La morte di Moana Pozzi continua a far discutere, a trent’anni dalla sua scomparsa, soprattutto dopo il successo del film Diva Futura, ora disponibile su Netflix.
Ufficialmente deceduta a Lione per un cancro al fegato incurabile, la celebre attrice è da sempre al centro di numerose teorie alternative, alcune fantasiose.
C’è chi non ha mai creduto alla versione ufficiale, e così la verità sembra ancora sfuggente.
Quando Moana Pozzi se ne andò, il 15 settembre 1994, a soli 33 anni, fu come se un pezzo d'Italia si fosse fermato.
La notizia della sua morte, avvenuta a Lione, a causa di un tumore al fegato, arrivò come un fulmine a ciel sereno e lasciò un vuoto profondo e un senso di incredulità in tantissimi fan. La sua scomparsa fu così sentita che persino figure come il cardinale Michele Giordano, allora arcivescovo di Napoli, le dedicarono un pensiero, elogiando la sua fede.
C'è chi, però, si chiede addirittura se sia davvero morta. Ecco un estratto di una trasmissione che si tenne su canale 9 l'anno scorso:
Ma chi era Moana, al di là dell'immagine pubblica? Nata a Genova nell'aprile del '61, figlia di un fisico nucleare e di una casalinga, Moana era una ragazza intelligente e curiosa. Dopo il liceo scientifico, aveva studiato chitarra classica al Conservatorio per ben sei anni.
A diciott'anni, la voglia di indipendenza la portò a Roma, dove iniziò a muovere i primi passi nel mondo del cinema, con piccoli ruoli in film commerciali e anche qualche parte da protagonista.
Poi, alla fine degli anni '80, la svolta che la consacrò definitivamente alla fama: l'ingresso nel cinema per adulti. Sotto l'ala di Riccardo Schicchi, Moana divenne un'icona, partecipando a oltre cento film che la resero un nome conosciutissimo, da "Moana's Transsexual Vices" a "Euroflesh - Sex Crazy".
Con la fama, però, arrivarono anche gli scandali e le controversie, soprattutto legati alle sue presunte relazioni.
Si diceva che avesse frequentato alcune delle personalità più in vista dell'epoca, dal mondo dello spettacolo allo sport, fino alla politica.
La sua storia più chiacchierata fu forse quella con Bettino Craxi, l'ex premier socialista che poi visse i suoi ultimi anni in esilio.
Ma Moana non era solo la diva del cinema per adulti. Aveva anche una voce forte e un impegno civile non indifferente. Spesso ospite in talk show, non si tirava indietro quando c'era da parlare di temi importanti come i diritti delle donne, quelli degli omosessuali o l'educazione sessuale.
Fu tra i fondatori del Partito dell'Amore e tentò anche la strada della politica, candidandosi alle elezioni nazionali nel '92 e a sindaco di Roma l'anno successivo. Non vinse, ma la sua campagna raccolse molti consensi.
Dopo la sua morte, si dice che il suo patrimonio sia stato devoluto alla ricerca contro il cancro, un ultimo gesto di generosità da parte di una donna che, nel bene e nel male, ha lasciato un segno indelebile.
A quasi trent’anni dalla scomparsa, intorno al suo nome continuano a circolare teorie, confessioni e dettagli che hanno contribuito ad alimentare il mistero.
Secondo la versione ufficiale, Moana è morta a Lione per un cancro al fegato. Ma nel tempo sono emerse versioni alternative che gettano nuove ombre sulla sua fine.
Nel 2007, Antonio Di Ciesco – l’uomo che per molti anni è stato indicato come il marito segreto di Moana – ha dichiarato pubblicamente di averla aiutata a morire.
Secondo il suo racconto, Moana gli avrebbe chiesto di praticarle l’eutanasia, stremata dalla malattia. Un’affermazione che, seppur non confermata da prove concrete, ha riacceso il dibattito su come siano andate davvero le cose nei suoi ultimi giorni.
Ecco Antonio di Ciesco e Moana in una foto dell'epoca:
Non meno sorprendenti sono le rivelazioni fatte nel 2006 da Simone Pozzi, ufficialmente fratello minore di Moana, che dichiarò invece di essere suo figlio. La notizia venne accolta con incredulità, ma non fu mai smentita dalla famiglia.
Il ragazzo scoprì la verità l'anno prima, leggendo su internet che l'attrice aveva avuto un figlio. Dopo aver chiesto spiegazioni alla famiglia, i genitori adottivi inizialmente negarono, ma poi ammisero la verità con riluttanza.
Simone nacque nel marzo 1979, quando Moana era ancora minorenne e non aveva iniziato la sua carriera nel mondo dello spettacolo. La sua storia fu raccontata nel libro Moana, tutta la verità, pubblicato dallo stesso Simone nel 2006.
Nel corso degli anni, anche la sorella Maria Tamiko Pozzi ha scelto di seguire la stessa strada artistica della sorella, entrando nel mondo del cinema per adulti con il nome di “Baby Pozzi”. Insieme, le due divennero icone di una stagione culturale italiana in cui la pornografia e la televisione spesso si fondevano. Cosa oggi impensabile.
A rendere il tutto ancora più enigmatico è stata, nel tempo, l’emersione di alcune teorie cospirative. In un episodio del programma Mistero, trasmesso da Italia Uno, fu avanzata l’ipotesi che Moana potesse essere stata una collaboratrice del KGB.
Secondo la ricostruzione, la sua figura mediatica sarebbe stata usata per destabilizzare l’immagine pubblica e politica dell’Italia negli anni della Guerra Fredda.
Quando la sua utilità sarebbe venuta meno, sempre secondo questa teoria, sarebbe stata eliminata tramite avvelenamento con polonio, una sostanza letale usata in operazioni di spionaggio.
Teorie estreme, certo, ma che continuano a trovare ascolto, complice la mancanza di documentazione trasparente e il carisma indiscusso di Moana, che sembra sopravvivere al tempo.