Cos'è un Palio? Il palio è una competizione tradizionale, spesso legata a rievocazioni storiche, in cui cavalli o altri animali vengono impiegati in gare che attirano turisti e coinvolgono intere comunità. Il più noto in Italia è senza dubbio il Palio di Siena, ma ne esistono versioni simili in numerosi altri comuni, come quello di Legnano. Nonostante la sua popolarità, è sempre più forte la voce di chi mette in dubbio l’etica di questi eventi.
Molti difensori del palio sostengono che si tratti di una tradizione secolare e che quindi vada rispettata. Ma ciò che è tradizione non è necessariamente giusto. La storia è piena di usanze oggi considerate inaccettabili, come i combattimenti tra animali o i roghi pubblici. Tradizione non è sinonimo di eticità. Sarebbe bene prendere in considerazione questa frase, quando si assiste ad eventi di questo tipo.
Le pratiche culturali devono evolversi insieme alla consapevolezza morale e scientifica.
Uno dei motivi principali per cui il palio viene ritenuto poco etico è il maltrattamento animale implicito o esplicito. Gli animali, in particolare i cavalli, vengono spesso sottoposti a stress estremi dovuti al rumore, alla folla e alle condizioni di gara. Durante le corse capita che i fantini avversari li frustino sul muso al fine di farli rallentare e non farli vincere. Cosa c’è di etico in questa competizione? Come si può pagare per vedere animali che soffrono o che vengono maltrattati? Inoltre, capita che vengano addestrati con metodi discutibili, che possono includere coercizione o abuso. E, infine, vengono messi a rischio di lesioni gravi o morte, come documentato in numerosi casi nel corso degli anni. I dati parlano chiaro, diversi report di associazioni animaliste documentano incidenti mortali durante i pali. Solo nel Palio di Siena, diversi cavalli sono morti negli ultimi decenni. All’ultimo Palio di Legnano, due cavalli sono caduti alla prima corsa. Uno è stato ritirato dalla seconda poiché troppo agitato per entrare nella mossa. E durante la finale, un fantino di contrada frustava sul muso il cavallo dell’avversario. Alcuni tentativi di "migliorare la sicurezza"; non hanno risolto il problema alla radice: l'animale continua a essere strumentalizzato per l'intrattenimento umano.
È giusto sacrificare la dignità e il benessere di un essere vivente per "far spettacolo"? Chi partecipa al palio o lo sostiene spesso lo fa in nome dell’identità culturale. Ma l’identità non deve mai essere costruita sulla sofferenza di chi non può difendersi. Gli animali non sono oggetti folkloristici: sono esseri senzienti. È possibile conservare lo spirito del palio senza coinvolgere animali. Alcuni comuni italiani hanno già sperimentato rievocazioni storiche con focus su costumi, musica e gastronomia o eventi incentrati sulla parte culturale e non sulla competizione cruenta. Queste alternative mostrano che è possibile evolvere la tradizione senza perderne il valore
simbolico. Il palio, dunque, è poco etico, anche se tradizione. Difendere il palio solo perché è "sempre stato così" significa ignorare le conquiste dell’etica moderna. Le tradizioni devono essere ripensate alla luce dei valori attuali, primo fra tutti il rispetto per la vita e la dignità degli animali. In un mondo sempre più attento al benessere e ai diritti degli esseri senzienti, eventi come i pali non possono più essere accettati acriticamente.
A cura di Clarissa Zarini