Lo sbalorditivo cambiamento sulle pensioni, tanto atteso dai lavoratori, non ci sarà nel prossimo futuro. La trasformazione del sistema previdenziale passa da Quota 41 e 10 mesi a Quota 43 e 1 mese, ma anche attraverso un adeguamento costante nel tempo dei requisiti per la pensione anticipata, che salirebbero, dal 2025 al 2028, di ben 9 mesi. Non vi è immagine più nitida degli effetti del meccanismo di adeguamento automatico dei requisiti di accesso alla pensione in base all'andamento della speranza di vita.
Non sono pochi i lavoratori che, nei prossimi anni, si apprestano a intraprendere il complesso percorso previdenziale, confrontandosi con una o più misure per accedere alla pensione. Si ha la sensazione che il continuo aggiornamento dei requisiti, dovuto all’adeguamento dell’età pensionabile, stia lasciando una nuova impronta sul sistema previdenziale. Un modello che, per molti, riflette un’austerità che sembrava ormai superata.
Questo è evidente nella crescente richiesta di maggiori dettagli per accedere alla pensione anticipata o all’anticipo pensionistico tramite l’Ape sociale.
Per le strade si percepisce la delusione dei lavoratori, soprattutto di coloro prossimi alla pensione, messi ancora una volta all’angolo da un sistema orientato più alla stabilità dei conti pubblici che al benessere dei cittadini.
Sfuma, come il vino sul fuoco, l’idea di una Quota 41 per tutti. Nemmeno nella Lega si avverte più quella voce di cambiamento che avrebbe dovuto creare un ponte tra Quota 100 e una pensione flessibile e accessibile per tutti i lavoratori.
A differenza degli ultimi anni, il governo Meloni sarà chiamato a intervenire, decidendo se congelare l’adeguamento biennale o, in nome di un equilibrio tra sostenibilità e diritti, lasciare che la norma venga applicata.
È ormai chiaro che la pensione anticipata ordinaria, accessibile con i soli requisiti contributivi e senza un’età anagrafica minima, prevede attualmente:
A partire dal 1° gennaio 2027, tuttavia, i lavoratori dovranno confrontarsi con un adeguamento di questi requisiti legato all’aspettativa di vita. Secondo numerosi esperti, il primo incremento sarà di 3 mesi.
Pertanto, i nuovi requisiti contributivi per la pensione anticipata ordinaria dal 2027 (senza requisito anagrafico) sarebbero:
Con l’applicazione progressiva dell’adeguamento all’aspettativa di vita, l’aumento dei requisiti contributivi influirà in modo particolare su alcune categorie di lavoratori, come gli iscritti alle Casse dell’ex INPDAP. Per loro potrebbero cambiare sensibilmente anche le cosiddette “finestre mobili” di attesa per l’erogazione della pensione:
In questo contesto, va sottolineato che il dibattito sull’adeguamento dei requisiti per la pensione anticipata ordinaria — così come per la pensione di vecchiaia — è ancora aperto. Il governo Meloni sta valutando l’introduzione di misure correttive per mitigare o congelare l’aumento previsto.
Sono diversi i segnali relativi al tema delle pensioni affrontato dal governo Meloni, in cui l’aumento dei requisiti è ormai entrato in una fase attiva, orientata verso l’allungamento del requisito anagrafico. A differenza del passato — quando l’impatto dello "scalone" di Quota 100 fu evidente sin da subito — stavolta l’adeguamento di tre mesi dell’età pensionabile potrebbe anche passare inosservato.
Secondo le ultime stime, l’obiettivo del governo di attenuare gli effetti di tale aumento è iniziato con la modifica dei requisiti per l’accesso all’Ape Sociale, che è stato innalzato di cinque mesi: da 63 anni a 63 anni e 5 mesi.
Anche la pensione anticipata flessibile ha subito delle trasformazioni. Quella che fino al 2021 era nota come Quota 100 (62 anni di età e 38 anni di contributi), è diventata Quota 103 dal 2023 in poi, con requisiti pari a 62 anni di età e 41 anni di contributi, oltre ad altre condizioni specifiche.
In questo scenario, gioca un ruolo determinante la tendenza, ormai costante nel tempo, all’allungamento dei requisiti per l’accesso alle diverse misure previdenziali. Sebbene si tratti spesso di variazioni contenute, esse potrebbero portare, entro il 2027, a un ulteriore adeguamento dell’età pensionabile, come previsto dalla normativa introdotta nel 2012 con la legge Fornero.
Non va meglio ai lavoratori precoci. Nonostante abbiano maturato almeno 12 mesi di contribuzione effettiva prima dei 19 anni di età — e pur raggiungendo un montante contributivo di 41 anni, di cui almeno 35 effettivamente versati — non è garantito loro il diritto alla pensione anticipata con Quota 41, se non appartengono a una delle categorie protette.
Infatti, la domanda per accedere a Quota 41 può essere presentata solo da lavoratori che rientrano nelle categorie meritevoli di tutela, ossia:
Il sistema pensionistico italiano sta attraversando importanti cambiamenti, soprattutto per quanto riguarda le pensioni anticipate e l’adeguamento dei requisiti contributivi e anagrafici. Di seguito, trovi le risposte sintetiche alle domande più frequenti su Quota 41, Quota 43 e gli effetti della Legge Fornero nel contesto delle riforme previdenziali attuali.