La serie YOU, disponibile su Netflix, è diventata un caso mediatico non solo per il suo successo planetario, ma anche per il modo in cui porta lo spettatore a empatizzare con il male. Il protagonista Joe Goldberg, stalker e assassino seriale, viene raccontato attraverso una narrazionetalmente ben costruita da confondere i confini tra giusto e sbagliato. In questo articolo analizziamo come YOU sia un perfetto esempio di manipolazione narrativa, dove una storia moralmente scorretta diventa affascinante e coinvolgente grazie a un racconto sapiente e manipolatorio.
YOU segue la storia di Joe Goldberg, un giovane apparentemente affascinante e colto, che lavora in una libreria a New York. Dietro la sua facciata romantica, però, si nasconde un uomo ossessivo, manipolatore e violento, che giustifica i suoi crimini con l’amore. La serie esplora il suo rapporto con diverse donne, tutte vittime della sua ossessione malata. Uno dei punti di forza (e per molti critici, uno dei problemi) di YOU è la scelta della narrazione in prima persona. Lo spettatore vive tutto attraverso gli occhi di Joe: i suoi pensieri, le sue paure, le sue giustificazioni. Questo escamotage narrativo è potentemente manipolatorio: chi guarda finisce per comprendere, e a volte persino giustificare, le sue azioni.
YOU sfrutta al massimo le tecniche di storytelling visivo e verbale. La regia elegante, la colonna sonora raffinata e l’uso della voce fuori campo creano un’atmosfera avvolgente. Joe non viene mai mostrato in modo apertamente mostruoso: è vestito bene, ha buone maniere, è colto. Questo contrastante mix tra estetica positiva e morale corrotta è il cuore della manipolazione emotiva della serie. Lui si presenta e racconta come un eroe dei nostri giorni, conquistando così il suo pubblico.
YOU non è un caso isolato. Netflix è esperta nel creare personaggi problematici (come Dexter Morgan in Dexter) capaci di attirare il pubblico anche se compiono atti orribili. Ma YOU spinge oltre: trasforma uno stalker omicida in un romantico sognatore, usando il linguaggio dell’amore per mascherare il controllo, l’abuso e la violenza. Dal punto di vista psicologico, YOU è un ottimo esempio di come le narrazioni tossiche possano plasmare l’opinione pubblica. Il pubblico, esposto continuamente al punto di vista di Joe, finisce per farsi coinvolgere, anche quando è consapevole della gravità delle sue azioni. Si tratta di un vero e proprio esperimento sociale: quanto siamo disposti a perdonare, se la storia è raccontata bene? Dunque, YOU, è una serie brillante dal punto di vista tecnico, ma rappresenta anche un campanello d’allarme su quanto il racconto possa distorcere la realtà. Guardare YOU è come leggere il diario di un manipolatore: affascinante, ma profondamente inquietante. In un'epoca in cui le narrazioni plasmano l’opinione pubblica più dei fatti, la serie Netflix YOU dimostra che una storia sbagliata, se raccontata bene, può farci tifare per il carnefice.
A cura di Clarissa Zarini