03 Jun, 2025 - 18:46

Revenge Bedtime Procrastination: perché nel 2025 non riusciamo a dormire presto

In collaborazione con
Stefania Cardellicchio
Revenge Bedtime Procrastination: perché nel 2025 non riusciamo a dormire presto

Ti è mai capitato di voler andare a letto presto, ma finire a scorrere TikTok o guardare serie fino a tardi? Ecco, quello è il revenge bedtime procrastination, un fenomeno che sta spopolando negli ultimi mesi. In pratica, rimandi il sonno per “vendicarti” di una giornata piena di lavoro o impegni, rubando un po’ di tempo per te. Nato in Cina come bàofùxìng áoyè, è esploso sui social, con post  che lo descrivono come “il modo per riprendersi la libertà persa di giorno”. Ma perché lo facciamo, e quali sono i rischi? Scopriamolo insieme.

Revege Bedtime Procrastination:  Cos’è questa procrastinazione della buonanotte?

Immagina: torni a casa stanco, hai passato la giornata tra riunioni, studio o figli, e non hai avuto un minuto per te. Invece di infilarti sotto le coperte, ti metti a guardare video di gatti o a giocare online. Questo è il revenge bedtime procrastination, un termine coniato nel 2014 da Floor Kroese per descrivere chi va a letto più tardi del dovuto senza un vero motivo.

La “vendetta” viene dal bisogno di controllo: se il giorno ti ha soffocato, la notte è tua. È un’abitudine tipica di chi vive ritmi intensi, come i lavoratori cinesi del sistema 996 (9-9, 6 giorni a settimana), ma anche studenti o genitori stressati. La pandemia ha peggiorato le cose, con il 40% delle persone che nel 2020 dormiva peggio.

Nei giorni odierni, con lo smart working e orari sempre più fluidi, è ancora più comune, specie per donne o chi ha ADHD, che faticano a regolarsi. E sì, quello smartphone che tieni in mano fino a mezzanotte non aiuta, come conferma uno studio del 2022. 

Revege Bedtime Procrastination: Quali sono i rischi e come uscirne 

Ok, restare svegli per “vendetta” può sembrare liberatorio, ma il prezzo è alto. La privazione del sonno ti lascia stanco, meno produttivo e magari pure ansioso, come spiega Frontiers in Psychology. La luce blu dello schermo, usata da quasi tutti i procrastinatori notturni, rovina il sonno. E per chi ha ADHD, è anche peggio: ci si incastra in un loop di iperfocalizzazione. Come se ne esce? Ecco qualche trucco: 

  • Crea una routine serale: spegni Netflix e leggi un libro, o prova la meditazione.        
  • Metti via il telefono: niente schermi un’ora prima di dormire, fidati, funziona.        
  • Ritagliati tempo di giorno: anche 15 minuti di pausa possono ridurre la voglia di “vendetta”.        
  • Prova la terapia cognitivo-comportamentale: aiuta a cambiare abitudini e pensieri negativi sul sonno.

Negli ultimi mesi si sente parlare ovunque del fenomeno, ma continuare così non è sostenibile. Magari prova a impostare un allarme per iniziare la tua routine serale: un piccolo passo per bilanciare riposo e tempo per te.

A cura di Stefania Cardellicchio

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