Il Napoli ha scritto ieri sera una delle pagine più emozionanti della sua storia calcistica, conquistando il quarto scudetto della sua esistenza all’ultima giornata di campionato, con una vittoria per 2-0 contro il Cagliari. Una notte indimenticabile, una città in estasi, un successo che nessuno avrebbe pronosticato ad agosto. Eppure, Antonio Conte ha saputo trasformare il gruppo partenopeo in una macchina da guerra, imprimendo alla squadra il suo spirito battagliero, la fame di vittoria e la mentalità feroce che lo contraddistingue.
L’immagine simbolo della serata? Lungo e commosso, l’abbraccio in campo tra Conte e Romelu Lukaku. Due uomini che hanno già condiviso trionfi, due destini che si sono cercati ancora. Perché in questo scudetto c’è sì la mano del tecnico, ma anche il peso specifico di un attaccante che ha segnato 14 reti, l’ultima proprio nella notte del trionfo. Quanti titoli hanno vinto insieme Conte e Lukaku? Più di quanto si potrebbe immaginare. Ma è chiaro: dove vanno loro, spesso arriva anche la vittoria.
Antonio Conte è ormai sinonimo di vittorie. In carriera, l’allenatore salentino ha conquistato sei titoli di campione nazionale, sparsi tra Italia e Inghilterra. Un curriculum che parla da sé, frutto di una determinazione ossessiva e di una capacità unica nel motivare i suoi uomini. Di questi sei trionfi, ben tre sono arrivati con Romelu Lukaku al suo fianco: il primo risale alla stagione 2020-2021, quando guidarono insieme l’Inter verso uno scudetto atteso da oltre un decennio. Poi, il nuovo capitolo scritto ieri con il Napoli.
Ma la storia tra i due parte da lontano: nel 2012, quando Conte era al Chelsea, fece di tutto per avere il centravanti belga nella rosa. Era solo l’inizio di una relazione calcistica intensa, fatta di reciproca stima. Lukaku, da parte sua, ha sempre restituito la fiducia con prestazioni da trascinatore: dove c’è Conte, lui dà il meglio. Dove c’è Lukaku, Conte sa di avere un’arma letale. Una sinergia che continua a portare trofei.
La partita contro il Cagliari è stata l’ultimo ostacolo di una cavalcata straordinaria. Una gara giocata con la giusta tensione, ma anche con la consapevolezza di chi sente che il destino è dalla sua parte. Dopo un primo tempo controllato, è stato proprio Lukaku a sbloccarla alle 22:02, con una zampata da vero numero nove: fisico, tecnica e freddezza.
Il secondo gol è arrivato poco dopo, suggellando il risultato e aprendo ufficialmente le danze. Lo stadio Maradona è esploso in un urlo collettivo che sembrava scuotere i palazzi della città. Fuochi d’artificio, cori, lacrime e sorrisi: Napoli ha abbracciato il suo scudetto con una gioia autentica, quasi incredula. Conte ha osservato tutto dalla sua postazione sopraelevata, freddo e composto, almeno fino al fischio finale. Poi si è lasciato andare, accogliendo l’abbraccio della sua gente e, soprattutto, quello del suo centravanti. È stato il trionfo di un gruppo unito, e di una città che torna a cantare.
Nessuno, a inizio stagione, avrebbe scommesso sul Napoli campione d’Italia. Troppe incognite, troppi dubbi, troppa concorrenza. Ma Antonio Conte ci ha creduto, sempre. Anche nei momenti più bui, anche quando sembrava che il progetto potesse franare. E ha riportato a casa Lukaku, convinto che fosse la chiave per ricostruire. Lo ha ritrovato dimagrito, concentrato, affamato.
E il belga ha ripagato la fiducia nel migliore dei modi, diventando l’uomo in più. Il Napoli non era la squadra più forte, ma era quella più compatta, più affamata, più ispirata. Ha vinto il coraggio, ha vinto la tenacia, ha vinto un’idea di calcio fatta di lotta e visione. Conte e Lukaku si sono ritrovati ancora una volta sul tetto d’Italia. Il calcio, si sa, non è solo questione di numeri: è anche questione di legami. E quando un allenatore e un giocatore si scelgono davvero, i risultati possono essere straordinari.