30 May, 2025 - 08:00

Manifestazione per Gaza, fra accuse di antisemitismo e distinguo: si spacca il campo largo

Manifestazione per Gaza, fra accuse di antisemitismo e distinguo: si spacca il campo largo

"Ridicolo, inaccettabile e insultante": con queste parole Nicola Fratoianni ha respinto al mittente le accuse del centrodestra sul carattere ostile a Israele della manifestazione che il campo largo ha organizzato per il 7 giugno. Pensata per stimolare il voto dei referendum dei due giorni successivi, la manifestazione è diventata il terreno di scontro fra i partiti sul come dovrebbe porsi l'Italia nei confronti della guerra a Gaza.

PD, M5S e AVS hanno messo in campo i propri esponenti per il 7 giugno, ma Azione e Italia Viva si sono sfilate e hanno messo in dubbio la tenuta del "campo largo" sulla politica estera italiana. La mozione unitaria votata alla Camera dai primi tre partiti chiede sanzioni a Israele, embargo alle armi e riconoscimento dello stato palestinese.

Il come però rappresenta un ostacolo all'unità delle forze progressiste, così come la paura che Piazza San Giovanni si trasformi in un momento di antisemitismo.

Antisemitismo nella piazza del 7 giugno? Fratoianni: "Insultante e falso"

Nicola Fratoianni di AVS alza i toni davanti a Montecitorio: "Il governo Meloni si schiera dalla parte sbagliata della storia", rendendosi complice "con lo sterminio, la pulizia etnica, il genocidio del popolo palestinese". L'attuale esecutivo poi avrebbe sbagliato nel prorogare il Memorandum sui rapporti militari con Tel Aviv e non votando a favore della revisione del trattato Ue-Israele.

La manifestazione del 7 giugno è, per Fratoianni, un grido contro "l'ecatombe umanitaria e il naufragio del diritto internazionale" a cui si assiste quotidianamente a Gaza. Dal canto suo Giuseppe Conte, leader del M5S, ha aggiunto: "Saremo in piazza per dire no a questo genocidio e alla mattanza di bambini a Gaza".

Da Italia Viva e Azione un'altra manifestazione: "Non hanno voluto parlare con noi"

Fin qui i tre maggiori partiti del "campo largo", cioè PD, M5S e AVS. Galvanizzati dai recenti successi alle comunali, sembrava che Schlein, Conte e il duo Bonelli-Fratoianni potessero partire nel costruire una piattaforma comune di proposte concrete per scalzare il governo Meloni.

Il nodo della politica estera però resta e, a tal proposito, c'è anche la preoccupazione che l'azione politica a favore della Palestina e della popolazione gazawi sia un modo per dar sfogo a sentimenti antisemiti di certi soggetti politici marginali. Fratoianni e Vittoria Baldini del Movimento 5Stelle hanno rifiutato l'idea che la piazza del 7 giugno sia contro Israele e i suoi abitanti.

Come accennato, un pezzo del "campo largo" ha detto no a Piazza San Giovanni. Le motivazioni però sono differenti: Calenda di Azione si è sfilato, lasciando a Matteo Richetti l'onere di ricordare come una proposta alla Camera sul conflitto a Gaza già esistesse, proprio a firma di Calenda.

Quest'ultimo aveva chiesto a Fratoianni di non far portare bandiere palestinesi alla piazza del 7 giugno, ricevendo un no come risposta (mentre il leader di AVS ribatte che ha lasciato libertà di decidere ai partecipanti). Azione e Italia Viva sono pronte a lavorare a una contromanifestazione a Milano, il 6 giugno, per condannare il premier israeliano senza derive antisemite.

Alla ricerca di un obiettivo chiaro e il silenzio del governo

Piero Fassino, voce di peso nel PD, non usa mezze misure. L'ex segretario dei Ds chiarisce: "No netto a Netanyahu, ma altrettanto netto a Hamas, senza ambiguità". La piazza serve a rilanciare l'opzione dei "due popoli, due Stati", sostenendo i manifestanti contro Netanyahu e contro Hamas.

Fassino ha poi rimproverato Valentina Cuppi, ex presidente dem e sindaca di Marzabotto, che aveva paragonato la "strage di Gaza" a quella accaduta nel paese che amministra: un'"equiparazione senza fondamento" secondo Fassino.

La manifestazione, secondo l'ex sindaco di Torino, dovrebbe unire su punti condivisi: liberazione degli ostaggi detenuti da Hamas, stop agli sfollamenti sforzati dei palestinesi, rifiuto dell'annessione di Gaza e Cisgiordania e apertura agli aiuti umanitari. Il timore di derive resta però forte e Fassino chiede che le sanzioni contro Israele prendano di mira solo figure estremiste di spicco e non la popolazione in generale.

Gli esponenti principali di governo, come Tajani e Crosetto, hanno dichiarato che l'Italia perseguirà una soluzione diplomatica per far tacere le armi, mentre Licia Ronzulli di Forza Italia punta il dito contro i simpatizzanti di Hamas presenti in manifestazioni simili avvenute in passato.

I tre punti salienti dell'articolo

  • Manifestazione del 7 giugno: PD, M5S e AVS scendono in piazza a Roma contro la guerra a Gaza, chiedendo sanzioni a Israele e il riconoscimento dello Stato palestinese.

  • Divisioni nel "campo largo": Azione e Italia Viva si sfilano per timori di derive antisemite e organizzano una contromanifestazione a Milano.

  • Scontro politico: Fratoianni e Conte accusano il governo di complicità nel genocidio, mentre Fassino e altri chiedono una linea chiara contro Netanyahu e Hamas.

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