Il senatore del PD Michele Fina ha letto, nell’aula del Senato, uno stralcio del diario dal carcere di Gianni Alemanno, portando a Palazzo Madama il dramma delle condizioni di vita nei penitenziari italiani.
L’ex sindaco di Roma, esponente di primo piano di Alleanza Nazionale, oggi leader del movimento “Indipendenza!” dal 31 dicembre 2024 è in carcere a Rebibbia dove sta scontando una pena di un anno e dieci mesi per traffico di influenze illecite.
Dal carcere romano, Gianni Alemanno tiene un diario in cui denuncia la difficile realtà delle carceri italiane, tra sovraffollamento, abbandono, disagio psicologico, suicidi e, come ogni estate, emergenza caldo.
Un anno fa, in questi stessi giorni, lo scontro politico si concentrò proprio sulle condizioni di vita dei detenuti negli istituti penitenziari italiani, il governo varò un decreto il giorno prima della pausa estiva che, tuttavia, si è dimostrato un inefficace diversivo che ha solo scalfito la superficie dell'emergenza.
In questi giorni, con l’allerta per le temperature estreme, il problema è tornato di attualità anche grazie alla denuncia – l’ennesima – del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Per l’ex ministro dell’Agricoltura nei governi Berlusconi, le porte del carcere romano di Regina Coeli si sono aperte il 31 dicembre 2024, dopo la revoca della misura della detenzione domiciliare da parte del Tribunale di Sorveglianza, per la violazione delle prescrizioni previste per la misura alternativa.
Gianni Alemanno stava scontando in casa la pena di un anno e dieci mesi, a cui era stato condannato nel 2022 con l’accusa di traffico di influenze nell’ambito dell’inchiesta “Mondo di Mezzo”, e aveva iniziato un percorso presso i servizi sociali lavorando in una struttura che si occupa di famiglie in difficoltà e vittime di violenza.
Secondo il tribunale di sorveglianza – che si occupa di valutare la concessione o la revoca delle misure alternative alla detenzione in carcere – l’ex sindaco di Roma avrebbe violato le prescrizioni partecipando a impegni politici del suo nuovo partito. In particolare è stato accusato di aver presentato false documentazioni per evitare i servizi sociali.
Gianni Alemanno ha deciso di raccontare la sua esperienza nel carcere romano di Rebibbia in un diario pubblicato periodicamente sulla sua pagina Facebook, nel rispetto delle norme previste dall’ordinamento carcerario.
Una cronaca dura e reale della vita quotidiana in carcere, delle precarie condizioni di detenzione di migliaia di persone, delle difficoltà vissute ogni giorno dai detenuti. L’emergenza carceri è una macchia che le istituzioni italiane non riescono a cancellare, nonostante i reiterati richiami dell’Europa, gli appelli del Presidente della Repubblica, le denunce delle associazioni che operano all’interno delle carceri per assistere i detenuti e le loro famiglie.
Ieri – martedì 1° luglio, nell’aula di Palazzo Madama – durante le discussioni sulla Separazione delle Carriere dei magistrati, il senatore del PD, Michele Fina, ha letto uno stralcio del diario di Gianni Alemanno intitolato:
“Diario di cella 12. Arriva il momento più difficile: il caldo arroventa il sovraffollamento, ma la politica dorme (con l’aria condizionata)”.
Si legge nell’ultimo post pubblicato sulla pagina dell’ex sindaco di Roma.
Una critica amara all’indifferenza che avvolge la sorte dei detenuti italiani e l’inefficienza che circonda l’amministrazione penitenziaria e la gestione delle misure alternative.
Le 'celle forno', le difficoltà ad avere anche un ventilatore regolarmente acquistato, la 'vergogna del sovraffollamento', sono solo una parte del j'accuse che Alemanno rivolge alla politica che 'dorme con il condizionatore' e dimentica le proprie responsabilità nei confronti delle persone affidate alla responsabilità dello Stato.
I "Diari di Cella" dell'ex sindaco di Roma sono tutti pubblicati sul suo profilo Facebook.
Due giorni fa, il Presidente Sergio Mattarella ha denunciato con durezza la grave situazione del sistema carcerario italiano, evidenziando un sovraffollamento inaccettabile e un aumento irrefrenabile dei suicidi tra i detenuti. Le carceri, spesso in condizioni strutturali fatiscenti, non rispettano i principi costituzionali di dignità, recupero e reinserimento sociale, ha sottolineato Mattarella, evidenziando come le prigioni non debbano diventare luoghi di nuova criminalità, ma centri di recupero e sicurezza per la collettività.
Ha richiamato l’urgenza di interventi di manutenzione, un miglior accesso alle cure sanitarie, specialmente per la salute mentale, e la necessità di più operatori ed educatori. Il capo dello Stato ha anche ricordato l’impegno e il sacrificio della polizia penitenziaria, vittime anch’esse di questa situazione critica. La sua denuncia è un appello a superare l’inerzia politica e a rispettare i valori costituzionali fondamentali.