Afragola si è fermata per l’ultimo saluto a Martina Carbonaro, la quattordicenne vittima di un femminicidio che ha scosso profondamente l’intera comunità e l’opinione pubblica nazionale. La Basilica di Sant’Antonio, luogo caro a Martina e alla sua famiglia, ha accolto il feretro tra il silenzio e le lacrime di centinaia di persone, strette in un abbraccio collettivo di dolore e incredulità.
Il video dell’ingresso del feretro nella chiesa di Afragola mostra una folla composta e addolorata: amici, parenti, compagni di scuola, semplici cittadini e rappresentanti delle istituzioni si sono raccolti davanti al sagrato. Il corteo funebre, accompagnato da un lungo applauso e da palloncini bianchi, ha attraversato la piazza fino all’ingresso della basilica, dove ad attendere Martina c’erano anche tanti giovani, alcuni con in mano un fiore, altri con uno striscione per ricordare la ragazza e chiedere giustizia.
Durante la cerimonia, officiata dai sacerdoti della parrocchia, sono risuonate parole di conforto ma anche di monito: “Voler bene significa accoglienza, non possesso”, ha ricordato la procuratrice di Napoli Nord, sottolineando la necessità di educare i giovani e gli adulti al rispetto e all’ascolto reciproco. Il parroco ha invitato a non dimenticare Martina e a fare in modo che il suo sacrificio non sia vano, richiamando la responsabilità collettiva di prevenire simili tragedie.
La morte di Martina, avvenuta per mano dell’ex fidanzato diciottenne, ha sollevato interrogativi profondi sul disagio giovanile, sulla capacità degli adulti di cogliere i segnali di malessere e sulla necessità di un’educazione sentimentale più attenta e consapevole. La madre della ragazza aveva già notato comportamenti preoccupanti nell’ex compagno della figlia, ma come spesso accade, il dramma si è consumato troppo in fretta e in modo imprevedibile.
Il funerale di Martina Carbonaro non è stato solo un momento di lutto, ma anche un’occasione per riflettere sulle responsabilità di tutti: famiglie, scuola, istituzioni. La comunità di Afragola, unita nel dolore, ha chiesto con forza che tragedie simili non si ripetano e che si faccia di più per proteggere i più giovani dalle insidie della violenza e dell’incomprensione.