13 May, 2025 - 16:46

Ortoressia nervosa: cos’è, come riconoscerla e come uscirne

In collaborazione con
Simona Ledda
Ortoressia nervosa: cos’è, come riconoscerla e come uscirne

Mangiare sano è diventato un’ossessione? Un piatto detox. Un ingrediente bio. Un’etichetta senza zuccheri, senza conservanti, senza difetti. Se scegliere cosa mangiare ti dà più ansia che piacere... Se ogni pasto è una prova da superare... Potresti trovarti di fronte all’ortoressia nervosa. Un disturbo alimentare subdolo, spesso mascherato da "vita sana", che sta crescendo in modo silenzioso. Ma cos’è davvero l’ortoressia? E come riconoscerla prima che rovini la tua salute? Scopriamolo insieme.

Ortoressia: cosa è davvero?

L’ortoressia non è “solo” voler mangiare meglio. È un’ossessione patologica per il cibo sano. Una prigione fatta di scelte alimentari rigidissime, esclusioni sempre più severe e paura di contaminarsi mangiando qualcosa di "impuro". Il termine, creato da Steven Bratman nel 1997, deriva dal greco orthos (corretto) e orexis (appetito). Oggi, sebbene non ancora inserita nel DSM-5 (il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), l'ortoressia nervosa è riconosciuta come una realtà clinica preoccupante.

Chi è più a rischio? Scopri se ti riconosci.

Secondo uno studio pubblicato su Nutrients (Horovitz & Argyrides, 2023), i numeri parlano chiaro:

  • Il 5-10% della popolazione mostra comportamenti ortoressici
  • Tra studenti di medicina e professionisti del benessere si arriva al 90%!

I profili più a rischio?

  • Giovani adulti tra i 18 e i 35 anni 
  • Studenti universitari di scienze mediche, sportive o nutrizionali 
  • Personal trainer, dietisti, influencer del fitness 
  • Persone perfezioniste, ansiose, ossessive 
  • Utenti attivi su Instagram e TikTok I social media, con la cultura del clean eating e dei corpi perfetti, amplificano il rischio. 

Ortoressia: sintomi da non ignorare

Attenzione ai segnali: i sintomi dell’ortoressia non sempre si riconoscono subito. Spesso inizia come una “scelta salutare”, ma evolve in qualcosa di molto più rigido.

Ecco i principali campanelli d’allarme:

• Pianificazione ossessiva dei pasti

• Evitamento totale di zuccheri, glutine, latticini, grassi

• Senso di colpa o angoscia dopo aver mangiato cibi “vietati”

• Isolamento sociale per paura di non controllare cosa si mangia

• Pensieri costanti sulla qualità e provenienza dei cibi 

Se il cibo governa i tuoi pensieri, non è più salute: è schiavitù.

Ortoressia e vigoressia: quando il corpo diventa un’ossessione

Spesso l’ortoressia si accompagna alla vigoressia, l’ossessione per il corpo scolpito e la muscolatura perfetta. Due facce della stessa medaglia: il bisogno compulsivo di controllare, migliorare, purificare. In entrambi i casi, si perde il piacere di vivere per inseguire un ideale irraggiungibile.

Le conseguenze dell’ortoressia? Più gravi di quanto pensi.

Fisicamente, le conseguenze dell’ortoressia si traducono in:

• Malnutrizione

• Deficit vitaminici e minerali

• Debolezza, osteoporosi, problemi digestivi

Mentalmente, provoca: 

• Ansia alimentare

• Pensieri ossessivi

• Isolamento sociale

• Depressione

Il paradosso è evidente: nel tentativo di diventare più sani, si finisce per ammalarsi.

Come uscire dall’ortoressia? (Spoiler: non da soli)

Se ti riconosci in questi segnali, fermati. Respira. Non sei solo. Uscire dall’ortoressia è possibile, ma serve aiuto.

Ecco i pilastri della cura:

• Psicoterapia cognitivo-comportamentale: per smontare pensieri ossessivi e regole rigide

• Mindfulness: per riconnetterti al tuo corpo senza paura

• Nutritional counseling: per reimparare a nutrirti, non a punirti

• Sostegno sociale: amici, famiglia, gruppi di supporto il cibo è vita, non controllo.

L’ortoressia nervosa è una gabbia invisibile che soffoca la gioia, il piacere, la spontaneità. Ma esiste una via d'uscita. Mangiare sano è importante, ma non deve trasformarsi in una prigione.

A cura di Simona Ledda

LEGGI ANCHE