"Secondo me erano abbastanza dalla mia". Così Andrea Sempio raccontava al padre Giuseppe l'andamento dell'interrogatorio a cui era stato appena sottoposto. Era il 2017 e l'uomo, oggi 37enne, era indagato nella seconda inchiesta sull'omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, aperta dopo la condanna definitiva dell'ex fidanzato Alberto Stasi. Parole registrate - insieme ad altre - durante un'intercettazione ambientale, poi trascritte male o addirittura non trascritte. Ignorate. E che ora riemergono con forza.
L'intercettazione in questione, registrata pochi minuti dopo la fine dell'interrogatorio di Sempio, è la numero 84.
dice Sempio al padre. A parlarne è La Repubblica, in un articolo firmato da Massimo Pisa, che confronta la versione riascoltata con quella riportata nei brogliacci ufficiali dell'epoca:
Solo una delle tante frasi trascritte in modo scorretto.
racconta Sempio. Ma, in realtà, conclude in modo diverso: "Comunque secondo me erano abbastanza dalla mia". Il giorno dopo, parlando con un amico, aggiunge: "Si vede che anche loro c'hanno voglia di finirla in fretta".
C'è poi un'intercettazione risalente alla sera del 21 febbraio 2017. Sempio e il padre parlano ancora una volta dell'inchiesta, quando il secondo dice:
Un'altra, registrata mentre l'indagato è da solo in auto, riguarda l'amico Michele Bertani, morto suicida poco meno di un anno prima, nella primavera del 2016.
E ancora:
Secondo alcune testimonianze, Bertani - così come Sempio - avrebbe frequentato il Santuario della Madonna della Bozzola, finito nel 2014 al centro di un presunto scandalo sessuale. A fare i loro nomi, assieme a quelli delle gemelle Stefania e Paola Cappa (cugine della vittima), è stato uno dei due cittadini romeni condannati per estorsione per aver minacciato di diffondere video compromettenti, chiedendo denaro a don Gregorio Vitali, all'epoca rettore del luogo di culto.
Che tutto ciò abbia un legame diretto con l'omicidio di Chiara Poggi è da dimostrare. L'ipotesi dell'avvocato Lovati, difensore di Sempio, è che la 26enne sia stata uccisa per aver scoperto qualcosa di scomodo. Forse da un sicario. Stasi, secondo questa ricostruzione, sarebbe innocente, ma avrebbe taciuto per coprire qualcun altro. Una teoria al momento senza riscontri.
L'avvocato Lovati espone la sua teoria alla trasmissione Rai "La Vita in Diretta" - 3 giugno 2025.
Nel frattempo, c'è chi parla di una presunta "relazione con un adulto di Garlasco" della vittima. Piste reali o suggestioni? Gli interrogativi restano molti, le certezze ancora troppo poche. Tra queste, secondo i consulenti della Procura, c'è la sovrapponibilità del Dna di Sempio con quello trovato sulle unghie di Chiara. Per risposte definitive si attende, comunque, l'incidente probatorio del 17 giugno, che sarà anche l'occasione per esaminare una serie di reperti mai analizzati, o già analizzati in passato, con risultati poco chiari.
Stefania e Paola non sono mai state indagate, né lo sono attualmente. I loro nomi, però, sono emersi più volte nel corso delle indagini. L'ultima qualche settimana fa, quando Gianni Bruscagin - il "supertestimone" de Le Iene - ha riferito di aver sentito dire da una signora di Tromello che il giorno del delitto, il 13 agosto 2007, Stefania sarebbe entrata in casa della nonna con aria agitata e un pesante borsone sulle spalle.
Dalle sue dichiarazioni sono partite le ricerche che hanno portato al ritrovamento di una serie di "oggetti di interesse investigativo" all'interno di un canale che scorre dietro l'abitazione, oggi disabitata. Oggetti "metallici" tra cui, pare, un attizzatoio da camino, una mazzetta da muratore e la testa di un'ascia simile a quella che, secondo quanto riportato da Il Tempo, scomparve nel luglio 2007 dalla sede della Croce Garlaschese, frequentata - tra gli altri - anche da Stefania.