Ci sono tante voci che hanno accompagnato le domeniche degli italiani, ma quella di Emanuele Dotto è familiare, riconoscibile e a molti ricorda casa. Giornalista e radiocronista, penna e voce, un narratore del calcio italiano, che ha sempre fatto immaginare ogni partita a occhi chiusi, guidato dalla sua passione, dalla professionalità, dall'esperienza.
Dotto, 73 anni, genovese, ha scritto e continua a scrivere pagine importanti del nostro giornalismo sportivo. Ha iniziato a lavorare negli anni Settanta, ma in quelli Ottanta è entrato ufficialmente in Rai, diventando punto di riferimento per chi ama il pallone, il ciclismo, la Formula 1, i Mondiali e le Olimpiadi.
La vita dell'iconico cronista di Tutto il calcio minuto per minuto è cambiata improvvisamente con una diagnosi, arrivata poco dopo la pensione: sclerosi multipla progressiva. Ha approfondito il tema in un'intervista a La Repubblica.
La storica radiocronaca di Emanuele Dotto di Juventus-Verona 3-2 del 1996:
Dopo aver salutato il microfono con cui ha raccontato la storia dello sport, Emanuele Dotto ha ricevuto la diagnosi di sclerosi multipla progressiva, esattamente a un mese dal pensionamento, a 67 anni. Una notizia che toglie il fiato, fa crollare certezze, scombussola la vita. Ne ha parlato così, il 25 giugno 2025:
In un momento tanto delicato, come quello in cui si deve affrontare una malattia che progredisce, non bisognerebbe mai rimanere soli. Accanto a Emanuele Dotto, da sempre, ci sono la moglie e la figlia. Con Marina, sposata nel 1978, ha portato avanti una relazione solida, fondata sull'amore, sul supporto giorno dopo giorno e, adesso, che tutto viene messo alla prova da questa dura sfida, il giornalista si apre e racconta che senza di lei non ce l'avrebbe mai fatta ad affrontare una simile notizia. Insieme a loro c'è anche Emanuela, la figlia laureata in Farmacia, sempre presente e pronta a stargli vicino.
E Dotto le racconta così:
Emanuele Dotto premiato al 43° Premio Sport Civiltà nel 2019:
Emanuele Dotto continua a narrare, a raccontarsi. La sua vita è più silenziosa, ma non per questo meno intensa. Ricorda, ammira e parla con affetto di tutti i suoi amici, colleghi e collaboratori. Oggi la malattia lo costringe sulla sedia a rotelle, ma sa come godere di ogni momento con i ricordi e con la voce,
e spiega: