Benché sia abbastanza noto da sempre che il periodo estivo non sia di certo il migliore per il cinema (con mio grosso rammarico), ci sono alcune pellicole destinate al palinsesto di giugno, luglio e agosto che mi lasciano comunque basita. Una fra queste è “Trust”, uscita giusto giovedì scorso nelle sale italiane. Regia di Carlson Young, al suo terzo lungometraggio, per un thriller che oserei definire ridicolo. Al centro della trama c’è una star di Hollywood trentenne, che ha cominciato a lavorare come attrice sin da bambina, e che dopo oltre vent’anni di carriera si è ritrovata vittima di un doppio scandalo: alcune sue foto intime sono state rubate e gettate in pasto a tutti dalla stampa e inoltre gira voce che sia incinta, nonostante non risulti avere una relazione stabile. E per l’opinione pubblica americana, giudicante e perbenista, è inaccettabile. Essendo la coprotagonista di una sitcom scritta per le famiglie, la donna per l’immaginario comune finora rappresentava una sorta di vergine Maria. Presa dallo sconforto e indecisa se portare avanti la gravidanza o meno, si prederà una pausa affittando una gigantesca splendida villa fra i boschi. Ma già dalla prima notte arriveranno altri guai: due criminali faranno irruzione in casa con l’intento di derubarla e non solo.
Il ruolo principale è interpretato dall'attrice britannica Sophie Turner che ritorna sulle scene dopo tre anni dall'ultimo film e dal burrascoso divorzio dall’ex marito Joe Jonas, cantante dei Jonas Brothers e degli DNCE, che le è costato un lungo processo diffamatorio ai suoi danni durante la causa per la custodia di entrambe le figlie della coppia. Forse sarà stata questa specie di similitudine emotiva che condivide con la protagonista ad appassionarla al soggetto quando avrà letto il copione per la prima volta, altrimenti proprio non si spiega.
La trama è talmente già vista, se pur in milioni di salse differenti, che ormai storie del genere vengono riservate solo ai film prodotti per la tv. E anche la regia, la recitazione e la sceneggiatura sono di pari livello. La narrazione diviene spesso confusionaria fino all’inverosimile, con personaggi nuovi che spuntato da non si sa bene dove e senza una reale utilità. Paradossale e poco plausibile, con dei dialoghi forzati e bislacchi, ma la cosa peggiore risulta essere il doppiaggio. Che dire, non so davvero a chi sia venuto in mente di investire dei soldi per produrre una roba così. Magari accettabile per la programmazione estiva del sabato sera su Rai2, ma neanche. Ne sentivamo il bisogno? No. Lo hanno girato lo stesso? Purtroppo sì. Una stella e mezzo su cinque.