25 May, 2025 - 08:00

L’emergenza siccità inizia a maggio: perché il Sud è in trincea (e il governo in silenzio)

L’emergenza siccità inizia a maggio: perché il Sud è in trincea (e il governo in silenzio)

La Giornata Mondiale dell'Acqua, celebratasi il 22 marzo, ha messo in luce una crisi idrica che spacca l'Italia: un Nord flagellato da piogge record e un Sud alle prese con la siccità. Il rapporto ISPRA 2025, aggiornato con il modello BIGBANG, stima 325 miliardi di metri cubi di precipitazioni, +12% rispetto alla media 1991-2020.

La situazione però resta drammatica: il Nord, con surplus del 42% in Piemonte, Liguria, e Veneto, ha subito alluvioni in Lombardia e Sardegna. Al Sud, Sicilia (-27%) e Puglia (-24%) rappresentano due regioni a rischio crisi idrica. La disponibilità idrica nazionale cresce (160 miliardi di metri cubi), ma il trend dal 1951 resta in calo.

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Il bollettino della Fondazione CIMA sullo Snow Water Equivalent (SWE) al 3 maggio 2025 mostra un deficit nazionale del 27,44% con 3,13 miliardi di metri cubi di acqua stoccati, 1,18 miliardi in meno rispetto alla media 2011-2023. Al Nord, ci sono state nevicate intense, come quella della tempesta Hans (16-17 aprile), le quali hanno accumulato un miliardo di metri cubi in 48 ore, ma fusioni rapide, causate da ondate di calore, hanno vanificato il recupero.

L'Adige è passato da un deficit del 37% al 20%, mentre il Po resta vulnerabile. Al Centro-Sud, il disastro: Tevere -98%, Aterno-Pescara -95%, Sele, Volturno e Crati -100%. Gli Appennini, con piogge scarse e temperature elevate, chiudono una stagione nivale tra le peggiori degli ultimi 10 anni.

Coldiretti ha stimato 10 miliardi di euro di danni agricoli nel 2025 e la siccità globale cresce di 50mila km2 l'anno: l'Italia non fa eccezione. In Sicilia, 30 comuni hanno razionato l'acqua, con un deficit di 60 milioni di metri cubi nel 2025. A febbraio il presidente di Regione Renato Schifani ha confermato lo stato di calamità.

Sardegna, Sicilia, Calabria, Puglia e Basilicata soffrono precipitazioni sotto la media da oltre sei mesi, con temperature che aumentano l'evapotraspirazione. In Italia reti idriche obsolete, dighe mal gestite e scarsa prevenzione aggravano la crisi: come spesso è capitato con il governo di Giorgia Meloni, è stato scelto un commissario straordinario per il fenomeno della scarsità idrica, Nicola Dell'Acqua.

Azioni concrete e decisive ancora però non si sono viste.

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L'UE ha voluto rispondere con la "Water Resilience Strategy 2025", promuovendo resilienza climatica, uso sostenibile in città e agricoltura, e il rispetto della Direttiva Quadro sulle Acque. In Italia, il 70% delle acque sotterranee è in buono stato chimico, ma pesticidi e scarichi urbani restano criticità.

Coldiretti e i Consorzi di Bonifica spingono per un Piano Invasi: bacini in materiali locali, raddoppio della raccolta piovana, digitalizzazione dell'irrigazione e recupero degli invasi. Ciò aiuterebbe l'agricoltura: tornando alla Sicilia, coltivazioni come l'avocado, le olive di Castelvetrano, le arance di Ribera e il caffè Morettino rischiano per la tropicalizzazione del clima isolano.

L'attenzione verso gli agricoltori e le pressioni subite dalle loro lobby hanno già portato a forti passi indietro nella svolta green che era alla base del primo mandato di Ursula von der Leyen. Con il suo secondo mandato, il PPE (Partito Popolare Europeo) si è fatto portavoce di quella larga fetta industriale che cerca di rimandare sempre più in là il momento dell'abbandono delle fonti energetiche inquinanti.

Un futuro dalle nubi oscure

Il 2025, con temperature medie di +1,4°C (Isac-Cnr), è tra gli anni più caldi mai registrati. Le previsioni per giugno-agosto 2025 indicano temperature sopra la media e piogge scarse al Sud, minacciando agricoltura e allevamento.

I cambiamenti delle temperature non portano danni soltanto all'economia di un paese, ma aggravano anche lo stato di salute della sua popolazione: le allergie sono diventate malanni cronici che impattano in misura notevole sui sistemi sanitari nazionali. Serve quindi una rivoluzione culturale e politica che non lasci il Sud (non soltanto quello italiano) a secco e il Nord sott'acqua.

I tre punti salienti dell'articolo

  • Crisi idrica asimmetrica: surplus di piogge e alluvioni al Nord, siccità estrema al Sud (Sicilia -27%, Puglia -24%, fiumi in secca al Centro-Sud).

  • Danni agricoli e ambientali: 10 miliardi di euro di perdite stimate da Coldiretti; coltivazioni a rischio e desertificazione in crescita.

  • Risposte politiche insufficienti: istituito un commissario (Nicola Dell'Acqua), ma senza azioni strutturali; l’UE propone la Water Resilience Strategy, l’Italia resta indietro.

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