Tramontato – pare definitivamente – il via libera per il Terzo mandato dei governatori di Regione, la Lega si gioca la carta tempo: rinviare di almeno sei mesi le Elezioni Regionali 2025, previste per il prossimo autunno, alla primavera del 2026.
Un'ipotesi che vede favorevole anche il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che ieri aveva avanzato la stessa richiesta al governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, in Conferenza delle Regioni.
La richiesta è stata ripresa nelle ultime ore dal ministro per gli Affari Costituzionali, il leghista Roberto Calderoli, in un'intervista sul Corriere della Sera.
Ma a chi servirebbe rinviare la data del voto per le Regionali 2025? E soprattutto la legge lo consente?
Le regioni chiamate al voto il prossimo autunno sono sei: Valle d'Aosta, Veneto, Toscana, Marche, Campania e Puglia.
In attesa di capire se il governo opterà per un election day unico, ciascuna regione si sta organizzando autonomamente per stabilire in che data andare alle urne. Toscana e Marche si sono portate avanti con il lavoro, mentre nelle altre regioni la discussione è ancora in corso.
Nelle ultimissime ore, tuttavia, sta prendendo sempre più corpo l'ipotesi di un possibile rinvio in primavera della tornata elettorale, così da farla coincidere con le amministrative. In questo modo si garantirebbe alle amministrazioni in carica di chiudere i bilanci e raggiungere con maggiore tranquillità alcune importanti scadenze.
Ha detto il ministro per gli Affari Regionali e le autonomie, Roberto Calderoli.
La proposta è stata avanzata giovedì in Conferenza delle Regioni è sostenuta dalla Lega, ma anche dal governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che in una lettera ha fatto presente che andare alle elezioni dopo l'estate rischia di far bloccare o ritardare i lavori del Pnrr. Ma sull'ipotesi di posticipare la tornata elettorale non c'è uniformità di vedute.
Se non si vota in autunno, allora quando? L'idea sarebbe di andare al voto nella primavera del 2026, ed è sostenuta soprattutto dalla Lega che, tramontata l'ipotesi del terzo mandato per il governatore del Veneto, Luca Zaia, ora punta sul “Piano B, ovvero, guadagnare tempo.
Ieri la maggioranza ha bocciato l'ennesimo tentativo della Lega di far passare una legge per consentire ai governatori delle Regioni di candidarsi per più di due mandati consecutivi. Se si va al voto in autunno, Zaia non potrà ricandidarsi in Veneto, cosa che la Lega vorrebbe evitare a tutti i costi.
Un eventuale rinvio delle elezioni regionali garantirebbe, invece, un po' di tempo al partito di Salvini quanto meno per provare a fare un altro tentativo per convincere Forza Italia ad accettare una legge sul terzo mandato.
In caso contrario, l'eventualità di uno spostamento permetterebbe a Luca Zaia di presiedere le Olimpiadi di Milano-Cortina, è stata discussa anche in Conferenza delle Regioni.
Ma sull'ipotesi di posticipare la tornata elettorale non c'è uniformità di vedute.
ha dichiarato, ad esempio, Eugenio Giani, presidente della Toscana in corsa per il bis come candidato del centrosinistra. Non favorevoli a uno spostamento anche i presidenti di regione di FI.
Un'apertura al rinvio delle urne in Veneto nei mesi scorsi era arrivata dal ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ma il governo non sembra orientato a dare semaforo verde o a predisporre un decreto ad hoc.