22 Jun, 2025 - 15:04

Pakistan nomina Trump al Nobel per la pace ma lui bombarda l'Iran: entrambi nell'occhio del ciclone

Pakistan nomina Trump al Nobel per la pace ma lui bombarda l'Iran: entrambi nell'occhio del ciclone

Mentre il mondo osserva con apprensione le tensioni geopolitiche, un singolare paradosso si è materializzato: il Pakistan candida Donald Trump al Premio Nobel per la pace, ma successivamente il presidente americano ha ordinato bombardamenti contro l’Iran.

La candidatura di Trump al Nobel per la pace

Il Pakistan, il 21 giugno, ha formalmente candidato il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, al Premio Nobel per la pace.

Islamabad ha citato il “decisivo intervento diplomatico” di Trump dopo l’inizio degli attacchi reciproci tra India e Pakistan.

I due paesi vicini, infatti, hanno cominciato a scambiarsi attacchi aerei e missilistici. L’escalation tra due potenze nucleari ha sollevato forti preoccupazioni a livello internazionale.

È stato proprio il presidente americano ad annunciare per primo il raggiungimento di un accordo di cessate il fuoco tra India e Pakistan. Trump si è congratulato con i leader di entrambi i Paesi per aver “usato buon senso e grande intelligenza”.

Mentre l’amministrazione pakistana ha elogiato il coinvolgimento di Washington, quella indiana ha minimizzato il ruolo statunitense, indicando piuttosto una collaborazione diretta tra le parti per giungere alla tregua.

Trump il pacificatore

Trump, in questo suo secondo mandato, si propone come un “pacificatore”.

Già prima del suo insediamento, la sua squadra aveva contribuito al raggiungimento di un accordo di cessate il fuoco e al rilascio degli ostaggi tra Israele e Hamas.

Sebbene le parti non siano riuscite a mantenere la tregua oltre la fase iniziale, l'intesa ha rappresentato una prima vittoria diplomatica per Trump.

Gli sforzi dei funzionari americani sulla guerra a Gaza si trovano attualmente in una fase di stallo. Parallelamente, l’amministrazione statunitense dichiara il proprio impegno a porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina. Tuttavia, sia Mosca che Kiev sembrano ancora lontane dal raggiungimento di un’intesa.

L’attacco all’Iran e le reazioni a Islamabad

All’indomani della raccomandazione formale per il Nobel, il mondo si è svegliato con la notizia degli attacchi aerei statunitensi contro i siti nucleari in Iran.

Questa decisione dell’amministrazione Trump ha riacceso l’attenzione anche sulla scelta compiuta dal Pakistan nel candidare il presidente americano al premio per la pace.

Islamabad ha espresso profonda preoccupazione per l’escalation delle tensioni in Medio Oriente, a seguito degli attacchi statunitensi. Tuttavia, anche il governo pakistano si trova ora a fronteggiare critiche crescenti.

Alcuni analisti hanno contestato la coerenza della politica estera di Islamabad, mentre altri l’hanno accusata apertamente di ipocrisia.

Un commento sarcastico sui sogni di Trump per il Nobel per la pace è arrivato dall’ex presidente russo e attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza, Dmitrij Medvedev.

Oltre a criticare apertamente l’azione americana, ha scritto in un post su X che “Trump può scordarsi del Premio Nobel per la pace”.

Il paradosso di Trump: tra diplomazia e bombardamenti

Mentre ancora valutava un eventuale attacco all'Iran, Trump aveva commentato il recente scontro tra la Repubblica Democratica del Congo e il Ruanda, sottolineando il silenzio internazionale sul suo presunto ruolo di pacificatore.

Non riceverò il Premio Nobel per la pace per questo”, scriveva su Truth Social, lamentandosi di non vedersi riconosciuto il merito delle sue azioni diplomatiche.

Il contrasto tra la narrazione pubblica di un Trump mediatore globale e la realtà dei bombardamenti in Iran ha posto l’amministrazione americana nell’occhio del ciclone.

Questo potrebbe influenzare l'immagine internazionale di Trump.

La candidatura al Nobel e l’attacco all’Iran dipingono due facce opposte della presidenza Trump: quella del mediatore e quella del leader bellico. Entrambe coesistono in un momento in cui l’equilibrio globale appare sempre più fragile e le scelte politiche sempre più contraddittorie.

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