25 Jun, 2025 - 15:01

Garlasco, "Marco Poggi non era in Trentino il giorno dell'omicidio di Chiara": la clamorosa dichiarazione dell'albergatore

Garlasco, "Marco Poggi non era in Trentino il giorno dell'omicidio di Chiara": la clamorosa dichiarazione dell'albergatore

Diciotto anni dopo l’omicidio di Chiara Poggi, il caso di Garlasco torna a scuotere l’opinione pubblica con una rivelazione destinata a riaprire vecchie ferite e nuovi interrogativi. Una testimonianza inedita, raccolta dal settimanale Giallo, mette in discussione uno degli alibi ritenuti fino a oggi inattaccabili: la presenza di Marco Poggi, fratello della vittima, in Trentino con i genitori il giorno dell’assassinio. Secondo quanto dichiarato dal gestore dell'albergo, Marco non sarebbe mai stato nella struttura ricettiva insieme ai suoi familiari nelle ore cruciali del delitto.

Il nodo dell’alibi di Marco Poggi: cosa ha detto l’albergatore?

La dichiarazione dell’albergatore, riportata da MOWmag, è tanto semplice quanto deflagrante: “I coniugi Poggi avevano una stanza matrimoniale. Il figlio Marco e l’amico Alessandro Biasibetti non c’erano. Si trovavano a Garlasco.” Secondo questa testimonianza, dunque, Marco Poggi non avrebbe mai raggiunto i genitori in Trentino, come invece sostenuto fin dal primo momento dalle ricostruzioni ufficiali.

Il racconto mina così una delle certezze investigative che avevano escluso il fratello di Chiara da ogni sospetto. La famiglia Poggi, infatti, aveva sempre dichiarato di essere partita insieme per una vacanza in montagna, lasciando Chiara sola nella villetta di via Pascoli, dove la mattina del 13 agosto 2007 sarebbe stata uccisa da qualcuno che conosceva e a cui aveva aperto la porta in pigiama.

Le indagini e la centralità degli alibi

Il delitto di Garlasco è uno dei casi più discussi della cronaca italiana. La condanna definitiva di Alberto Stasi, fidanzato della vittima, non ha mai spento i dubbi e le polemiche. Negli ultimi anni, nuove indagini hanno portato alla ribalta altri sospetti, come Andrea Sempio, amico di Marco Poggi, grazie a nuovi rilievi di DNA e impronte digitali.

L’alibi della famiglia Poggi era stato considerato solido: tutti, tranne Chiara, risultavano in vacanza in Trentino. Questa certezza aveva permesso di restringere il campo delle indagini. Ma la dichiarazione dell’albergatore, se confermata, rischia di riscrivere la storia di quelle ore e di rimettere in discussione la posizione di Marco Poggi.

Le reazioni e le possibili conseguenze

La notizia ha immediatamente sollevato reazioni contrastanti. Da una parte, chi vede nella testimonianza dell’albergatore un elemento che potrebbe finalmente chiarire alcune delle tante zone d’ombra del caso. Dall’altra, chi invita alla cautela, ricordando che negli anni sono stati commessi numerosi errori investigativi e che la memoria, a distanza di quasi due decenni, può essere fallace.

Non va dimenticato che, secondo la ricostruzione ufficiale, il corpo di Chiara fu trovato sulle scale che portano alla cantina, senza segni di effrazione e con indosso il pigiama, a conferma che la vittima conosceva il suo assassino. La presenza o meno di Marco Poggi a Garlasco in quelle ore potrebbe dunque assumere un peso decisivo, soprattutto alla luce delle nuove indagini che stanno coinvolgendo anche altri membri della cerchia familiare e amicale della vittima.

Gli altri punti oscuri e la riapertura del caso

Il caso Garlasco non ha mai smesso di sollevare domande. Dalla misteriosa assenza di tracce di sangue sul “gradino 0” dove fu trovato il corpo, alle impronte e ai DNA riconducibili a persone diverse da Stasi, fino alle testimonianze sulle cugine gemelle di Chiara, Stefania e Paola Cappa, viste nei pressi della villetta la mattina del delitto. Ogni nuovo elemento sembra complicare, più che chiarire, la vicenda.

La testimonianza dell’albergatore si inserisce in questo contesto di incertezza e potrebbe portare a una revisione degli alibi, con conseguenze imprevedibili sia sul piano giudiziario sia su quello mediatico.

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