05 Jun, 2025 - 09:15

Chi è Vasile Frumuzache, l’uomo che ha confessato l’omicidio di Maria Denisa Adas: “Mi ricattava”

Chi è Vasile Frumuzache, l’uomo che ha confessato l’omicidio di Maria Denisa Adas: “Mi ricattava”

Si chiama Vasile Frumuzache l'uomo fermato nel pomeriggio di mercoledì 4 giugno 2025 per l'omicidio e l'occultamento del cadavere di Maria Denisa Adas, l'escort romena di 30 anni scomparsa il 15 maggio da un residence di Prato e ritrovata senza vita vicino a un casolare abbandonato di Montecatini Terme. In serata, il 32enne ha confessato: "Mi ricattava", avrebbe detto. Per comprendere appieno l'accaduto, restano però da chiarire molti elementi. 

Chi è l'uomo che ha confessato l'omicidio di Maria Denisa Adas

Vasile Frumuzache, 32 anni, di origini romene come la vittima, è una guardia giurata. Sposato, con due figli, risiede a Monsummano Terme. Lì i carabinieri sono andati a prenderlo - ieri pomeriggio - dopo aver ritrovato il corpo senza vita di Maria Denisa Adas, nascosto in una valigia, tra i rovi, in una zona isolata e impervia di Montecatini.

 

Nel servizio di Tg La7 le immagini della cattura di Vasile Frumuzache ieri, 4 giugno 2025, mostrano l'uomo mentre viene scortato dai militari. 

Ad incastrarlo, secondo le ricostruzioni, l'analisi delle telecamere di videosorveglianza installate nella zona dove la 30enne alloggiava quando è scomparsa, a Prato, ma anche i tabulati telefonici e la geolocalizzazione della sua Volkswagen Golf grigia. 

In uno dei filmati, si vede l'uomo arrivare al residence con un borsone nero. Sono le 22.50 del 15 maggio; due ore e quindici minuti dopo, la stessa telecamera lo riprende mentre esce con un trolley bianco appartenente a Denisa, che carica nel bagagliaio dell'auto.

Le accuse che gli vengono mosse sono di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Interrogato dal pm Luca Tescaroli in presenza del suo avvocato, Diego Capano, ha già ammesso le proprie responsabilità. 

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Mi ricattava, per questo l'ho uccisa, 

la sua versione, ancora tutta da verificare. 

Il ritrovamento dopo la misteriosa scomparsa da Prato

Denisa sarebbe stata strangolata la sera stessa della sua scomparsa, nella stanza d'hotel affittata per ricevere i suoi clienti. Frumuzache sarebbe stato l'ultimo ad incontrarla. Avevano un appuntamento? Oppure si è presentato a sorpresa da lei? Si conoscevano? Sono domande a cui solo chi indaga potrà rispondere, facendo luce sul reale movente del delitto.

Alcune fonti investigative ipotizzano, secondo quanto riportato da Roma Today, un possibile legame con un gruppo criminale romeno attivo nel centro Italia, che da tempo avrebbe cercato di coinvolgere la vittima in un giro di prostituzione gestito da connazionali. In attesa di risposte, sul corpo di Denisa - trovato dopo venti giorni di ricerche e colpi di scena -, sarà eseguita l'autopsia.

Le indagini sulla madre della vittima e su un avvocato

Tra gli aspetti ancora da chiarire, figura anche il possibile coinvolgimento di un avvocato calabrese che, nei giorni scorsi, è stato iscritto nel registro degli indagati con l'ipotesi di reato di sequestro di persona.

Si tratta di un uomo che, contattando la madre della 30enne, Maria Cristina Paun, 49 anni, residente a Roma, si sarebbe proposto come intermediario con i presunti rapitori della figlia. Alcune amiche della vittima hanno riferito agli inquirenti che quest'uomo sarebbe stato invaghito di Denisa e avrebbe mostrato, in più occasioni, comportamenti insistenti.

Un'ossessione che, secondo le testimonianze, potrebbe averlo spinto a ordinarne il rapimento, dopo essere stato respinto, oppure a simularlo, per manipolare Paun. Accuse che lui ha rigettato con fermezza, sostenendo di aver semplicemente consigliato alla donna - che lo aveva chiamato chiedendo aiuto - di sporgere denuncia ai carabinieri. 

Una ricostruzione che potrà essere confermata o smentita anche alla luce di quanto Frumuzache deciderà di raccontare nei prossimi interrogatori. La stessa Paun risulta attualmente indagata per false informazioni: si pensa che, dopo la scomparsa di Denisa, possa aver taciuto ai magistrati dettagli ritenuti significativi circa i suoi contatti con il professionista. 

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