A undici anni di distanza dalla sua ultima esperienza sulla panchina rossonera, Massimiliano Allegri è pronto a tornare al Milan. Le prossime ore potrebbero essere decisive: l’accordo sembra sempre più vicino, con il tecnico livornese atteso a dare il suo definitivo ok per firmare un contratto biennale, con opzione per un terzo anno, da 5 milioni di euro più bonus a stagione.
Dopo l’ufficializzazione di Igli Tare come nuovo direttore sportivo, il club di via Aldo Rossi ha deciso di affidare il nuovo ciclo a una figura che conosce bene l’ambiente e la pressione che comporta allenare il Milan. Allegri, del resto, è stato l’ultimo allenatore capace di tenere stabilmente la squadra tra le prime tre della Serie A per tre anni consecutivi. Ora, il tecnico toscano è pronto a scrivere un nuovo capitolo della sua carriera, tornando dove tutto è iniziato ad altissimi livelli. E ciò che ha già conquistato con il Milan non è stato poco.
Arrivato al Milan nell’estate del 2010, Allegri ha impresso subito la sua impronta. Alla prima stagione centrò uno straordinario trionfo in campionato, riportando lo Scudetto a Milano dopo sette anni di attesa. Era il Milan dei senatori, con Ibrahimovic, Thiago Silva, Nesta e Seedorf, guidato da una mano ferma e razionale.
La stagione 2010-11 si concluse con il tricolore e una squadra capace di imporsi con forza in Italia. Negli anni successivi, pur tra le difficoltà legate a cessioni pesanti e a un progressivo ringiovanimento dell’organico, Allegri riuscì comunque a ottenere risultati di rilievo: secondo posto nella stagione 2011-12, terzo posto in quella 2012-13.
La sua esperienza si concluse nel gennaio 2014, dopo una sconfitta rocambolesca per 4-3 contro il Sassuolo. Ma l’eredità lasciata da Allegri fu quella di un Milan ancora competitivo e strutturato, nonostante il ridimensionamento economico avviato dalla società.
Anche in Europa, pur senza trionfi, il Milan di Allegri riuscì a mantenere una dignitosa presenza nel panorama internazionale. Nella stagione 2010-11 i rossoneri chiusero il girone al secondo posto alle spalle del Real Madrid di Mourinho, davanti ad Ajax e Auxerre, con 8 punti.
Agli ottavi furono poi eliminati dal Tottenham con un doppio confronto molto equilibrato, deciso da un solo gol. L’anno successivo, 2011-12, il Milan superò nuovamente la fase a gironi e si arrese soltanto ai quarti contro il Barcellona stellare di Guardiola, al termine di due partite in cui i rossoneri vendettero cara la pelle. Infine, nella stagione 2012-13, Allegri riportò ancora una volta il Milan agli ottavi, dove però fu nuovamente eliminato dal Barcellona, a conferma della difficoltà nell’andare oltre certe barriere europee in quegli anni.
Ma mantenere la squadra tra le prime sedici o otto d’Europa per tre stagioni consecutive fu comunque un risultato significativo, specie in una fase di transizione societaria e tecnica.
Il possibile ritorno di Massimiliano Allegri rappresenta una scelta di continuità nell’esperienza e una scommessa su una figura solida e collaudata. Dopo le rinunce a Vincenzo Italiano, destinato a rimanere a Bologna, e le incertezze su Antonio Conte, il Milan sembra aver deciso di puntare sull’usato sicuro.
Allegri conosce l’ambiente, ha già dimostrato di saper vincere e ha una reputazione di allenatore pragmatico, capace di gestire squadre sia con fuoriclasse affermati che con giovani in crescita. Sarà interessante vedere come si inserirà nel nuovo progetto tecnico della società rossonera, che punta a tornare stabilmente ai vertici sia in Italia che in Europa. Se davvero firmerà, Allegri avrà davanti a sé una grande occasione per rilanciare se stesso e riportare il Milan là dove, per storia e ambizione, dovrebbe sempre stare.