La stagione della Lazio si è chiusa con un sapore amaro. Marco Baroni, subentrato in corsa con il difficile compito di raddrizzare la stagione, non è riuscito a centrare l’obiettivo minimo: la qualificazione alle coppe europee. La sconfitta all’ultima giornata ha condannato i biancocelesti a un’inaspettata esclusione dall’Europa, la prima dopo otto anni consecutivi di partecipazione. Una delusione cocente che ha spinto la società a riflettere sulla guida tecnica e a prendere decisioni immediate.
Baroni è pronto a firmare la risoluzione del contratto, e la dirigenza guidata da Angelo Fabiani ha già individuato il profilo ideale per voltare pagina: Maurizio Sarri. Il tecnico toscano, che aveva lasciato la Lazio nel marzo 2024 dopo quasi tre anni in panchina, è pronto a tornare. Ha già dato il suo assenso di massima e manca solo la firma sul contratto per rendere ufficiale il ritorno. Sarri ha chiesto garanzie su due fronti: pieno coinvolgimento nelle scelte di mercato e la conferma dell’ossatura della squadra, composta da Provedel, Gila, Romagnoli, Guendouzi, Rovella e Zaccagni.
La risposta è semplice: tendenzialmente nulla, ma il tecnico ha portato molti record ai biancocelesti. Il primo ciclo di Maurizio Sarri alla Lazio era iniziato nel giugno 2021, un mese dopo l’annuncio della Roma che aveva scelto José Mourinho. Reduce da un anno sabbatico, Sarri subentrava a Simone Inzaghi con l’ambizione di riportare la Lazio a un gioco organizzato e competitivo. La prima stagione fu di assestamento: buone vittorie, dolorose sconfitte, ma anche una crescita evidente che portò i biancocelesti al quinto posto in campionato e alla qualificazione in Europa League.
L’anno successivo fu quello della consacrazione: nonostante l’addio di senatori come Leiva, Strakosha e Acerbi, la Lazio chiuse il campionato al secondo posto con 74 punti, alle spalle del Napoli campione d’Italia. Un risultato storico: non accadeva da ben 24 anni che la squadra capitolina arrivasse così in alto. Non solo piazzamento, ma anche numeri da record: 21 clean sheet in Serie A, un primato assoluto per il club, con Ivan Provedel capace di eguagliare i migliori portieri della storia del torneo per imbattibilità stagionale.
Uno degli aspetti più iconici del ciclo sarriano alla Lazio è stato il rendimento nei derby contro la Roma. In una delle rivalità più sentite del calcio italiano, Sarri è riuscito a imporsi con freddezza e pragmatismo. Nei sei confronti ufficiali disputati contro i giallorossi, l’allenatore toscano ha raccolto quattro vittorie, un pareggio e una sola sconfitta, segnando sei gol e subendone cinque.
La prima stracittadina, il 26 settembre 2021, fu vinta 3-2 dalla Lazio in una gara emozionante. Al ritorno, invece, arrivò la pesante sconfitta per 3-0, che Sarri stesso definì “vergognosa”. Ma dalla stagione successiva i biancocelesti presero il sopravvento: due vittorie per 1-0 nella stagione 2022/23 (firmate da Felipe Anderson e Zaccagni), che ribadirono la superiorità tecnica e mentale della squadra. I derby vinti non solo hanno portato punti preziosi, ma hanno anche consolidato il rapporto tra Sarri e l’ambiente laziale, che ha spesso visto in lui una figura solida e carismatica in grado di gestire le pressioni cittadine.
La Lazio si trova ora davanti a un bivio cruciale. Dopo un’annata deludente e la fine prematura dell’avventura di Marco Baroni, la dirigenza punta a ripartire da certezze. Il ritorno di Maurizio Sarri rappresenta in questo senso una scelta razionale e strategica: conosce l’ambiente, ha ottenuto risultati importanti, e gode della fiducia di parte dello spogliatoio e della tifoseria.
Il tecnico ha posto condizioni chiare: coinvolgimento nelle scelte e mantenimento della base della squadra. La sensazione è che la Lazio voglia tornare a essere protagonista in Italia e in Europa, puntando su un allenatore che ha già dimostrato di poterlo fare.