La magia di "Harry Potter" sta per tornare in versione serie TV targata HBO, e ogni annuncio di casting scatena reazioni da parte dei fan. Ma tra le tante new entry, due nomi hanno sorpreso e incuriosito più di altri Dopo aver scoperto i nuovi volti di Silente, Hagrid e del Trio d’Oro, ora tocca a due personaggi "scomodi" ma fondamentali: Petunia e Vernon Dursley, ovvero gli zii (più tirchi di un Dissennatore a Natale) che hanno cresciuto Harry nella famigerata casa di Privet Drive.
La scelta è caduta su Bel Powley e Daniel Rigby, due nomi forse meno noti al grande pubblico, ma con un curriculum che parla chiaro. Una decisione che, per una volta, si allinea perfettamente con i libri. Sì, perché se c’è una cosa che nei film originali era andata un po’... "fuori età", erano proprio loro due.
HBO ha deciso di riportare coerenza e profondità emotiva, scegliendo attori che possano restituire tutta la tensione (anche anagrafica) tra i Dursley e il mondo magico.
Ma chi sono davvero Powley e Rigby? E perché questo nuovo casting è già considerato una delle mosse più intelligenti della serie? Scopriamolo!
Nata a Londra il 7 marzo 1992, Isobel Dorothy Powley Booth, detta Bel, è figlia d’arte: papà attore e mamma direttrice casting. Un destino segnato? Forse sì, ma il talento ha fatto la sua parte. Dopo aver frequentato l’Holland Park School, Bel si è fatta notare molto giovane grazie alla sua energia sul palco e alla sua capacità di passare con disinvoltura dal dramma alla commedia.
Il grande salto arriva con "The Diary of a Teenage Girl" del 2015, dove incarna una protagonista intensa e vulnerabile. Un’interpretazione da standing ovation che le vale un Gotham Award e l’attenzione dell’industria cinematografica. Da lì, una carriera in costante ascesa: "White Boy Rick", "The Morning Show", "A Small Light" e l’epica "Masters of the Air" nel 2024.
Nel 2023 ha sposato l’attore Douglas Booth, e insieme formano una delle coppie più eleganti del panorama britannico.
Nel ruolo di Petunia Dursley, Powley potrà restituire al personaggio quella dimensione emotiva finora poco esplorata: una sorella ferita, invidiosa, ma forse anche ancora legata a Lily da un filo invisibile. Meno "megera" da cartone animato e più donna complessa, cresciuta con troppe ferite sotto i vestiti da casalinga disperata anni '80.
Daniel Rigby, nato a Stockport il 6 dicembre 1982, è un attore e comico che ha saputo conquistare la critica grazie al perfetto mix tra intensità drammatica e timing comico. Dopo gli studi alla Royal Academy of Dramatic Art, Rigby ha fatto il suo debutto in TV con "Lilies" della BBC, ma è nel 2011 che arriva la svolta: il ruolo di Eric Morecambe nel biopic "Eric and Ernie" gli vale un BAFTA TV Award come Miglior Attore. E non era un anno qualunque: tra i candidati c’erano gente come Matt Smith (per "The Doctor" e Benedict Cumberbatch (per "Sherlock").
Da lì, Daniel ha continuato a lavorare con costanza in serie come "Flowers" (una perla da recuperare), "Black Mirror", e il futuro progetto "I, Jack Wright". È un volto camaleontico, capace di ispirare fiducia o terrore a seconda della scena. E questo lo rende perfetto per Vernon Dursley, un personaggio che, al di là delle apparenze, ha mille sfumature: borghese, frustrato, ossessionato dalla "normalità".
Senza baffi da tricheco e con qualche taglia in meno rispetto al Vernon letterario, Rigby promette una versione più credibile e meno caricaturale dello zio di Harry. Meno "orso urlante", più uomo sull’orlo di una crisi di nervi.
Nei film di "Harry Potter", Petunia e Vernon sono stati interpretati magistralmente da Fiona Shaw e Richard Griffiths. Ma, va detto, erano troppo grandi per i loro ruoli. Petunia, nei libri, dovrebbe avere 34 anni all’inizio della storia. Shaw, invece, ne aveva 42. Vernon dovrebbe essere poco più che un trentenne, Griffiths ne aveva 54. Questo invecchiamento ha tolto pathos a una verità potente: Lily e Petunia erano quasi coetanee, e la rottura tra le due sorelle avvenne quando erano ancora molto giovani.
HBO sembra voler restituire questa tensione generazionale, mostrando i Dursley come adulti ancora acerbi, pieni di insicurezze, che si confrontano con un nipote che rappresenta tutto ciò che temono e non capiscono. Con attori più giovani, si può finalmente esplorare il dolore non detto, l’invidia malcelata, l’orgoglio ferito.
In più, la scelta di attori non perfettamente identici alla descrizione dei libri (Powley non è bionda, Rigby non è grasso) dimostra che la HBO punta prima di tutto sull’intensità interpretativa. E forse è proprio questo il colpo di bacchetta magica che serviva alla nuova saga: meno effetti speciali, più emozioni vere.
I Dursley, finalmente, potrebbero diventare più umani. E molto, molto più interessanti.