"Un'economia di guerra si programma per entrare in guerra": queste sono le parole con cui il deputato del Movimento Cinque Stelle, Francesco Silvestri, parla del piano di riarmo europeo e della spesa del 5% del PIL in difesa. C'è, secondo Silvestri, più di qualche dettaglio che non torna su un investimento così ingente in armi, e sembra difficile pensare che così tanti soldi possano essere spesi solo per comprare sistemi di difesa destinati a essere accumulati nel tempo: c'è il rischio che l'Italia entri in un conflitto nei prossimi anni, spiega il deputato pentastellato.
Il Movimento Cinque Stelle si è sempre detto critico sul riarmo negli ultimi anni. Qualche mese fa, il leader pentastellato Giuseppe Conte ha ribadito che il ReArm Europe, voluto dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, fosse sbagliato. E, poco prima del summit della NATO, sempre Conte si è presentato all'Aja - dove era in corso la riunione - per contestare la scelta del 5% del PIL in difesa.
Silvestri, tuttavia, non perde occasione per rispondere all’eurodeputato della Lega e generale, Roberto Vannacci, che qualche giorno fa da un palco a San Marco in Lamis, in occasione di un evento dedicato al DL Sicurezza, ha parlato della guerra e delle persone che potrebbero esservi inviate, criticando gli organizzatori dei Pride. Una frase che negli scorsi giorni ha destato non poco scalpore a sinistra.
In guerra ci andranno tante persone, a prescindere dal loro orientamento sessuale e dalla loro volontà di servire il Paese. Questo ha detto oggi, 30 giugno 2025, il deputato del Movimento Cinque Stelle, Francesco Silvestri, per rispondere alla polemica creata qualche giorno fa dal generale ed eurodeputato leghista Roberto Vannacci in merito alle spese militari.
Prima o poi si andrà in guerra? Su questo aspetto il deputato del Movimento Cinque Stelle si sbilancia e spiega alla stampa presente oggi vicino a Montecitorio perché c'è il rischio che il nostro Paese entri in un conflitto: a regime, investimenti così ingenti sarebbero insostenibili senza guerra. Silvestri infine spiega:
Quale altro elemento suggerisce, a detta di Silvestri, il rischio di un'entrata in guerra? L'assenza di sostenibilità nella scelta di accumulare così tante armi senza utilizzarle:
Francesco #Silvestri (#M5s) su #riarmo e #Vannacci: "In #guerra se continuiamo così ci andranno sia gli etero che gli omosessuali che le persone che non vogliono la guerra. Le spese per le armi sono insostenibili senza una guerra: nei prossimi anni ci prepariamo per un conflitto" pic.twitter.com/jA3zB8Yaui
— Tag24 (@Tag24news) June 30, 2025
Sì alla difesa, ma a patto che sia fatta con criterio, e un elogio al premier spagnolo Pedro Sanchez. Silvestri ha ribadito che il Movimento Cinque Stelle non ha mai detto "no" alla difesa e ha ricordato come - nel corso dei governi Conte - ci sia stata grande attenzione per spese di questo tipo.
Un conto, spiega Silvestri, è fare come il premier spagnolo Sanchez - che si è opposto all'ultimo summit NATO alle spese volute da Trump e Rutte - un conto invece è danneggiare i bilanci dello Stato per la difesa.
Il deputato conclude spiegando che non ci sarebbe nessuna ratio a programmare un'economia di guerra per uno scopo diverso dall'ingresso in un conflitto futuro.