Una risposta necessaria al crescente aumento di domanda d'aiuto da parte degli uomini che vengono aggrediti dalle donne. Sembra paradossale in un momento storico nel quale "femminicidi" è diventata una parola all'ordine del giorno, ma a Roma, più precisamente a Tor Bella Monaca, nascerà un centro contro i maltrattamenti nei confronti degli uomini. L'idea arriva dal centrodestra del Municipio VI, che intende dare vita a uno sportello che possa assistere gli uomini che hanno subito abusi da parte delle proprie compagne.
Questa proposta non è una novità. Il centro contro le violenze nei confronti degli uomini era nelle idee del centrodestra locale da ormai qualche mese; già a febbraio si pensava di adibire alcuni stabili a stanze per poter dare vita al centro che oggi è sulla bocca di tutti. Stando ad alcune indiscrezioni, potrebbe aprire all'interno del centro commerciale Roma Est.
Inutile dire che la vicenda è finita, in men che non si dica, in polemica. Il centro contro le violenze sugli uomini è stato visto come il prodotto ideologizzato della destra, che in un momento nel quale le donne chiedono maggiore sostegno ed è necessario agire contro i femminicidi, cerca di dare una risposta abbastanza insolita. Dal canto suo, la giunta di centrodestra risponde specificando che si tratta di un'esigenza importante e che il centro sorgerebbe per far fronte alla domanda di tante vittime di abusi.
Il progetto che potrebbe nascere nel breve periodo a Tor Bella Monaca non sarà tanto differente dai centri antiviolenza per le donne. Sarà possibile, infatti, ricevere assistenza psicologica e sostegno per tutte le persone che sono state sottoposte a maltrattamenti o hanno subito abusi. Già in altre città italiane sono nati progetti simili che permettono agli uomini di uscire dalla spirale della violenza domestica.
Molti degli sportelli non sono ancora riconosciuti in quanto tali. L'accesso generalmente è libero e gratuito. Nel parlare di questa attività, però, non è stato specificato quante persone ne avessero concreto bisogno.
Secondo la deputata del Pd Michela Di Biase, in un Paese segnato da un numero ancora allarmante di femminicidi, questo intervento rischia di distorcere la realtà del fenomeno e di indebolire la narrazione fondata su dati concreti e sofferenze reali. A suo avviso, la misura sembra voler riequilibrare ideologicamente un discorso pubblico incentrato sulla violenza di genere, finendo però per banalizzare il problema e ostacolare il lavoro dei centri antiviolenza, spesso già sottoposti a gravi carenze di risorse.
Di Biase si augura che le forze di centrodestra più moderate prendano le distanze da questa scelta, ritenendo che una questione così grave non debba diventare oggetto di conflitto ideologico. Dello stesso avviso è la senatrice Cecilia D’Elia, vicepresidente della commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio, che definisce il provvedimento un attacco alla serietà dell’impegno contro la violenza sulle donne.
La senatrice sottolinea come la delibera faccia riferimento a concetti, come l’alienazione parentale, la cui validità è stata contestata da evidenze scientifiche e da documenti ufficiali, come il Libro Bianco redatto dall’Osservatorio sulla violenza contro le donne. A suo giudizio, l’apertura dello sportello rappresenta una mossa ideologica che rischia di legittimare narrazioni distorte, anziché contrastare realmente la violenza domestica.
Il centrodestra non ha perso tempo e ha subito risposto ai dubbi del centrosinistra. La senatrice di Fratelli d’Italia, Cinzia Pellegrino, accoglie positivamente l’iniziativa del Municipio VI. A suo dire, lo sportello rappresenta un’azione concreta per affrontare situazioni di disagio spesso taciute, e dimostra che le amministrazioni devono garantire tutela a tutte le persone, senza distinzioni di genere.
Pellegrino sostiene che ogni forma di violenza, anche quella esercitata contro gli uomini, meriti attenzione e strumenti di supporto, rifiutando letture ideologiche del problema. Un caso di cronaca recente a Roma, in cui una donna è stata arrestata per maltrattamenti ai danni del marito, mostra come esistano anche situazioni di violenza maschile subita, sebbene molto meno frequenti rispetto al fenomeno inverso. Episodi come questo vengono talvolta utilizzati per sostenere la necessità di strumenti dedicati anche agli uomini.