Il mondo del Palio di Siena è in subbuglio dopo la condanna di otto contradaioli per rissa e resistenza a pubblico ufficiale. Il Magistrato delle contrade, l'organismo che riunisce i priori (i "capi") dei diciassette rioni, va all'attacco dei giudici che nella sentenza avevano criticato il comportamento della polizia municipale.
I priori in un documento durissimo scrivono che "destano amaro stupore le considerazioni relative all'azione della Polizia Municipale, che la suddetta sentenza definisce passiva, finendo addirittura per escludere l'attendibilità delle testimonianze degli agenti e rilevando, evidentemente con una valutazione negativa, il fatto che essa lasci presso il proprio comando tutti gli strumenti difensivi, quali manganelli, spray urticanti e manette, espressione di quello che sarebbe il medesimo occhio benevolo dell'amministrazione comunale e della cittadinanza nei confronti dell'evento fronteggiamento".
Il Magistrato delle contrade difende il "cazzotto": "Corre l'obbligo di sottolineare che ciò che la sentenza evidentemente utilizza come un argomento a favore della condanna dei contradaioli costituisce al contrario uno dei tratti tipici di un ordinamento che ha quale principio ispiratore non certo l'illiceità, bensì il rispetto: il rispetto dei contradaioli nei confronti delle istituzioni, il rispetto tra le istituzioni stesse (tra le quali, da secoli, vi sono le Contrade), e, infine, il rispetto tra i contradaioli, che, in ogni momento in cui si confrontano (e proprio grazie a tali momenti di confronto), si rivelano reciprocamente e sinceramente, per il coraggio che mostrano, per la forza che manifestano, per l'attaccamento che vivono e, quindi, per ciò che sono".
"Il rispetto - scrivono i priori - che nasce da questo tipo di relazione è più solido, perché poggia su una conoscenza reale.
Non è cieco né ipocrita, ma consapevole e, ci sia consentito, non ha certo bisogno né di manganelli né di spray
urticanti, né tanto meno di manette, strumenti che certamente non vanno destinati a noi". Documenti dai toni così duri mai si erano letti in un documento ufficiale del Magistrato delle contrade. Il Palio di Siena si arricchisce di un'altra pagina della sua storia plurisecolare ma questa volta a scendere in pista non sono i fantini ma priori e giudici.