"Io non ho niente a che fare con la morte di Liliana." Sebastiano Visintin, tornato a Trieste dopo essere risultato "irreperibile" per alcuni giorni, ha rotto il silenzio.
Raggiunto dai microfoni dell'emittente triestina Tele4, ha di nuovo ribadito la sua innocenza dopo la ricostruzione della Procura, secondo la quale avrebbe aggredito e soffocato la moglie nel boschetto dell'ex ospedale psichiatrico il giorno della sua scomparsa, ossia il 14 dicembre 2021. Il cadavere sarebbe stato ritrovato solo tre settimane dopo, il 5 gennaio 2022.
L'uomo è stato intervistato oggi, 26 maggio 2025, anche dall'inviato del programma Rai Storie Italiane: è apparso sorridente e ha confermato di essere "sereno".
Intanto altri tre coltelli, da lui donati a un conoscente che vive in Toscana, sono stati sequestrati dopo che l'uomo si è rivolto alla pm titolare dell'inchiesta, Ilaria Iozzi.
Sebastiano Visintin è stato intercettato da Tele4 mentre era alla guida della sua auto. Dopo aver affermato di non avere "niente a che fare" con la morte della moglie, ha dichiarato di essere felice di trovarsi a Trieste: una città "meravigliosa", dove si è trasferito nel 1995.
Alla domanda se si senta già condannato, accusato dalla Procura di essere il responsabile della morte della 63enne, ha risposto:
Evidenziando che lui sta vivendo
Ma si è trattato di suicidio oppure di omicidio?
sono state le sue parole.
All'inviato Rai, che lo ha intervistato sempre mentre si trovava in auto, ha affermato che "ci vuole tempo" per chiarire tutto, bollando come "ridicole" le voci secondo le quali fosse "scappato".
Intanto altri coltelli, dopo quelli sequestrati nelle scorse settimane nell'abitazione di Sebastiano Visintin, sono finiti nel mirino della Procura. Stando a quanto riportato dal quotidiano Il Piccolo in edicola oggi, si tratta di tre lame regalate a un conoscente oltre due anni fa.
L'uomo, un professionista che vive in Toscana, dopo aver appreso la notizia dell'ingente numero di coltelli e forbici sequestrati in casa di Visintin nel corso della perquisizione dell'8 aprile, ha contattato la Pm per rendere noto di averli ricevuti in regalo.
Convocato negli uffici della Squadra Mobile, gli sono state rivolte domande sul rapporto con Visintin e poi gli sono stati sequestrati i tre coltelli. Sul corpo di Liliana, sottolinea il quotidiano, non sono state però trovate ferite d'arma da taglio.
A giorni, la gip Flavia Mangiante deciderà sull'assunzione con incidente probatorio della testimonianza di Claudio Sterpin, l'amico "speciale" di Liliana Resinovich. I legali di Visintin si sono opposti.
Il servizio sul caso di Daniele Lettig per il Tg Rai FVG - 25/05/2025
Claudio Sterpin, l'86enne con cui Liliana stava progettando un nuovo futuro, è intervenuto sulle accuse della Procura nei confronti del marito della donna.
Secondo l'uomo non è stato Sebastiano Visintin a uccidere la 63enne, come ribadito all'Ansa: piuttosto si sarebbe trattato di un "lavoro premeditato e fatto da più persone".
Sterpin è convinto che Visintin
nel boschetto dell'ex ospedale psichiatrico di Trieste la mattina del 4 gennaio. Secondo l'amico di Lily, infatti,
Dichiarazioni, ha poi ricordato, già affidate alla polizia da mesi. Ciò che ci si augura, ora, è che si sia davvero vicini a una svolta.