Il Lecce ce l’ha fatta ancora: per il terzo anno consecutivo, i giallorossi conquistano la salvezza in Serie A, scrivendo un’altra pagina epica della loro storia recente. Un traguardo arrivato al termine di una stagione sofferta, culminata in una vittoria tanto inattesa quanto straordinaria all’Olimpico di Roma contro la Lazio.
Gli uomini di Marco Giampaolo, subentrato in corsa e capace di rigenerare la squadra, hanno conquistato i tre punti decisivi con un gol pesantissimo e una prestazione di cuore e sacrificio. A rendere l’impresa ancora più leggendaria, l’inferiorità numerica durata per l’intero secondo tempo: a pochi minuti dalla fine del primo tempo, l’argentino Santiago Pierotti è stato espulso per doppia ammonizione, lasciando i salentini in dieci contro undici.
Un episodio che ha infiammato le polemiche e spaccato l’opinione pubblica. Il cartellino rosso era giusto o eccessivo? La domanda resta aperta, e il dibattito non si è ancora placato.
Le immagini dell’episodio incriminato hanno subito fatto il giro del web, dividendo tifosi e addetti ai lavori. Pierotti, ammonito già in precedenza per un intervento in ritardo su un avversario che aveva scaricato il pallone da tempo, ha ricevuto il secondo giallo per un fallo su Nuno Tavares, intento a lanciarsi verso l’area leccese. La decisione dell’arbitro Fabbri ha generato proteste immediate da parte della panchina giallorossa, e anche i quotidiani sportivi non hanno risparmiato critiche.
In particolare, Il Corriere dello Sport ha attribuito all’arbitro un’insufficienza (voto 5), sottolineando che il secondo giallo comminato a Pierotti non fosse da considerarsi come interruzione di un’azione d’attacco promettente. La testata precisa che al momento del contatto, nella zona erano presenti ben quattro giocatori del Lecce, e che il fallo – seppur evidente – era frutto di una semplice negligenza, non di imprudenza o noncuranza. Inoltre, il VAR non è potuto intervenire, poiché il protocollo non prevede la revisione per le seconde ammonizioni. Una beffa ulteriore per il Lecce, che ha dovuto stringere i denti per 45 minuti sotto l’assedio biancoceleste.
Quello accaduto all’Olimpico non è un caso isolato. L’intera stagione 2024/25 è stata costellata da episodi controversi legati a decisioni arbitrali e all’utilizzo – o mancato utilizzo – del VAR. Gli errori, a volte macroscopici, hanno influito sull’andamento di partite decisive per la lotta salvezza, la corsa all’Europa e la vetta della classifica.
Il protocollo VAR, nato con l’intento di ridurre le ingiustizie, sembra oggi più che mai limitato da paletti troppo rigidi, che impediscono un intervento quando più servirebbe. Il caso Pierotti è emblematico: un secondo giallo discutibile, che non può essere rivisto, ha rischiato di compromettere la salvezza di un’intera squadra. È lecito chiedersi se non sia arrivato il momento di ripensare in maniera strutturale all’intero sistema arbitrale, dotandolo di maggiori strumenti e responsabilità. Le società, i tifosi e gli stessi arbitri meritano maggiore chiarezza, coerenza e trasparenza.
Alla fine, però, ciò che conta è il verdetto del campo. Il Lecce ha risposto all’ingiustizia con una prova di straordinario orgoglio e compattezza. Il portiere Falcone è stato il protagonista assoluto del secondo tempo, salvando il risultato con interventi decisivi e trasmettendo sicurezza a tutta la retroguardia. Giampaolo ha gestito in maniera perfetta una situazione tattica complicatissima, e il gruppo ha dimostrato una maturità che forse nemmeno i tifosi più ottimisti si aspettavano.
La salvezza è un premio meritato per un’annata combattuta fino all’ultimo, e che avrebbe potuto essere compromessa da una svista arbitrale. L’espulsione di Pierotti resta un episodio amaro, che però non cancella la grandezza dell’impresa salentina. Ora si guarda avanti: il Lecce giocherà ancora in Serie A, e lo farà con la consapevolezza di poter superare anche gli ostacoli più duri.