La storia di Luis Enrique, celebre allenatore di calcio e già campione d'Europa con Barcellona e PSG, è segnata da un dolore profondo e universale: la perdita della figlia Xana, scomparsa prematuramente a soli 9 anni nel 2019.
Una tragedia che ha colpito non solo la famiglia, ma tutto il mondo dello sport, lasciando un segno indelebile nella vita dell’allenatore spagnolo e di chiunque abbia seguito la sua vicenda umana e professionale.
Xana è stata strappata all’affetto dei suoi cari da una delle forme più rare, gravi e aggressive di tumore alle ossa: l’osteosarcoma. Questa patologia, che colpisce prevalentemente bambini e adolescenti, è caratterizzata da una crescita molto rapida e da una resistenza spesso elevata ai trattamenti tradizionali.
Nel caso di Xana, la malattia si è manifestata in modo improvviso e devastante, lasciando alla famiglia solo cinque mesi per combattere una battaglia che, purtroppo, si è rivelata impossibile da vincere.
Luis Enrique, nel comunicato con cui annunciava la scomparsa della figlia, ha voluto ringraziare pubblicamente i medici, le infermiere e tutto il personale degli ospedali Sant Joan de Déu e Sant Pau, che hanno seguito la piccola con dedizione e umanità durante il difficile percorso della malattia.
Un pensiero speciale è stato rivolto anche alla squadra di cure palliative che ha accompagnato Xana e la famiglia negli ultimi mesi.
La morte di Xana ha rappresentato uno spartiacque nella vita di Luis Enrique e della moglie Elena, così come dei fratelli Pacho e Sira. L’allenatore, che all’epoca guidava la nazionale spagnola, decise di lasciare l’incarico per stare vicino alla figlia e alla famiglia, mantenendo il massimo riserbo sulle condizioni di salute della bambina fino all’annuncio ufficiale della scomparsa.
Il dolore per la perdita di un figlio è inimmaginabile, ma Luis Enrique ha scelto di affrontarlo con una forza e una serenità sorprendenti, trasformando la memoria di Xana in una presenza costante e luminosa nella vita quotidiana. In numerose interviste e documentari, il tecnico ha raccontato come la famiglia abbia scelto di parlare ogni giorno di Xana, di ridere ricordando i momenti felici e di mantenere vive le sue immagini, i video, i ricordi.
“Xana è viva. Non è con noi sul piano fisico, ma è qui sul piano spirituale. Ogni giorno parliamo di lei, ridiamo e la ricordiamo. Penso che Xana ci veda ancora”, ha dichiarato commosso.
La storia di Xana è diventata simbolo di resilienza e di amore che non si spegne. Luis Enrique, pur segnato da una perdita così dolorosa, ha più volte sottolineato di sentirsi fortunato per aver potuto vivere nove anni meravigliosi con la figlia, considerandoli un dono prezioso.
“Mi ritengo fortunato, molto fortunato. Mia figlia Xana ha vissuto con noi nove anni meravigliosi. E di lei abbiamo mille ricordi, video, cose incredibili”, ha raccontato il tecnico, sottolineando come il tempo trascorso insieme sia stato intenso e pieno di significato.
Il ricordo di Xana accompagna ogni traguardo della carriera di Luis Enrique. In occasione delle finali più importanti, come quella di Champions League vinta nel 2015 con il Barcellona, la presenza della figlia in campo, con la bandiera blaugrana, è rimasta un’immagine indelebile nel cuore del padre e dei tifosi.
Dieci anni dopo, nella finale vinta con il Psg contro l'Inter, Xana è stata comunque presente su uno striscione esposto dai tifosi francesi e Luis Enrique le ha dedicato la vittoria.
Oggi, ogni vittoria e ogni momento speciale sono dedicati a lei, la “stella che guida la nostra famiglia”, come ha scritto lo stesso Luis Enrique nel suo messaggio di addio.
La storia di Xana e della sua famiglia è un esempio di come, anche di fronte al dolore più grande, sia possibile trovare la forza di andare avanti, trasformando la sofferenza in memoria viva e amore eterno.