Con l’addio di Carlo Ancelotti, destinato alla panchina del Brasile, si chiude ufficialmente un ciclo vincente nella storia recente del Real Madrid. Al suo posto arriva Xabi Alonso, ex leggenda dei blancos e tecnico rivelazione con il Bayer Leverkusen, pronto a guidare una squadra reduce da importanti successi, ma anche da profonde riflessioni tattiche. Il cambio di guida tecnica non è solo un passaggio simbolico, ma rappresenta un vero e proprio mutamento filosofico. Ancelotti ha fatto della duttilità il suo marchio, adattandosi ai talenti a disposizione e riuscendo a coniugare pragmatismo ed estetica.
Alonso, invece, arriva con una visione più strutturata e definita: gioco posizionale, verticalità e una forte identità collettiva sono le sue fondamenta. È lecito quindi aspettarsi una riorganizzazione tattica che coinvolgerà diversi elementi chiave della rosa, a partire da Jude Bellingham, uno dei giocatori più discussi e al centro dell’equilibrio tecnico del Real attuale.
Proprio Bellingham, secondo quanto riportato da As.com, potrebbe essere uno dei principali protagonisti della rivoluzione firmata Alonso. Nel giorno della sua presentazione ufficiale, il tecnico basco ha dichiarato con estrema chiarezza: “Vedo Bellingham come un centrocampista”. Una frase che, seppur breve, rappresenta un’importante dichiarazione d’intenti e indica un cambio di paradigma rispetto alla gestione precedente.
Sotto Ancelotti, infatti, l’inglese è stato utilizzato prevalentemente come trequartista libero di agire tra le linee, talvolta persino in posizione ibrida da seconda punta. Con Alonso, l’idea è invece quella di riportarlo in zona mediana, valorizzando la sua intelligenza tattica, la qualità nella costruzione del gioco e la sua capacità di inserirsi. Un ritorno alle origini, verrebbe da dire, ma con un livello di maturità e consapevolezza superiore. Se ben incanalato, il talento di Jude potrebbe diventare il perno attorno a cui ruotano equilibrio, intensità e visione di gioco dell’intera squadra.
La stagione 2024/25 di Jude Bellingham è stata, a conti fatti, un’altalena di emozioni e prestazioni. Dopo un avvio folgorante che lo ha visto segnare a raffica, il centrocampista inglese ha progressivamente vissuto un calo a livello realizzativo, complici anche i cambiamenti tattici e l’arrivo di Mbappé, che ha ridefinito le gerarchie offensive. Ha chiuso la stagione con 14 reti, lo stesso bottino del suo ultimo anno al Borussia Dortmund, ma con nove gol in meno rispetto alla sua prima annata in blanco.
A rendere il dato più significativo è il fatto che abbia disputato otto partite in più. Le sue posizioni in campo sono risultate meno codificate e più “disperse”, come confermato anche dai dati raccolti da BeSoccer Pro, che lo mostrano attivo in zone molto più ampie rispetto al passato. Un impiego spesso dispendioso, ma non sempre efficace. Anche Thomas Tuchel, ora CT dell’Inghilterra, ha sottolineato questa tendenza al dispendio energetico: “Jude dà sempre tutto, ma dobbiamo aiutarlo a gestirsi meglio, giocando con più disciplina per essere decisivo nei momenti chiave”, ha detto nel ritiro di marzo.
Il futuro di Bellingham si gioca ora su un doppio fronte. Da un lato, c’è la fiducia tecnica di Xabi Alonso, che lo considera un centrocampista centrale, ruolo che potrebbe restituirgli centralità e brillantezza nel lungo periodo. Dall’altro, c’è la necessità di trovare un equilibrio tra qualità e quantità, tra libertà e disciplina.
Il prossimo Real Madrid si annuncia come un laboratorio ambizioso: un mix di giovani fenomeni e certezze consolidate, in cui ogni tassello dovrà incastrarsi alla perfezione. Per Jude si apre dunque una nuova fase, forse meno spettacolare nei numeri, ma potenzialmente più incisiva per il collettivo. Con le amichevoli estive in arrivo, e il Mondiale per club alle porte, sarà interessante osservare i primi indizi del “nuovo” Bellingham. La sensazione è che, sotto la guida di Alonso, l’inglese possa compiere un ulteriore salto di qualità — non più solo come finalizzatore, ma come architetto del gioco madridista.