"È iniziato tutto con un 'giusto per provare'. Un titolo, una bio, una mail da scrivere. Ora non so più dove finisco io e dove inizia lei, l'intelligenza artificiale."
Quella tecnologia a portata di click, che è sempre pronta ad aiutarti. Un assistente che risolve tutto con un semplice "invia". Una macchina con caratteristiche umanoidi, sempre pronta ad ascoltarti, sempre pronta a darti una soluzione. Sempre pronta a farti faticare meno. E, piano piano, a pensare per te.
Ma qual è il confine? Uso... o abuso? Se ti è capitato di essere anche solo vagamente in dubbio, forse quello era il tuo primo campanello d'allarme. Quando inizi a pensare: "Aspetta... se lo scrivo io non verrà bene." "La mia idea non è abbastanza geniale, meglio farmene suggerire una da ChatGPT." "Non ha un tono abbastanza professionale, tanto vale chiedere all'AI." È proprio lì che dovresti fermarti, respirare e aspettare, prima di mettere a tacere ogni tuo dubbio con un clic.
Secondo una ricerca condotta dall’Università di Reichman, in Israele, l'intelligenza artificiale può generare ansia. E non serve un uso eccessivo: secondo i dati, anche un'esposizione minima può aumentare i livelli di ansia negli esseri umani. Gli studiosi hanno analizzato tre profili tipo:
1. Chi non usa l'AI
2. Chi la usa con moderazione
3. Chi ne fa un uso eccessivo
È quest'ultima categoria la più a rischio. Chi sente il bisogno costante di tenere tutto sotto controllo, chi non riesce più a prendere una decisione senza prima "chiederlo all'AI". Lì l'ansia non è più una conseguenza: diventa una compagna di viaggio.
La tecnologia corre. E noi con lei. Ci viene chiesto di saperla usare "nel modo giusto", ma chi decide davvero cosa sia giusto? Quando è il momento di fermarsi? E come si capisce se l'uso di piattaforme come ChatGPT è diventato una scorciatoia più
che un aiuto? Sono domande complesse, e le risposte non sono sempre a portata di mano. Ma esistono piccoli gesti che possono riportarti al centro di ciò che fai. Come disintossicarsi dall'abuso di AI: consigli pratici - Che tu debba scrivere un tema o preparare una presentazione per un meeting, prova ad azzerare la tecnologia: prendi carta e penna e metti per iscritto ogni tua idea. Scrivila male, storta, scarabocchiata, ma scrivila perché' sarà un'idea tua. - Cerca di percepire l'AI come un aiuto eventuale, non come il "piano A". Non deve essere la tua soluzione predefinita per fare prima o fare meglio.
Nella dicotomia tra umano e artificiale, tra voce propria e voce generata, è lì che risiede l'imperfezione. C’è sempre una falla nel sistema. C’è sempre un errore. La paura di sbagliare. Di deludere. Di non essere abbastanza. La paura, insomma, di
essere umani. E allora l'uomo si piega in silenzio, lascia spazio a quella perfezione laccata che promette tutto senza chiedere niente. Ma in quella perfezione sterile, smette di cercarsi. E dimentica di vivere.
A cura di Erika Marino