La strage di Ustica avvenne il 27 giugno 1980, quando un aereo di linea Itavia, il volo IH870, precipitò nel Mar Tirreno al largo dell’isola di Ustica, causando la morte di 81 persone. Il DC-9 era decollato da Bologna diretto a Palermo, ma scomparve dai radar senza lanciare alcun segnale d’allarme. Sono trascorsi 45 anni, e quella tragedia rimane ancora senza una verità ufficiale, senza un colpevole e senza un movente acclarato.
L’Italia e i familiari delle vittime continuano a chiedere giustizia, nella speranza di sapere cosa accadde davvero quella notte. La dinamica del disastro non è mai stata accertata: nel tempo si sono alternate ipotesi, smentite e depistaggi. Nonostante l’impegno della magistratura, le indagini e i processi si sono spesso arenati, ostacolati dalla mancata collaborazione dei Paesi che, secondo gli inquirenti, potrebbero essere coinvolti, o avere informazioni utili.
Secondo le ricostruzioni, quella notte nei cieli italiani non volava solo il DC-9. Potrebbero essere stati presenti anche velivoli militari di diverse nazioni: Stati Uniti, Francia, Libia, Regno Unito. Ma cosa facessero lì e se abbiano avuto un ruolo nel disastro resta tuttora un nodo irrisolto, anche per il silenzio delle istituzioni straniere.
Proprio a questi “Paesi amici”, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha rivolto oggi un appello: collaborare con l’Italia per fare piena luce sulla strage di Ustica e restituire, finalmente, verità e dignità alle vittime e alle loro famiglie.
Chi potrebbe conoscere la verità su ciò che accadde quella notte al volo Itavia 870, partito da Bologna e mai arrivato a Palermo? Chi quella notte era presente sul luogo dell'incidente ed è sopravvissuto per raccontarlo.
Alla luce degli elementi emersi nell’ultima inchiesta condotta dalla Procura di Roma, avviata nel 2008 dopo alcune dichiarazioni dell’ex Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, si ipotizza che il DC-9 Itavia sia stato abbattuto per errore nel corso di uno scontro aereo tra caccia militari. Secondo questa ricostruzione, l'areo italiano sarebbe rimasto coinvolto in un inseguimento tra un caccia – francese o americano – e un MiG libico nello spazio aereo italiano. Una tesi mai confermata ufficialmente, rimasta sospesa tra depistaggi, reticenze e silenzi internazionali.
Nei mesi scorsi, tuttavia, i magistrati romani hanno richiesto l’archiviazione dell’indagine, dichiarando l’impossibilità di individuare i responsabili materiali della strage, proprio a causa della scarsa collaborazione ricevuta dagli Stati che potrebbero essere stati coinvolti.
È a questi Paesi – e più in generale a tutti i governi che potrebbero essere in possesso di informazioni utili a fare luce sulla tragedia – che si rivolge l’appello del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e delle istituzioni italiane: contribuire finalmente a spezzare il silenzio e restituire verità e giustizia alle vittime di Ustica.
Per oltre quattro decenni, le cause della strage di Ustica sono rimaste avvolte nel mistero. In un primo momento si ipotizzò un guasto tecnico o l’esplosione di una bomba a bordo, ma le indagini successive hanno rafforzato la tesi dell’abbattimento: il DC-9 Itavia sarebbe stato colpito da un missile, forse nel corso di un combattimento aereo tra caccia militari di potenze straniere – Francia, Stati Uniti, Libia – in volo nello spazio aereo italiano.
Nel discorso pronunciato in occasione del 45° anniversario della tragedia, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rivolto un appello diretto ai "Paesi amici", chiedendo collaborazione per arrivare finalmente alla verità e chiudere una delle pagine più oscure della storia repubblicana.
Con queste parole, Mattarella ha chiamato in causa quei governi stranieri che potrebbero ancora detenere informazioni decisive su ciò che accadde la notte del 27 giugno 1980.
Un appello che ha trovato eco anche nel mondo politico. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha ricordato che è dovere dello Stato impegnarsi “affinché la memoria di questa strage non si affievolisca e la verità non sia più ostacolata da silenzi, reticenze e complicità”.
Anche la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha sottolineato l’urgenza di non arrendersi:
Il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, è stato più diretto:
La richiesta di verità è portata avanti con determinazione anche dai familiari delle vittime. Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione dei parenti delle vittime della Strage di Ustica, ha ribadito con forza:
Una ferita ancora aperta nella coscienza civile italiana, che a 45 anni di distanza chiede, con voce unanime, giustizia e trasparenza.