Sempre impeccabile con i suoi occhiali scuri e il caschetto inconfondibile, Anna Wintour è molto più di una direttrice di moda. Potentissima e molto influente, nel tempo ha guadagnato un patrimonio niente male.
Come ha costruito un patrimonio da diversi milioni di dollari? Dietro la sua figura austera si nasconde una stratega della comunicazione e dell’editoria, capace di trasformare la moda in un impero personale. Ecco quanto vale oggi Anna Wintour e da dove arrivano i suoi guadagni.
L'annuncio è arrivato come un fulmine a ciel sereno durante una riunione dello staff: Anna Wintour, la donna che per decenni è stata sinonimo di Vogue, sta per fare un passo indietro.
Mentre il mondo della moda trattiene il respiro, in attesa di capire quale sarà la sua prossima mossa, l'attenzione si concentra sull'incredibile impero che ha costruito. Un impero fatto non solo di stile, ma anche di un patrimonio personale che riflette il suo potere incontrastato.
Nel 2025, il patrimonio netto di Anna Wintour è stimato in circa 50 milioni di dollari. Una cifra impressionante, alimentata da uno stipendio annuo che, secondo le ultime stime, si aggira intorno ai 4 milioni di dollari. Ma non è tutto.
Già nel 2014, Business Insider rivelò che la direttrice riceveva anche un'indennità annuale di 200.000 dollari destinata al suo guardaroba. Un dettaglio che la dice lunga sul suo status e sull'importanza della sua immagine, soprattutto per le case di moda.
La sua non è stata una scalata fulminea. Figlia di Charles Wintour, ex direttore dell'Evening Standard, Anna aveva il giornalismo nel sangue, ma ha dovuto costruirsi la sua strada con tenacia e una buona dose di audacia.
Dopo aver sfidato i codici di abbigliamento conservatori a scuola, ha iniziato la sua carriera nel mondo della moda, passando da Biba e Harrod's fino a diventare assistente editoriale per Harpers & Queen. Ma il suo obiettivo era chiaro fin dall'inizio: voleva Vogue.
Il trasferimento a New York segnò una svolta. Dopo un'esperienza fallimentare da Harper's Bazaar, da cui fu licenziata in meno di un anno perché, a loro dire, non aveva talento, non si arrese.
In un'intervista ha ammesso di aver adottato l'approccio del "fai finta finché non ce la fai", riconoscendo con umiltà di essere stata "semplicemente molto, molto fortunata".
Quella fortuna, unita a un istinto infallibile, l'ha riportata in gioco negli anni '80. Quando finalmente ottenne il ruolo di direttore creativo di Vogue, le sue decisioni radicali e spesso controverse le valsero il soprannome di "Wintour Nucleare".
Ma furono proprio quei cambiamenti a trasformare la rivista in un colosso culturale, rendendola ciò che è oggi.
Da lì, la sua ascesa all'interno di Condé Nast è stata inarrestabile, e ha supervisionato il lancio di testate come Teen Vogue ed è diventata una figura chiave anche nella filantropia, come fiduciaria del Metropolitan Museum of Art e presidentessa indiscussa di ogni Met Gala.
Il suo status di icona è stato poi consacrato a livello globale dal successo del libro e del film Il diavolo veste Prada, che ha trasformato la sua figura in una leggenda.
Ma allora la regina sta davvero lasciando Vogue? Le notizie sono ancora in evoluzione, ma sembra che non si tratti di un addio completo.
Secondo diverse fonti la Wintour lascerà il ruolo di responsabile dei contenuti editoriali di Vogue, ma manterrà una posizione di potere come responsabile dei contenuti a livello globale e direttrice editoriale globale.
Non una vera e propria ritirata, quindi, ma un cambio di ruolo. La regina non abdica, semplicemente cambia la sua posizione sulla scacchiera.