La tragica morte di Denisa Maria Adas, escort trentenne di origini romene scomparsa da Prato nella notte tra il 15 e il 16 maggio 2025, ha scosso l’opinione pubblica e sollevato numerosi interrogativi sulle responsabilità e sulle motivazioni dietro il delitto.
Dopo venti giorni di ricerche, il suo corpo è stato ritrovato il 4 giugno a Montecatini Terme, nascosto tra i rovi vicino a un casolare abbandonato. Le indagini, coordinate dalla procura di Prato, hanno portato al fermo di un uomo di 32 anni, connazionale della vittima, ma il quadro resta complesso e ancora parzialmente oscuro.
Il sospettato principale è un cittadino romeno di 32 anni, residente a Monsummano Terme, poco distante dal luogo del ritrovamento del corpo.
L’uomo, che lavorava come guardia giurata, è stato fermato con le accuse di omicidio volontario e soppressione di cadavere.
A incastrarlo sono stati diversi elementi investigativi: le immagini delle telecamere di sorveglianza, i tabulati telefonici e le tracce GPS della sua auto, una Volkswagen Golf, che hanno permesso di ricostruire i suoi spostamenti nelle ore cruciali della scomparsa e del delitto.
Denisa Adas era arrivata a Prato da Roma per incontrare alcuni clienti. La sera della scomparsa aveva avuto due appuntamenti e aveva parlato al telefono con la madre.
Testimoni riferiscono che la giovane appariva molto agitata: una barista l’ha sentita dire in romeno, con voce tremante, “Se vado da lui o mi vede mi ammazza”.
Nell’ultima conversazione con la madre, Denisa aveva anche riferito di essere stata seguita da due uomini fino all’ingresso del residence dove alloggiava. Questi dettagli hanno subito indirizzato le indagini verso l’ipotesi di un pericolo concreto e imminente.
Il movente dell’omicidio non è ancora stato chiarito in modo definitivo. Le indagini hanno preso in esame diverse piste:
Gli inquirenti stanno approfondendo se l’uomo fermato sia l’unico responsabile o se abbia agito con complici. Il corpo di Denisa è stato probabilmente trasportato e occultato dopo l’omicidio, forse all’interno di una valigia trovata vicino al casolare, il che suggerisce una certa premeditazione e l’eventuale coinvolgimento di più persone.
L’autopsia dovrà chiarire le cause esatte della morte (si ipotizza lo strangolamento o il soffocamento) e il momento del decesso, elementi fondamentali per ricostruire le ultime ore di vita della donna e il ruolo di eventuali complici.