Hai completato un progetto, il cliente ha accettato il lavoro, ma al momento del pagamento sparisce nel nulla. Nonostante solleciti e diffide, il compenso non arriva.
La tentazione è bloccare l’uso dell’opera finita finché non si viene pagati, ma per la legge non è così semplice.
Il freelance non può agire unilateralmente, perché esistono regole che tutelano la libera circolazione delle opere. Allo stesso tempo, ci sono strumenti legali per far valere i propri diritti.
In questo articolo, vediamo quali sono i limiti e le possibilità in questi casi.
Bloccare l’uso del lavoro o trattenere file finché non arriva il pagamento è una tentazione comune, ma la legge italiana lo vieta in molti casi.
L’articolo 2235 del Codice Civile, che regola il contratto d’opera intellettuale, permette al freelance di trattenere solo i materiali ricevuti dal cliente e solo per il tempo necessario a difendere i propri diritti.
Questo significa che non si può tenere “in ostaggio” l’opera finita per obbligare al pagamento. Usare il lavoro come leva rischia di essere illegale.
Quando un cliente non paga il compenso dovuto, il freelance ha a disposizione strumenti legali per tutelarsi, ma deve evitare azioni fai-da-te che potrebbero rivelarsi illegali.
La prima mossa consiste nell’inviare solleciti di pagamento tramite email, PEC o raccomandata, richiedendo il saldo della fattura scaduta.
Se il cliente ignora i solleciti, si può procedere con una lettera di messa in mora, preferibilmente tramite un avvocato. Questo atto formale interrompe i termini di prescrizione del credito e impone un termine entro cui il pagamento deve essere effettuato, avvisando che in caso di mancato saldo si agirà legalmente.
Quando il credito è certo, documentato e liquidabile il freelance può presentare un ricorso per decreto ingiuntivo. Questa procedura veloce obbliga il cliente a pagare entro circa 40 giorni, salvo opposizione.
Se il credito è contestato o non si possono usare strumenti semplificati, resta la possibilità di avviare una causa civile ordinaria per ottenere una sentenza che confermi il diritto al pagamento.
Conoscere e utilizzare correttamente queste strategie è essenziale per ogni freelance che vuole recuperare i compensi in modo sicuro e legale.
Anche quando un freelance cede un lavoro, conserva sempre i diritti morali sull’opera. Questi diritti, personali e inalienabili, includono principalmente:
È importante però chiarire che i diritti morali non autorizzano a bloccare l’uso del lavoro per mancato pagamento. Sono pensati per tutelare l’integrità artistica e la reputazione dell’autore, non per risolvere dispute economiche.
Per un freelance, conoscere bene i propri diritti morali è fondamentale, ma per proteggersi da clienti insolventi servono strumenti contrattuali specifici.
Per un freelance, il rischio di non ricevere il pagamento è reale, ma si può ridurre con una buona prevenzione.
Ecco le mosse chiave per evitare brutte sorprese:
Hai consegnato un lavoro accettato, ma il cliente sparisce senza pagare? Bloccare l’uso dell’opera non è sempre legale: il freelance può trattenere solo materiali ricevuti, non l’opera finita.
Per ottenere il compenso, occorre seguire vie legali come solleciti, messa in mora, decreto ingiuntivo o causa civile.
I diritti morali dell’autore restano intatti, ma non consentono di bloccare l’uso del lavoro. La prevenzione, con contratti chiari, acconti e clausole precise, è la miglior tutela contro i mancati pagamenti.