Si è tenuta oggi la conferenza stampa di fine stagione del responsabile dell’area tecnica del Lecce, Pantaleo Corvino, affiancato dal direttore sportivo Stefano Trinchera. Un momento chiave per fare il punto su una stagione complessa ma positiva, culminata con la terza salvezza consecutiva in Serie A. L’incontro con i giornalisti era però carico di aspettative soprattutto per un motivo: il futuro di Marco Giampaolo.
Dopo l’obiettivo raggiunto, ci si aspettava un annuncio ufficiale sulla sua conferma. Invece, nulla di tutto questo è arrivato. Nonostante la permanenza in A avesse attivato il rinnovo automatico del contratto, la società non ha ancora comunicato se sarà proprio Giampaolo a guidare la squadra nella prossima stagione. Il silenzio ha alimentato dubbi e rumors, e le parole di Corvino, pur misurate, hanno lasciato trapelare la possibilità concreta di una separazione tra le parti. “Non abbiamo ancora deciso”, ha spiegato, rinviando l’appuntamento con la verità alla prossima settimana.
Entrando nel merito della questione, Corvino ha spiegato che serviranno ancora alcuni giorni per arrivare a una decisione condivisa. L’incontro con l’allenatore, inizialmente previsto per questa settimana, è stato posticipato, e questo rinvio non sembra casuale. Dalle dichiarazioni rilasciate, infatti, emerge un quadro chiaro: tra Giampaolo e la dirigenza potrebbero esserci delle divergenze di fondo sulla visione tecnica e gestionale della squadra.
“Tra persone intelligenti ci si capisce”, ha detto Corvino, lasciando intuire che un certo distacco tra le parti esiste, e che il club sta valutando con attenzione quale profilo possa integrarsi meglio con il progetto Lecce. Ha poi ricordato come, dopo la bruciante sconfitta casalinga contro il Como, lo stesso Giampaolo sembrasse pronto a un possibile esonero, ipotesi però smentita dalla società con una rinnovata dimostrazione di fiducia. “Lo abbiamo scelto e difeso contro tutto e tutti”, ha aggiunto Corvino, sottolineando però che anche l’allenatore ha dovuto fare autocritica e apportare correzioni durante il cammino.
Un altro passaggio importante della conferenza ha riguardato la filosofia calcistica del club, punto cardine del progetto sportivo leccese. Corvino ha tenuto a precisare che il Lecce non impone modelli tattici agli allenatori, ma sceglie figure che sposano la visione della società, fatta di valorizzazione dei giovani, equilibrio tattico e sostenibilità economica.
Ha però segnalato come alcune decisioni tecniche abbiano sollevato perplessità. Il riferimento è stato chiaro quando ha citato il caso di Patrick Dorgu, utilizzato da mezzala piuttosto che nel suo ruolo naturale, e quello di Coulibaly, spesso tenuto in panchina nonostante la sua centralità nel progetto. “Quando si alterano certi equilibri, qualcosa si rompe”, ha osservato.
Inoltre, ha ricordato le 13 partite senza vittorie – da Parma a Torino – durante le quali il club ha scelto di mantenere la barra dritta, difendendo l’allenatore anche nei momenti più critici. Una coerenza apprezzabile, che però oggi lascia spazio a valutazioni più ampie sul futuro.
In conclusione, il quadro delineato da Corvino è quello di una società che ha ben chiari i propri obiettivi e che non vuole commettere passi falsi in un momento delicato. Il bilancio stagionale è certamente positivo: la salvezza è arrivata nonostante le difficoltà, e alcuni giovani – come Dorgu, appunto – hanno visto aumentare sensibilmente il loro valore di mercato. Ma ora è tempo di guardare avanti. Il Lecce vuole individuare una guida tecnica che non solo garantisca continuità ai risultati, ma che sia pienamente compatibile con la propria filosofia.
L’impressione è che Giampaolo, nonostante la riconoscenza per il lavoro svolto, non sia più il profilo ideale. Corvino ha chiesto tempo, ma non troppo: la prossima settimana, ha detto, sarà decisiva per sciogliere il nodo panchina. Il club si prepara dunque a una nuova fase, in cui progettualità, identità tattica e crescita dei talenti saranno ancora le parole d’ordine. La sensazione è che il Lecce voglia voltare pagina, ma farlo con lucidità, senza strappi, nel segno della continuità gestionale.