19 May, 2025 - 15:30

Paradise Highway si basa su una storia vera? Il dramma del traffico umano raccontato nel film

Paradise Highway si basa su una storia vera?  Il dramma del traffico umano raccontato nel film

Quando ho visto "Paradise Highway", con una straordinaria Juliette Binoche nei panni di una camionista americana di origini canadesi, mi sono subito chiesta se questo racconto così crudo sia realmente accaduto.

Il film ci porta nel mondo dei lunghi viaggi solitari attraverso le autostrade americane, dove una camionista si ritrova costretta a trasportare una giovane vittima di traffico umano per salvare suo fratello, minacciato di morte in carcere.

Dietro questa sceneggiatura si nasconde una vicenda realmente accaduta? Scopriamo i dettagli nell'articolo.

Paradise Highway si basa su una storia vera?

Prima di continuare nella lettura, guarda il trailer ufficiale grazie a My Movies:

"Paradise Highway" è uno di quei film che ti afferrano e non ti lasciano facilmente. Si tratta di un intimo crime drama che scava nel profondo, e ci racconta una storia di disperazione, di scelte che cambiano la vita e di un fragile raggio di speranza.

Ma è una storia vera?

No, "Paradise Highway" non è una trasposizione diretta di una storia vera, ma è ispirato ad eventi reali e a una lunga e meticolosa ricerca da parte della regista. Si tratta di una storia originale, nata da un'idea che Anna Gutto ha iniziato a sviluppare quasi un decennio prima che il film vedesse la luce.

L'ispirazione iniziale, come ha raccontato la stessa regista, nasce da un'esperienza vissuta durante l'adolescenza: la scoperta che nel palazzo di un suo amico, in un quartiere apparentemente rispettabile della città, si nascondeva un bordello.

Questo fatto la scioccò profondamente, facendola riflettere su quante realtà terribili passino inosservate o vengano ignorate dalla società.

Gutto si rese conto che il problema della tratta non riguardava solo persone provenienti da altri paesi, ma si verificava anche a livello nazionale. Decise quindi che era fondamentale portare questo argomento all'attenzione del pubblico.

Così, iniziò a delineare la storia di una ragazzina che riesce a trovare una via d'uscita da quell'inferno. "Spesso è molto difficile per queste ragazze o ragazzi uscire," ha spiegato Gutto, "non perché siano incatenati, ma per la loro mancanza di risorse, o semplicemente per la paura che provano. Quindi, volevo raccontare la storia di qualcuno che ha avuto la capacità di evadere."

Un consiglio ricevuto da Paul Schrader diede alla sua storia una nuova e geniale direzione. Lui le mostrò un video su YouTube sulle donne camioniste e le consigliò di trovare proprio tra di loro la sua protagonista. 

Questa intuizione si rivelò fondamentale. Gutto approfondì le sue ricerche, contattando direttamente delle camioniste, ascoltando le loro esperienze personali, la loro vita sulla strada, le sfide e le difficoltà affrontate nello svolgere un mestiere prevalentemente maschile. Ha persino utilizzato alcuni dialoghi tratti da queste conversazioni reali all'interno del film. 

Ed è così che nacque Sally.

La trama del film, Sally interpretata da un'inedita Juliette Binoche

Al centro della storia c'è Sally, Juliette Binoche che ci regala una performance superlativa, una camionista, che si ritrova a dover portare a termine un incarico che sembra semplice: trasportare un "pacco". Ma la realtà è un pugno nello stomaco: quel pacco è una bambina, Leila, vittima della tratta di esseri umani.

Questa scoperta sconvolge il suo mondo e la costringe a guardare in faccia una verità orribile e a rimettere in discussione tutto. Da quel momento, per lei e per suo fratello, inizia una fuga disperata, con la polizia da una parte e i crudeli trafficanti dall'altra.

La regista riesce a mostrarci l'oscurità di questi temi, la brutalità della tratta di minori, ma illumina ed esalta anche il coraggio di chi si batte per aiutare gli altri. Una storia cruda e toccante, che diventa imperdibile.

"Paradise Highway" nonostante racconti una storia non vera, è profondamente ancorato alla realtà ed è per questo che riesce suscitare emozioni profonde nello spettatore, spingendolo a riflettere su una piaga sociale dolorosamente presente, ma della quale si parla poco.

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