04 Jun, 2025 - 21:48

Chi ha ucciso Denisa Maria Adas e perché? Le ipotesi sul movente

Chi ha ucciso Denisa Maria Adas e perché? Le ipotesi sul movente

La tragica morte di Denisa Maria Adas, escort trentenne di origini romene scomparsa da Prato nella notte tra il 15 e il 16 maggio 2025, ha scosso l’opinione pubblica e sollevato numerosi interrogativi sulle responsabilità e sulle motivazioni dietro il delitto.

Dopo venti giorni di ricerche, il suo corpo è stato ritrovato il 4 giugno a Montecatini Terme, nascosto tra i rovi vicino a un casolare abbandonato. Le indagini, coordinate dalla procura di Prato, hanno portato al fermo di un uomo di 32 anni, connazionale della vittima, ma il quadro resta complesso e ancora parzialmente oscuro.

Chi è l'uomo sospettato di aver ucciso Denisa Maria Adas? 

Il sospettato principale è un cittadino romeno di 32 anni, residente a Monsummano Terme, poco distante dal luogo del ritrovamento del corpo.

L’uomo, che lavorava come guardia giurata, è stato fermato con le accuse di omicidio volontario e soppressione di cadavere.

A incastrarlo sono stati diversi elementi investigativi: le immagini delle telecamere di sorveglianza, i tabulati telefonici e le tracce GPS della sua auto, una Volkswagen Golf, che hanno permesso di ricostruire i suoi spostamenti nelle ore cruciali della scomparsa e del delitto.

Le ultime ore di Denisa e i segnali di pericolo

Denisa Adas era arrivata a Prato da Roma per incontrare alcuni clienti. La sera della scomparsa aveva avuto due appuntamenti e aveva parlato al telefono con la madre.

Testimoni riferiscono che la giovane appariva molto agitata: una barista l’ha sentita dire in romeno, con voce tremante, “Se vado da lui o mi vede mi ammazza”.

Nell’ultima conversazione con la madre, Denisa aveva anche riferito di essere stata seguita da due uomini fino all’ingresso del residence dove alloggiava. Questi dettagli hanno subito indirizzato le indagini verso l’ipotesi di un pericolo concreto e imminente.

Le ipotesi sul movente: tra pista personale e criminalità organizzata

Il movente dell’omicidio non è ancora stato chiarito in modo definitivo. Le indagini hanno preso in esame diverse piste:

  • Conflitto personale o passionale: L’arrestato potrebbe aver avuto una relazione o un rapporto conflittuale con Denisa, maturato nell’ambito della frequentazione tra connazionali o per motivi legati all’attività di escort. La frase della vittima (“Se mi vede mi ammazza”) suggerisce che potesse temere una persona specifica, forse già conosciuta.
  • Ambiente criminale e racket della prostituzione: Non si esclude che Denisa possa essere stata vittima di pressioni o minacce da parte di connazionali coinvolti nel racket della prostituzione. Alcune testimonianze raccolte parlano di minacce molto violente e della presenza di più persone coinvolte, anche se finora solo un uomo è stato fermato.
  • Sequestro e depistaggi: Inizialmente era stata ipotizzata la pista del sequestro, forse orchestrato da una banda di connazionali o su mandato di un avvocato calabrese, figura che aveva avuto contatti con la madre della vittima. Tuttavia, questa ipotesi ha perso forza con il ritrovamento del corpo e il fermo del 32enne, anche se restano dubbi sul possibile coinvolgimento di altri soggetti.

Le indagini in corso e i nodi ancora da sciogliere

Gli inquirenti stanno approfondendo se l’uomo fermato sia l’unico responsabile o se abbia agito con complici. Il corpo di Denisa è stato probabilmente trasportato e occultato dopo l’omicidio, forse all’interno di una valigia trovata vicino al casolare, il che suggerisce una certa premeditazione e l’eventuale coinvolgimento di più persone.

L’autopsia dovrà chiarire le cause esatte della morte (si ipotizza lo strangolamento o il soffocamento) e il momento del decesso, elementi fondamentali per ricostruire le ultime ore di vita della donna e il ruolo di eventuali complici.

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