03 Jun, 2025 - 15:14

Il sacro bosco di Bomarzo

In collaborazione con
Gioia Blasi
Il sacro bosco di Bomarzo

Il Parco di Bomarzo, conosciuto anche come il Sacro Bosco o Parco dei Mostri, è un parco unico nel suo genere situato nella regione del Lazio, in provincia di Viterbo. La sua nascita risale all'inizio del XVI secolo, circa tra il 1550 e il 1570, ed è stato ideato da Pier Francesco Orsini, conosciuto come Vicino Orsini, un duca di Bomarzo. 

L’ amara ispirazione del Duca Orsini 

Il Duca Orsini era un uomo colto e amante dell’arte, della filosofia e della cultura. Dopo aver subito la perdita della sua amata moglie Giulia Farnese, decise di commissionare la creazione di questo giardino unico nel suo genere, immaginando un luogo di rifugio e di espressione personale, dove passeggiare e leggere assorto nei suoi pensieri. Il parco, ricco di sculture bizzarre e misteriose, sono un riflesso della sua visione del mondo e della sua interiorità, una espressione delle sue angosce, del dolore per il lutto e della volontà di trovare un senso alla condizione umana intrisa della bivalenza tra vita e morte. Le sculture rappresentano le sue paure, i desideri, le intuizioni sulla vita.

Il significato del Parco 

Il parco si estende i 3 ettari e venne concepito come un'opera di arte e simbolismo, con elementi spesso considerati esoterici o caricature di miti e leggende antiche. Nel corso dei secoli, il parco ha suscitato molte curiosità e leggende, spesso associate a misteri, magia nera e simbolismi occulti. Una delle leggende più diffuse sostiene che il parco sia stato costruito come una sorta di "portale" tra il mondo reale e quello spirituale, e che alcune delle sue sculture abbiano poteri magici o siano state create con intenti esoterici. Si dice che alcune sculture rappresentino figure mitologiche o demoniache che proteggerebbero il parco da energie negative o malefici.

Alcuni credono che ci siano simboli occulti nascosti nelle sculture, collegati a misteri alchemici o cabalistici. La presenza di forzieri e architetture enigmatiche alimenta le teorie sulle funzioni rituali del parco, come un luogo di meditazione o di iniziazione. Immaginiamo lo scorrere del tempo in questi quasi 500 anni dalla creazione, quanti maghi, scrittori, amanti, botanici, architetti, sono stati affascinati dai viottoli del parco. L’ arte per lo più rinascimentale di cui il Parco è ricco, presenta allegorie appartenenti alla cultura umanista e hanno l’intento di portare alla riflessione sulla vita, la morte e l’immortalità. Le statue si confondono con il vario paesaggio verde, emergendo dalla terra e mimetizzandosi con le fronde degli alberi, creando un percorso di scoperta e stupore. Alcuni studiosi hanno interpretato il parco come un “romanzo visivo” dell’anima tormentata del Duca Orsini, delle sue lotte personali, i suoi lutti e le sue passioni. 

Le opere più emblematiche e famose del parco 

All’ interno del parco, il simbolo che lo raffigura principalmente è “l’orco”, una creazione in basalto di un volto o maschera, con la bocca spalancata dove sulle labbra si legge l’incisione “ogni pensiero vola”. Entrate nella sua bocca e provate a parlare giocando con l’eco che l’ambiente crea in maniera spaventosa. Appena si varca la soglia del parco si incontrano le sfingi, che raffigurano il corpo di donna con il corpo del leone, priva di ali. Le due creature sono di guardia ad una incisione su pietra che recita “chi non attraversa assorto e in silenzio questo luogo, non apprezza neanche le sette meraviglie del mondo. Tu che entri qui, rifletti attentamente e poi dimmi se tutte queste meraviglie sono fatte per sbalordire oppure per arte.”

Sono presenti inoltre una grossa tartaruga dove si vede la statua di nike e una grossa balena che emerge dalla terra. I due animali si fissano reciprocamente. Una delle attrattive che amerete di più è la casa pendente, un edificio costruito su un masso inclinato, con una pendenza irregolare che porta ad avere l’impressione di cadere e di essere poco stabili. Sarà divertente scattarsi delle foto in questa opera, giocando con la prospettiva sfalsata delle pareti e delle finestre. Il Tempietto del Gallo invece è una piccola struttura con una figura di gallo, simbolo di rinascita, spesso interpretato come un elemento del ciclo eterno della vita.

Il Parco di Bomarzo rimane un luogo enigmatico, ricco di simbolismi e di storie che affascinano visitatori e studiosi da secoli, continuando a ispirare interpretazioni misteriose e creative in grado di suscitare riflessioni sia nei bambini che negli adulti. Dopo averlo visitato non perderete comunque il desiderio di andare un’altra volta in quanto la sua aura potente vi rimarrà prepotente nei ricordi.

A cura di Gioia Blasi

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