Certe storie sembrano troppo eccessive per essere vere. Eppure, Diva Futura si basa su una realtà che ha rivoluzionato il mondo dell’intrattenimento in Italia.
Riccardo Schicchi non era solo un regista o un manager, ma un visionario che negli anni ’80 seppe intercettare i desideri, le contraddizioni e i tabù di un’intera generazione.
Dietro i lustrini e le provocazioni, c’è un racconto fatto di ambizione, scandali e libertà sessuale. Ma quanto è fedele alla realtà la versione raccontata sullo schermo? Scendiamo nei dettagli, in questo articolo.
Prima di continuare nella lettura, guarda il trailer:
Il film "Diva Futura", da poco approdato su Netflix, ci riporta indietro nel tempo, in un'Italia che stava vivendo profonde trasformazioni culturali e sociali.
Non è un semplice film, ma un viaggio, seppur romanzato, nel cuore di un'avventura imprenditoriale e umana che ha segnato un'epoca: la nascita e l'ascesa dell'agenzia Diva Futura, fondata nel 1983 da due figure iconiche e discusse, Riccardo Schicchi e Ilona Staller, meglio conosciuta come Cicciolina.
È importante sottolineare che, pur ispirandosi a fatti e personaggi reali, la pellicola adotta una narrazione romanzata. Non è un documentario, ma un'interpretazione artistica che mescola elementi di verità storica con la libertà creativa tipica del cinema.
L'opera, diretta da Giulia Louise Steigerwalt, trae ispirazione dal libro "Non dite alla mamma che faccio la segretaria" di Debora Attanasio, che per anni fu la fidata segretaria di Schicchi.
E proprio attraverso gli occhi di Debora, il film ci offre uno spaccato molto realistico su un mondo che, all'epoca, era avvolto da un misto di curiosità, scandalo e tabù: quello dell'intrattenimento per adulti.
"Diva Futura", il film, sceglie di raccontare questa epopea attraverso lo sguardo privilegiato di Debora Attanasio, interpretata da Barbara Ronchi.
Questa scelta narrativa permette di offrire uno spaccato più umano, più veritiero e, forse, più comprensibile di un mondo spesso percepito solo attraverso la lente dello scandalo.
Pietro Castellitto veste i panni carismatici e controversi di Riccardo Schicchi, mentre Denise Capezza e Lidija Kordic danno volto e corpo a due icone come Moana Pozzi e Ilona Staller.
L'obiettivo sembra essere quello di andare oltre la superficie e di esaminare le dinamiche interne all'agenzia, le ambizioni, i sogni e le contraddizioni dei suoi protagonisti.
Pensate a com'era l'Italia all'inizio degli anni Ottanta. Da una parte, un forte attaccamento alle vecchie abitudini, alle tradizioni radicate. Dall'altra, però, si sentiva nell'aria una voglia intensa di novità, un desiderio di scrollarsi di dosso un po' di polvere e di respirare la libertà del sesso.
In mezzo a questo ribollire di idee, spunta la figura di Riccardo Schicchi. Non era uno qualunque: fotografo, regista, uno con la testa piena di idee che andavano controcorrente.
Accanto a lui, un'altra personalità dirompente, Ilona Staller (Cicciolina). Insieme, ebbero un'intuizione: creare l'Agenzia Diva Futura, la prima in Italia a puntare tutto sul mondo del porno.
La loro base operativa, sulla via Cassia a Roma, diventò in un attimo un punto di ritrovo per gente con talento da vendere e idee che scottavano. Diva Futura non sfornava solo film e spettacoli osé. Divenne una specie di "fabbrica dei sogni" per chi voleva sfondare in quel settore.
Da lì sono usciti nomi che ancora oggi ci ricordiamo tutti: pensate a Moana Pozzi, a Éva Henger, o a un giovanissimo Rocco Siffredi.
Schicchi non si sentiva solo un imprenditore. Si vedeva più come un pioniere, un artista che voleva buttare giù i muri dei pregiudizi, quelle barriere che, in Italia, tenevano prigioniera la libertà di esprimersi, anche a letto.
E così, in pochissimo tempo, la sua agenzia non fu più solo un ufficio, ma diventò un simbolo. Il simbolo di un amore senza etichette, di quella rivoluzione sessuale che, piano piano, cominciava a farsi sentire anche da noi.
Riccardo Schicchi è stato, senza ombra di dubbio, una figura che ha diviso l'opinione pubblica, ma il suo impatto sull'industria dell'intrattenimento per adulti in Italia è innegabile.
È stato un innovatore, un provocatore, un uomo che ha cercato, a modo suo, di portare una nuova visione della sessualità in un paese che, sotto molti aspetti, era ancora molto conservatore.
Dopo la sua scomparsa nel 2012, il marchio Diva Futura e i diritti ad esso collegati sono passati alla moglie Éva Henger e ai figli.
L'agenzia, però, ha chiuso i battenti nel 2021, e questo ha segnato la fine di un'era. Ma l'eredità di Schicchi, nel bene e nel male, continua a farsi sentire. Ha aperto una strada, ha sdoganato un genere e ha contribuito a cambiare, seppur tra mille polemiche, il modo in cui si parlava (e si mostrava) il sesso in Italia.
Se vuoi andare al di là del giudizio morale, se vuoi guardare oltre il velo del tabù e cercare di comprendere le motivazioni e le dinamiche di un mondo che, per anni, ha fatto parlare di sé, nel bene e nel male, non perderti Diva Futura su Netflix.