Mangiare sano è diventato un’ossessione? Un piatto detox. Un ingrediente bio. Un’etichetta senza zuccheri, senza conservanti, senza difetti. Se scegliere cosa mangiare ti dà più ansia che piacere... Se ogni pasto è una prova da superare... Potresti trovarti di fronte all’ortoressia nervosa. Un disturbo alimentare subdolo, spesso mascherato da "vita sana", che sta crescendo in modo silenzioso. Ma cos’è davvero l’ortoressia? E come riconoscerla prima che rovini la tua salute? Scopriamolo insieme.
L’ortoressia non è “solo” voler mangiare meglio. È un’ossessione patologica per il cibo sano. Una prigione fatta di scelte alimentari rigidissime, esclusioni sempre più severe e paura di contaminarsi mangiando qualcosa di "impuro". Il termine, creato da Steven Bratman nel 1997, deriva dal greco orthos (corretto) e orexis (appetito). Oggi, sebbene non ancora inserita nel DSM-5 (il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), l'ortoressia nervosa è riconosciuta come una realtà clinica preoccupante.
Secondo uno studio pubblicato su Nutrients (Horovitz & Argyrides, 2023), i numeri parlano chiaro:
I profili più a rischio?
Attenzione ai segnali: i sintomi dell’ortoressia non sempre si riconoscono subito. Spesso inizia come una “scelta salutare”, ma evolve in qualcosa di molto più rigido.
Ecco i principali campanelli d’allarme:
• Pianificazione ossessiva dei pasti
• Evitamento totale di zuccheri, glutine, latticini, grassi
• Senso di colpa o angoscia dopo aver mangiato cibi “vietati”
• Isolamento sociale per paura di non controllare cosa si mangia
• Pensieri costanti sulla qualità e provenienza dei cibi
Se il cibo governa i tuoi pensieri, non è più salute: è schiavitù.
Spesso l’ortoressia si accompagna alla vigoressia, l’ossessione per il corpo scolpito e la muscolatura perfetta. Due facce della stessa medaglia: il bisogno compulsivo di controllare, migliorare, purificare. In entrambi i casi, si perde il piacere di vivere per inseguire un ideale irraggiungibile.
Le conseguenze dell’ortoressia? Più gravi di quanto pensi.
Fisicamente, le conseguenze dell’ortoressia si traducono in:
• Malnutrizione
• Deficit vitaminici e minerali
• Debolezza, osteoporosi, problemi digestivi
Mentalmente, provoca:
• Ansia alimentare
• Pensieri ossessivi
• Isolamento sociale
• Depressione
Il paradosso è evidente: nel tentativo di diventare più sani, si finisce per ammalarsi.
Se ti riconosci in questi segnali, fermati. Respira. Non sei solo. Uscire dall’ortoressia è possibile, ma serve aiuto.
Ecco i pilastri della cura:
• Psicoterapia cognitivo-comportamentale: per smontare pensieri ossessivi e regole rigide
• Mindfulness: per riconnetterti al tuo corpo senza paura
• Nutritional counseling: per reimparare a nutrirti, non a punirti
• Sostegno sociale: amici, famiglia, gruppi di supporto il cibo è vita, non controllo.
L’ortoressia nervosa è una gabbia invisibile che soffoca la gioia, il piacere, la spontaneità. Ma esiste una via d'uscita. Mangiare sano è importante, ma non deve trasformarsi in una prigione.
A cura di Simona Ledda