Nella serata del 31 maggio 2025, l’Inter ha subito una delle sconfitte più dure della sua storia europea: 5-0 contro il Paris Saint-Germain nella finale di Champions League. Allo stadio di Wembley, i nerazzurri sono stati travolti dai parigini, guidati da un superlativo Kylian Mbappé e da un collettivo affamato del primo grande trionfo europeo.
Una disfatta che ha un sapore ancora più amaro perché ha riscritto i record della competizione: mai una squadra aveva perso una finale con un tale scarto nella storia della Champions. Il tonfo dell’Inter non è solo sportivo, ma anche statistico, perché questa sconfitta rappresenta la quarta finale persa nella massima competizione europea. Un numero che pone i nerazzurri tra le squadre che hanno conosciuto più volte l’amarezza dell’ultimo atto. Ma quale club italiano detiene il triste primato del maggior numero di finali perse?
La risposta è netta: la Juventus è il club italiano che ha perso più finali nella storia della Coppa dei Campioni/Champions League. Ben sette volte i bianconeri hanno visto sfumare il sogno sul traguardo. Nonostante due trionfi (1985 e 1996), la Vecchia Signora è ricordata anche per le sue numerose cadute nelle notti europee più importanti. Le finali perse sono avvenute nel 1973 (Ajax), 1983 (Amburgo), 1997 (Borussia Dortmund), 1998 (Real Madrid), 2003 (Milan), 2015 (Barcellona) e 2017 (ancora Real Madrid).
Nella classifica generale delle finali perse, alle spalle della Juventus ci sono il Bayern Monaco e il Benfica con 5 sconfitte ciascuno, seguiti da un gruppo di squadre ferme a quota 4: Milan, Inter, Liverpool. A tre finali perse si trovano invece club del calibro di Atlético Madrid, Barcellona e persino il Real Madrid, nonostante i suoi numerosi trionfi. Una classifica che racconta quanto sia difficile non solo arrivare in finale, ma anche riuscire a vincerla.
Con la disfatta di Wembley, l’Inter ha raggiunto quota quattro finali perse nella storia della Coppa dei Campioni/Champions League. La prima delusione risale al 25 maggio 1967, quando i nerazzurri di Helenio Herrera caddero a Lisbona contro il Celtic per 2-1, nonostante il vantaggio iniziale siglato su rigore da Mazzola. Quel ko segnò la fine dell’era d’oro dell’Inter degli anni ’60.
Cinque anni più tardi, il 31 maggio 1972, fu l’Ajax del genio Cruijff a negare il successo europeo: a Rotterdam l’olandese firmò una doppietta che stese l’Inter, incapace di opporre resistenza al calcio totale.
La terza finale persa è molto più recente: il 10 giugno 2023 a Istanbul, l’Inter affrontò il Manchester City. Nonostante una prestazione grintosa, fu un gol di Rodri a condannare la squadra di Simone Inzaghi a un amaro 1-0.
E infine, la disfatta di ieri: un 5-0 che fa male, non solo per il punteggio, ma per la netta superiorità mostrata dal PSG in ogni zona del campo. Un’umiliazione che entra di diritto nella storia delle finali più sbilanciate di sempre.
Dopo una sconfitta di questa portata, è inevitabile che si apra un momento di riflessione per l’Inter. L’estate 2025 sarà decisiva per delineare il futuro della squadra: con o senza Simone Inzaghi in panchina, i nerazzurri dovranno ritrovare compattezza, idee e motivazioni per rilanciare un progetto che, nonostante la cavalcata europea, ha mostrato fragilità nei momenti cruciali.
Arrivare in finale resta un’impresa notevole, ma perdere con un passivo così ampio è un campanello d’allarme. I tifosi, feriti, si aspettano una risposta forte. La storia del club insegna che l’Inter ha sempre saputo rialzarsi, anche dopo le batoste peggiori. Ripartire sarà dura, ma non impossibile. Come sempre, il campo avrà l’ultima parola.