Continua a far discutere l’annuncio di Ilaria Salis, che ha espresso l’intenzione di tornare a Budapest per partecipare al Gay Pride del 28 giugno, nonostante il divieto imposto dal governo di Viktor Orbán.
A scoraggiarla, in modo sorprendente, non è soltanto la destra ungherese: anche Jámbor András, esponente di spicco del principale partito di sinistra all’opposizione, le ha rivolto una dura lettera pubblica chiedendole di non partecipare. Il parlamentare ungherese ha pubblicato sui suoi canali social un duro sfogo nei confronti dell’attivista italiana, chiedendole di non partecipare all’evento di Budapest.
L’eurodeputata italiana è stata arrestata nel febbraio del 2023 e detenuta per un anno e mezzo nella capitale magiara per la presunta aggressione di due manifestanti durante un corteo neofascista. Oggi, Ilaria Salis gode dell’immunità parlamentare (l’Ungheria ha presentato richiesta di revoca al Parlamento Europeo), ma la scelta di partecipare alla parata per la difesa dei diritti della comunità Lgbtqia+ nella capitale ungherese potrebbe comportare diversi rischi.
L’eurodeputata di AVS ha annunciato nei giorni scorsi che il 28 giugno sarà a Budapest per partecipare Al Gay Pride, l’annuale parata della comunità Lgbtqia+ che di Viktor Orban ha vietato. Un annuncio accolto con irritazione dal governo ungherese.
Solidarity! ???? #BudapestPride pic.twitter.com/EjlQIooMqC
— Ilaria Salis (@SalisIlaria) May 22, 2025
Nelle ultime ore, però, a chiedere all’attivista italiana di non ritornare nella capitale magiara non sono gli esponenti dell’esecutivo di ultradestra ungherese, bensì uno dei volti più noti della sinistra ungherese, Jàmbor Andràs, che le ha scritto una durissima lettera su Facebook.
L'esponente della sinistra ungherese, infatti, non vedrebbe di buon occhio il ritorno in Ungheria di Ilaria Salis, per il timore che le sue azioni possano essere poi utilizzate dalla propaganda di Orban per attaccare e denigrare la sinistra locale. Jambor fa riferimento all’arresto e al processo di Salis, per sottolineare come in quell’occasione il sistema orbaniano abbia utilizzato la vicenda per attaccare l’opposizione.
Secondo il deputato, la sinistra occidentale sarebbe interessata solo della narrazione ideologica (lotta antifascista, diritti civili) ma non della realtà sociale e politica dell’Ungheria e conclude la sua lettera chiedendo esplicitamente a Ilaria Salis di non andare a Budapest perché - secondo lui – la sua presenza rafforzerebbe il regime di Orbán, invece di indebolirlo.
Partecipare alla parata del 28 giugno del Gay Pride a Budapest è un reato, dopo la messa al bando del governo ungherese. I partecipanti rischiano l’arresto e sanzioni amministrative. Per Ilaria Salis, e per gli altri europarlamentari europei che hanno espresso l’intenzione di partecipare all’evento per sostenere la causa della comunità Lgbtqia+ locale, non dovrebbero esserci ripercussioni in quanto sono coperti dall’immunità parlamentare.
Tuttavia, per Ilaria Salis la situazione è più complessa: nonostante goda dell’immunità parlamentare, l’Ungheria ha chiesto la sua revoca al Parlamento europeo. Sebbene sia improbabile un arresto immediato, la sua presenza potrebbe essere strumentalizzata politicamente o diventare oggetto di tensioni diplomatiche.
In ogni caso, tuttavia sia per Ilaria Salis, sia per tutti i partecipanti provenienti dall’estero, la partecipazione al Gay Pride di Budapest dovrebbe comunque essere considerata un reato minore, passibile di una multa.