20 Jun, 2025 - 11:40

"28 years later" l'horror (senza) Cillian Murphy terrorizza ancora: dove vederlo in streaming

"28 years later" l'horror (senza) Cillian Murphy terrorizza ancora: dove vederlo in streaming

"28 Years Later" è finalmente arrivato! O quasi. Perché il film che segna il ritorno della saga zombie più angosciante degli ultimi decenni sta già facendo parlare di sé, ma per ora... solo al cinema. E no, nonostante i rumor virali, non c’è nessuno Cillian Murphy in versione zombie a rubare la scena (anche se l’idea ci aveva gasati tutti).

Mentre i fan storici si riversano nelle sale per tornare nell’universo contagiato di Danny Boyle, molti si chiedono un’unica, impellente cosa: "dove possiamo vederlo in streaming?E, soprattutto, quando?

Spoiler: servirà un po' di pazienza. Ma nel frattempo, guarda il trailer e scopri tutto quello che devi sapere per non perderti neanche un’infezione.

In sala, ma non ancora sul divano: dov’è finito 28 Years Later?

L’horror che ha risvegliato (di nuovo) l’epidemia è qui: "28 Years Later", il terzo atteso capitolo della saga zombie cominciata nel 2002 con "28 Days Later", è ufficialmente nei cinema a partire da questo weekend. Sì, proprio nei cinema. E solo nei cinema - almeno per ora.

Se ti stai chiedendo se puoi già guardarlo comodamente in streaming su Netflix, Amazon Prime Video o Disney+, la risposta breve è: no. Ma non tutto è perduto. Ecco come stanno le cose.

Il film è distribuito da Sony Pictures, che ha un accordo esclusivo con Netflix per la cosiddetta finestra "Pay 1" - cioè, la prima fase di streaming dopo il passaggio nelle sale e la disponibilità per l'acquisto digitale. Questo significa che, molto probabilmente, "28 Years Later" arriverà su Netflix… ma non prima dell’autunno 2025. Considerando le tempistiche degli ultimi titoli Sony, possiamo stimare l’arrivo verso fine ottobre.

Amazon Prime Video, invece, non includerà il film nel suo catalogo per abbonati nel breve periodo. Tuttavia, sarà disponibile per il noleggio o l’acquisto in formato digitale, probabilmente entro qualche mese. Quindi, se non hai intenzione di uscire di casa e vuoi aspettare, preparati a qualche spoiler.

Il ritorno di Boyle (e l’assenza di Cillian Murphy)

A riportarci nel Regno Unito infettato dal virus Rage sono di nuovo Danny Boyle alla regia e Alex Garland alla sceneggiatura. È passato un bel po' di tempo da quando Cillian Murphy vagava spaesato per le strade deserte di Londra in "28 Days Later", ma nel nuovo film il suo personaggio… non c’è.

E no, lo zombie del trailer non è lui. Lo sappiamo: per settimane su internet è circolata la teoria secondo cui, a 1 minuto e 47 del trailer ufficiale, apparirebbe proprio lui, o almeno il suo volto zombificato. La cosa era diventata così virale che anche testate autorevoli si erano sbilanciate. Ma il 13 dicembre 2024, è arrivata la smentita definitiva: "quello non è Cillian Murphy". Un inside joke mancato o solo wishful thinking dei fan? Chissà.

A guidare il nuovo cast c’è invece la magnetica Jodie Comer, nel ruolo di Isla, una donna affetta da amnesia che vive isolata con suo marito Jamie (Aaron Taylor-Johnson) e il figlio dodicenne Spike (Alfie Williams). Un trio in equilibrio precario, nascosto su un’isola collegata alla terraferma solo da una sottile striscia di asfalto percorribile con la bassa marea. Lì, tra le macerie del passato, si costruisce una nuova (fragile) normalità.

Una nuova generazione contro vecchi (e nuovi) mostri

Il film ci mostra un mondo che ha imparato - più o meno - a convivere con il virus della rabbia. La minaccia è stata contenuta, ma non sconfitta. L’epidemia non è finita: si è evoluta. E con essa, anche gli infetti. Alcuni strisciano. Altri guidano veri e propri "branchi". Altri ancora - i più pericolosi - sono diventati Alfa.

Il cuore emotivo della pellicola è però nel rapporto tra Isla e suo figlio. Isla è malata, instabile, a tratti lucida, a tratti completamente persa nel trauma di decenni di isolamento. E Spike, cresciuto nel mondo post-apocalittico senza memoria di com’era prima, rappresenta una nuova generazione: non più solo sopravvissuti, ma futuri costruttori di una civiltà diversa.

Il film riflette, non a caso, sul nostro recente passato pandemico. "Tutti abbiamo sperimentato un cambiamento improvviso, radicale, senza bisogno di zombie", ha detto Boyle in un’intervista alla BBC. E proprio come nella realtà, anche nel film c’è chi vuole andare avanti a tutti i costi, chi si rifugia nella nostalgia, e chi scopre che sopravvivere è molto diverso dal vivere.

Realismo, adrenalina e qualche critica tagliente

Dimentica il CGI: "28 Years Later" è stato girato con un approccio fisico e crudo. Gli "infetti" sono attori truccati per ore, che corrono davvero, che sbavano davvero e che ti inseguono davvero. Jodie Comer lo conferma con una risata: "Non rallentano mai. Ci sono momenti in cui ti manca il fiato e pensi: ok, qui potrei davvero morire".

La sua Isla è un personaggio intenso, sfaccettato, diviso tra lucidità e delirio, maternità e istinto di sopravvivenza. Un ruolo impegnativo, in cui l’attrice britannica si muove con la consueta intensità già vista in "Killing Eve" o "Help!", il dramma Covid della BBC.

Il film ha raccolto recensioni perlopiù positive. Il Telegraph lo definisce "il miglior film di Boyle da anni", mentre The Times lo celebra come "il più riuscito della trilogia". Qualcuno - come The Guardian o The Independent - lo trova invece un po' troppo carico di metafore, e a tratti incerto nel tono.

Ma anche questo fa parte del fascino del progetto: Boyle non torna all’horror solo per spaventare, ma per interrogare. La società isolata dell’isola di Holy Island, dove si rifugiano Isla e la sua famiglia, non è solo un setting distopico: è un’allegoria. Un mondo fermo, chiuso, che guarda nostalgicamente a un passato idealizzato. Sì, stiamo ancora parlando di zombie… ma anche un po’ di Brexit.

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