La tragica vicenda di Denisa Maria Adas, giovane donna di origine romena scomparsa da Prato nella notte tra il 15 e il 16 maggio 2025, si è conclusa con il ritrovamento del suo corpo senza vita a Montecatini Terme, in provincia di Pistoia. La scoperta ha posto fine a venti giorni di ricerche e di speranze, lasciando spazio a interrogativi e dolore per una morte violenta e misteriosa.
Denisa Maria Adas, 30 anni, viveva a Roma nel quartiere di Torpignattara insieme alla madre, ma si spostava frequentemente per lavoro: era una escort conosciuta anche con il nome di “Alexandra” su un sito di incontri a pagamento.
La notte della sua scomparsa, si trovava a Prato per incontrare dei clienti. Dopo aver ricevuto due appuntamenti e aver parlato al telefono con la madre, di lei si sono perse le tracce. I suoi telefoni risultavano spenti e dalla stanza affittata al residence Ferrucci mancavano due valigie e uno zaino.
La famiglia, preoccupata dall’assenza di notizie, ha subito denunciato la scomparsa, convinta che le fosse accaduto qualcosa di grave.
Le indagini, coordinate dalla procura di Prato, hanno inizialmente seguito diverse piste, tra cui quella di un possibile sequestro di persona orchestrato da un avvocato calabrese, conoscente della madre di Denisa. Tuttavia, questa ipotesi è stata poi ridimensionata, e la madre stessa è stata indagata per false informazioni rese al pubblico ministero.
Il 4 giugno 2025, intorno alle 11:20 del mattino, il corpo di Denisa è stato ritrovato in una zona impervia tra i rovi, a ridosso di un casolare abbandonato lungo una mulattiera nella zona delle Panteraie, a Montecatini Alto.
Il cadavere era nascosto tra la vegetazione, probabilmente per impedirne il ritrovamento. Accanto al corpo è stata rinvenuta anche una valigia: gli inquirenti ipotizzano che Denisa sia stata uccisa altrove e poi trasportata fino a quel luogo, occultata all’interno della valigia stessa.
Le indagini hanno portato rapidamente all’individuazione di un sospettato: un uomo di 32 anni, connazionale della vittima e residente a Monsummano Terme, poco distante dal luogo del ritrovamento.
L’uomo è stato fermato con le accuse di omicidio volontario e soppressione di cadavere. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, sono state decisive le immagini delle telecamere di sorveglianza, i tabulati telefonici e i dati di geolocalizzazione della Volkswagen Golf utilizzata dal sospettato, che hanno permesso di ricostruire i suoi spostamenti nelle ore cruciali.
Un elemento chiave è stato la riaccensione, per pochi minuti, del telefonino di Denisa nella notte della scomparsa, che ha permesso di localizzare la cella telefonica nella zona di Montecatini e di incrociare i dati con quelli degli altri dispositivi coinvolti.
Questi errori hanno consentito agli investigatori di stringere il cerchio intorno al presunto killer, che è stato bloccato nelle campagne poco dopo il ritrovamento del corpo.
Resta ancora da chiarire il movente dell’omicidio e se vi siano stati eventuali complici o depistaggi. Le indagini sono tuttora in corso e nei prossimi giorni sarà fondamentale l’esame autoptico per stabilire con precisione le cause della morte e il momento esatto del decesso.
Gli inquirenti non escludono che Denisa possa essere stata uccisa in un altro luogo e poi trasportata a Montecatini, oppure che sia rimasta sequestrata per alcuni giorni prima di essere uccisa.