14 Dec, 2025 - 20:43

Immigrazione, perché 27 paesi europei vogliono modificare la Convenzione sui diritti dell’uomo della CEDU?

Immigrazione, perché 27 paesi europei vogliono modificare la Convenzione sui diritti dell’uomo della CEDU?

Ventisette paesi europei hanno chiesto una revisione delle norme della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, ritenute un ostacolo alla gestione dei flussi migratori e alla protezione della sicurezza nazionale. La dichiarazione congiunta segue analoghe richieste di nove Stati già espresse a maggio e sottolinea la necessità di bilanciare diritti umani e controllo dei confini.

27 paesi europei sollecitano la revisione delle leggi sui diritti umani

27 paesi europei hanno sollecitato la riconversione delle leggi sui diritti umani, ritenute un ostacolo alla gestione del fenomeno migratorio.

Non si tratta di una richiesta nuova. Già nel mese di maggio, nove paesi, Italia, Danimarca, Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia, avevano sottoscritto una lettera in cui affermavano che la Convenzione europea dei diritti dell’uomo limitava la loro possibilità di esercitare pienamente la sovranità nazionale e di espellere i cittadini colpevoli di reati.

A distanza di mesi, 27 paesi hanno rilasciato, il 10 dicembre 2025, una dichiarazione congiunta. Si tratta di: Danimarca, Italia, Albania, Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Finlandia, Ungheria, Islanda, Irlanda, Lettonia, Lituania, Malta, Montenegro, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Romania, San Marino, Serbia, Slovacchia, Svezia, Ucraina e Regno Unito.

Mancano diverse nazioni come Francia, Germania e Spagna, che non hanno firmato la dichiarazione. Ciò suggerisce divergenze tra le capitali europee sul tema.

"I diritti e le libertà delle nostre popolazioni sono minacciati da: persone che approfittano della nostra ospitalità commettendo reati gravi; tratta di esseri umani e strumentalizzazione dei migranti", si legge nella dichiarazione.

Gli stati firmatari ritengono che queste sfide siano nuove o significativamente evolute rispetto a quando fu redatta la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Ribadiscono quindi di avere il dovere di proteggere la sicurezza nazionale e dei cittadini, rispettando comunque il diritto internazionale. Ignorare queste sfide, affermano, potrebbe minare i diritti garantiti dalla Convenzione e ridurre la fiducia nel sistema stesso.

Regole severe per chi commette reati

"Le comunità devono sentirsi supportate, non messe sotto pressione. L'asilo per chi fugge realmente da persecuzioni rimarrà sempre il segno distintivo di un paese dignitoso e compassionevole. Ma controllare chi arriva qui è un compito essenziale del governo ed è ciò che i cittadini giustamente chiedono", hanno affermato la primo ministro danese, Mette Frederiksen, e il premier britannico Keir Starmer, in un articolo pubblicato su The Guardian.

Frederiksen è nota per il suo pugno duro sull'immigrazione. Anche Starmer mantiene un approccio rigoroso sull'immigrazione nonostante le critiche. Le loro strategie riflettono le tensioni europee sui flussi migratori, con Starmer che evolve le politiche Tory senza inversioni drastiche.

virgolette
Stiamo promuovendo questa causa in tutta Europa e lo slancio per il cambiamento sta crescendo. Sempre più paesi stanno adottando approcci simili, garantendo che la protezione sia disponibile per i rifugiati che ne hanno bisogno, e al contempo collegandola a chiare aspettative di integrazione e contributo. Questo è ciò che le persone vogliono che i loro governi facciano: mantenere il controllo su chi arriva e chi resta, e farlo alle nostre condizioni. Lo capiamo. E se commetti reati gravi, perdi il diritto di rimanere. Questo principio non è estremo: è buon senso.

La Convenzione europea dei diritti dell’uomo e la sovranità nazionale

The Guardian ha riportato che il Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Michael O'Flaherty, contesta l'idea diffusa di una presunta correlazione tra migrazione e criminalità, definendola una “pigra correlazione” che non riflette la realtà ma che ha un forte impatto sull’opinione pubblica. Tuttavia, questa percezione errata è stata ampiamente diffusa nella società, alimentando paure e pregiudizi.

"Quello che succede è che i politici moderati usano questo linguaggio pigro, ma poi viene strumentalizzato da coloro che promuovono attivamente la disinformazione", ha affermato O'Flaherty.

Secondo O'Flaherty, la Convenzione non ostacola la sovranità nazionale e le modifiche richieste dai politici rischiano più di generare illusioni che di risolvere problemi concreti. Non vede la necessità di modernizzare la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, avvertendo che le richieste dei politici rischiano di creare una “falsa aspettativa” tra gli elettori riguardo all’immigrazione. Ha evidenziato che tali cambiamenti non influirebbero significativamente sui flussi migratori né fermerebbero i trafficanti di esseri umani.

Ha inoltre respinto l’idea secondo cui la Convenzione limiti la sovranità degli stati, spiegando che i cittadini e i paesi possono rivolgersi alla Corte europea solo dopo aver esaurito i rimedi nazionali, e che la Corte è composta da giudici di tutti gli stati membri, quindi non impone decisioni arbitrarie dall’esterno.

LEGGI ANCHE
LASCIA UN COMMENTO

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.
I campi obbligatori sono contrassegnati con *

Sto inviando il commento...