantenendo sempre il suo appello alla diplomazia e al rispetto della vita umana.
Sembra che sia scoppiato un applauso spontaneo quando il presidente ucraino è apparso fra i presenti ai funerali di Papa Francesco. Ciò è avvenuto quando Zelensky è uscito dalla Basilica di San Pietro.
La presenza di Zelensky ai funerali di Papa Francesco e l'accoglienza calorosa ricevuta da parte dei presenti dimostrano quanto la questione ucraina resti centrale nella sensibilità internazionale. Zelensky è arrivato alle esequie di Papa Francesco insieme alla first lady ucraina, Olena. Ha reso omaggio davanti alla bara del pontefice prima della cerimonia funebre.
L'appello di Bergoglio a Kiev affinché "non si vergogni di negoziare" con la Russia aveva scatenato critiche da diversi leader che avevani affermato che la resa non equivale alla pace. In un'intervista all'emittente svizzera RSI, andata in onda il 20 marzo 2024, aveva affermato:
Volodymyr Zelensky ha rivelato negli ultimi mesi del 2024 il suo piano di vittoria per raggiungere una pace giusta ed equa. Il piano prevedeva di costringere Mosca alla pace con mezzi diplomatici, economici, politici e militari, con l'indispensabile aiuto degli alleati. Il presidente ucraino mira a preservare la sovranità e l’integrità territoriale del suo paese. Tuttavia, gli equilibri sono cambiati con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Sicuramente Kiev non gode più del forte sostegno di Washington come principale alleato. Ad oggi, gli Stati Uniti appaiono come il principale mediatore tra Kiev e Mosca.
Nell'ottobre 2024, invece, il pontefice aveva sottolineato le sofferenze dei civili:
Bergoglio si era astenuto dal criticare pubblicamente Vladimir Putin. Ciò potreva essere letto anche come un segnale per mantenere aperti i canali di dialogo. Il pontificato di Francesco, sarà ricordato sopratutto per il tentativo di promuovere la pace come valore supremo, anche nelle situazioni più complesse.